È bellissima, è robusta, è profumata. Basterebbero queste caratteristiche a fare della lavanda un best-seller, ma la piantina nasconde anche un asso nella manica: ha proprietà quasi miracolose! Il suo olio essenziale (contenente aceto di linalile, geraniolo, linalolo e canfora), infatti, è antisettico (durante la seconda guerra mondiale veniva usato come disinfettante, in mancanza d’altro), antispasmodico, cicatrizzante, diuretico, sedativo, stimolante, sudorifero; inoltre calma i nervi, placa il mal di testa, allevia i raffreddori allergici, aiuta il fegato, rimette in sesto l’apparato respiratorio, combatte infiammazioni intestinali, leucorrea, cistiti, e tonifica tutto l’organismo.
Non ha interazioni con farmaci né controindicazioni, salvo quella, comune a tutte le Labiate, di non abusarne, perché se assunto in quantità veramente eccessive, l’olio essenziale diviene tossico.
La coltivazione
È la pianta ideale per le zone secche e aride: preferisce terreni leggeri e calcarei, ma si adatta anche a suoli argillosi, se si aggiunge un po’ di sabbia. Il terreno deve comunque sempre essere molto ben drenato. Ama il sole e le posizioni riparate, richiede pochissima acqua (una volta diventata adulta) e nelle zone più fredde va protetta alla base, durante l’inverno, con abbondanti foglie secche. Non resiste però all’aperto sulle Alpi, dove va coltivata in vaso da ricoverare in cantina in inverno. Naturalmente, tollera il caldo e anche il clima salso e marino.
Per averla non affidatevi ai semi; tagliate invece all’inizio della primavera oppure dopo la fioritura delle talee di 10 cm dai rami giovani di una pianta vecchia, ponetele in un vaso con sabbia e tenetele al riparo, poi piantatele nella primavera successiva (ciascuna ad almeno 50 cm di distanza da altre piante), dopo che hanno radicato.
La potatura va effettuata fin dall’anno successivo all’impianto: per favorire l’accestimento la pianta va tagliata 1 cm al di sopra della vegetazione sviluppatasi l’anno precedente. Non è una pianta molto longeva.
Quando raccogliere la lavanda
Pianta tipica delle zone coperte da macchia mediterranea, fino ai 1.700 m d’altitudine, si trova allo stato spontaneo lungo le coste di Liguria, Campania, Basilicata, Calabria, e in Piemonte, ma ovunque viene coltivata a scopo ornamentale.
Il tempo balsamico giusto per la raccolta si verifica quando le spighe fiorali sono già perfettamente formate ma i minuscoli fiori non si sono ancora aperti: a seconda dell’andamento stagionale e delle varietà, tra maggio e agosto.
La raccolta è semplicissima: recidete con le cesoie i rametti fogliosi appena prima che si aprano i fiori, appoggiandoli in un cestino di vimini. Legateli poi in mazzi lenti lasciandoli essiccare appesi in locali asciutti, bui e ventilati. Una volta seccati, i fiori e le foglie si separeranno facilmente dai rami passandoli tra le mani. Si conservano separatamente in vasi di vetro, ben chiusi per non disperdere l’aroma, che comunque svanisce nell’arco di un anno.
Rimedi naturali con la lavanda
• Olio alla lavanda, disinfettante, emolliente, cicatrizzante, contro dolori reumatici, contusioni e prurito da punture d’insetto: in una bottiglia a chiusura ermetica mettere 50 g di fiori secchi, 1 l di olio extravergine d’oliva non troppo profumato e un cucchiaio di aceto di vino bianco; agitare forte e porre al sole per almeno due settimane. L’olio è pronto quando il profumo della lavanda rimane a lungo sulla pelle. Se ne usano alcune gocce su un batuffolo di ovatta, all’occorrenza.
• Infuso antiansia: infondere 40 g di fiori secchi per 20 minuti in 1 l d'acqua bollente, filtrare, lasciare intiepidire, addolcire con un cucchiaino di miele di tiglio, bere una tazza all’occorrenza (max 4 tazze al giorno).
• Impacchi contro il mal di testa: infondere 10 g di fiori secchi in una tazza d’acqua bollente fino a raffreddamento, filtrare e applicare sulla fronte o sulle tempie compresse imbevute dell’infuso.
