Nel cuore dell’estate buona parte delle piante succulente, in particolare le Cactacee (a palla o a cilindro), si esibisce in uno spettacolo folgorante: la fioritura!
Alcune schiudono ogni giorno una nuova corolla, a sostituire quella del giorno prima irrimediabilmente chiusa; altre le mantengono aperte per 2-3 giorni, e alle vecchie ne affiancano di nuove: in certi casi sembrano un “tappeto” di fiori!
Qualche nome? Astrofiti (in foto, A. myriostigma), Gymnocalycium (in foto, G. ragonesi), mammillarie, rebuzie, code di topo, pietre vive, parodie, lingue di suocera, e gli splendidi, notturni echinopsis (in foto, E. subdenudata) e selenicereus che obbligano a fare le ore piccole (il giorno dopo sono già chiusi!)…
E poi le crassule, qualche echeveria, Adenium obesum, Jathropa podagrica (albero-bottiglia), stapelie, orbee e huernie, senza contare le calancoe acquistate in fiore e le Aizoacee (“mesembriantemi”) come i delosperma dalla fioritura continua…
Questi splendidi fiori ben difficilmente vengono fecondati alle nostre latitudini e, se anche accade, ancora più raramente arrivano a produrre semi fertili. È quindi consigliabile rimuovere il fiore una volta appassito, per non sforzare la pianta e anche per ragioni estetiche.
Quasi tutti, proprio a segnalare la mancata fecondazione, dopo 3-5 giorni si seccano al punto da poter essere staccati con le dita senza fatica o strappi.
Fanno eccezione le lingue di suocera, le cui corolle appassite vanno resecate con un cutter nel punto di inserzione sul fusto; e poi mammillarie, rebuzie e code di topo, dove si procede con una pinzetta per le ciglia a lama piatta, cercando di resecare il calice senza recare danno alla pianta.
Va detto però che su queste ultime tre tipologie di piante anche i frutticini che si formano sono piuttosto decorativi, in genere a forma di piccola oliva di colore rosso.
Quelle che non fioriscono
Accanto a succulente spettacolari, capita che altre si rifiutino ostinatamente di fiorire. Una delle possibili cause, contro la quale non si può fare nulla, è l’età della pianta: Echinocactus, Ferocactus, Cereus, Melocactus ecc. sbocciano solo dopo aver raggiunto fra i 15 e i 30 anni d’età…
Un’altra causa, non risolvibile nell’immediato, consiste nella mancanza di riposo invernale: a tutte le latitudini, le Cactacee e le Crassulacee devono trascorrere i mesi tra ottobre e marzo a una temperatura compresa fra 8 e 15 °C, senza ricevere una goccia d’acqua, eventualmente anche in penombra. Serve loro a riposarsi per “raccogliere le forze” e fiorire poi in primavera-estate.
Tra le cause su cui potete intervenire subito, invece, ci sono le carenze d’acqua e di concime: tutte le succulente possono sopravvivere benissimo per lunghi periodi senz’acqua e senza nutrimento ma, ovviamente, in tal caso non fioriscono.
Nel cuore dell’estate, fra giugno e agosto, serve un’annaffiatura media a settimana, e una concimazione con un prodotto liquido specifico per piante grasse ogni 15 giorni.
Anche il vaso può essere responsabile: le grasse devono “stare strette” per fiorire. Quindi il vaso si cambia solo quando le radici fuoriescono dal foro di drenaggio, oppure si è creata una selva di polloni alla base della pianta madre, oppure i bordi del vaso scompaiono completamente alla vista, ricoperti dalla pianta.