• Contro la tosse: infondete per 10 minuti 10 g di fiori in una tazza d’acqua bollente, filtrate, dolcificate con miele di eucalipto o di timo, bevete tiepido 3 volte al giorno.
• Contro il mal di testa ricorrente: per 20 giorni mangiate, 2 volte al giorno, una zolletta di zucchero imbevuta di 5 gocce di essenza.
• Contro l’insonnia da stress: bollite per 5 minuti 5 g di fiori in una tazza d’acqua, filtrate, dolcificate con miele di tiglio, bevete 15 minuti prima di coricarvi. Oppure versate 5 gocce di essenza sul guanciale; oppure utilizzate un cuscino imbottito di fiori di lavanda.
Cosmesi alla lavanda
• Nell’acqua del bagno cancella la stanchezza di una giornata di lavoro (fate bollire per 10 minuti 100 g di fiori in due litri d’acqua, filtrate e versate nella vasca).
• Nel pediluvio (metà dose di fiori rispetto alla ricetta precedente) dà sollievo ai piedi gonfi e doloranti.
• Ammorbidisce i capelli (fate il risciacquo finale dopo lo shampoo con 1,5 l d’acqua nella quale avete bollito 50 g di fiori).
• Rassoda la pelle e attenua le rughe (applicate giornalmente compresse tiepide imbevute dell’infuso preparato con 60 g di fiori in un litro d’acqua bollente).
• Tonico rinfrescante e depurativo per la pelle del viso: macerate per 15 giorni 50 g di fiori di lavanda in 1 l di alcol, filtrate e conservate in bottigliette di vetro scuro in frigo; utilizzate per toccature al bisogno.
Lavanda in cucina
Si utilizzano generalmente i fiori, per decorare gli aspic di verdure o da inserire nei cubetti di ghiaccio, ma in passato anche le foglie venivano impiegate (parsimoniosamente, perché sono molto profumate) per aromatizzare minestre e stufati.
• Zucchero alla lavanda: in un barattolo di vetro a chiusura ermetica aggiungete 5 gocce di essenza o un cucchiaino raso di fiori a 500 g di zucchero e lasciate riposare per almeno 2 settimane.
• Aceto alla lavanda: mettete 6 spighe di lavanda in una bottiglia da mezzo litro di aceto di vino bianco, fate riposare per un mese.
• Miele di lavanda: dal profumo intensamente aromatico e fresco, ha un colore ambrato più o meno carico, ed è ricchissimo di proprietà salutari, è infatti analgesico, antireumatico, battericida, antisettico, digestivo, diuretico e calma le bruciature e le punture d'insetto.
La lavanda per la biancheria
La lavanda è la regina dell'armadio perché, oltre a entrare nei cuscinetti di erbe e nei pot-pourrì, è anche un potente antitarme che sostituisce, profumando, la naftalina.
Per preparare i sacchetti profumati potete utilizzare anche i fiori verso la fine della fioritura: saranno un po' meno profumati, ma non perderete lo spettacolo!
Curiosità sulla lavanda
Fin dall’antichità, la lavanda è stata sfruttata per il profumo, ma solo nel XIX secolo è iniziata la coltivazione su scala industriale; le varietà più pregiate si trovano a Grasse (in Francia, la capitale mondiale del profumo), nel Surrey e a Norfolk (in Inghilterra) e nel Chianti (Toscana).
Per distillazione se ne estrae l’olio essenziale, che viene impiegato nell’industria profumiera e cosmetica: famosa è l’acqua di lavanda, una colonia leggera. I saponi e i profumi di bassa qualità utilizzano invece l’essenza ricavata da varietà ibride, i cosiddetti “lavandini”.
Nel Medioevo l’insonnia si combatteva dormendo su un cuscino imbottito di fiori. Arrivò in America grazie ai Padri Pellegrini che la portarono con loro per profumare la biancheria. Negli anni bui dell’Inquisizione, veniva coltivata per proteggersi dalle streghe e dal malocchio.
Nel Rinascimento serviva ad allontanare la peste, perché era uno dei componenti (assieme a timo, salvia, rosmarino, aglio, ruta e canfora) dell'aceto dei quattro ladroni, una mistura con cui si disinfettavano coloro che depredavano le case degli appestati e gli stessi cadaveri, risultando, grazie a essa, immuni dal contagio.