Nel cuore dell’inverno il problema “ombra” non si pone ma, se la prossima estate sarà calda e assolata come quelle degli ultimi anni, la ricerca di un angolo ombreggiato in giardino o sul terrazzo diventerà fondamentale: una pergola o un gazebo risolvono per sempre il problema. Perché allora non pensarci fra dicembre e febbraio? In questi mesi freddi c’è tutto il tempo di studiare la soluzione più adatta al caso ed è più facile installare una struttura perché le piante sono in riposo e non si corre il rischio di disturbarle con eventuali spostamenti. Anzi, alla ripresa primaverile saranno ben felici di avere una struttura a disposizione per arrampicarsi, trasformando in breve la pergola o il gazebo in un angolo fresco e fiorito.
In posizione soleggiata
Se la pergola deve proteggere dal sole, andrà posta in un’esposizione rivolta a sud: tenete presente, però, che nel cuore dell’estate, intorno al mezzogiorno, i raggi solari entreranno sotto la pergola nonostante la copertura superiore; solo sotto pergole o gazebi molto ampi il sole non riuscirà ad arrivare. Per ovviare a questo inconveniente, è preferibile che nelle vicinanze vi siano alberi o arbusti che proiettino almeno in parte la loro ombra sulla pergola.
Se invece la struttura viene collocata sul lato nord del giardino o del terrazzo, non sarà sfruttabile nelle stagioni di passaggio, nel Nord Italia.
Fra i materiali, l’imbarazzo della scelta
Riguardo al tipo di materiale, quello più classico è il legno, ma in ambienti molto umidi ha bisogno di maggiori cure per rimanere sempre bello e lucido: ogni anno dovrà essere passato con la carta vetrata e verniciato con l’apposito impregnante antimuffa (il consiglio è valido anche per legno trattato in autoclave); in caso contrario tenderà a scrostarsi e a diventare opaco, soprattutto nelle zone marine o con umidità eccessiva. Questa evenienza è inevitabile se sulla struttura sono arrampicate le piante, a meno che non vengano drasticamente potate in inverno.
Un’altra scelta classica è il ferro battuto zincato, che non teme la ruggine e l’esposizione agli agenti atmosferici, riducendo al minimo gli interventi di manutenzione. Questo materiale si armonizza soprattutto all’ambiente urbano e alle dimore in stile.
La pergola in alluminio, materiale high-tech ed economico, leggero e robusto, è indicata invece per gli edifici moderni. Le palerie in alluminio si possono verniciare nella tinta desiderata utilizzando le vernici da barca, di lunga durata.
Le colonne prefabbricate in pietra o cemento garantiscono la durevolezza nel tempo e sono pronte per il montaggio: basta fissarle con una piastra d’acciaio interrata o un basamento in cemento. I pilastri in cemento devono però essere intonacati o rivestiti con mattonelle, mentre tufo e granito sono già decorativi, non richiedono ulteriori interventi né manutenzione, ma risultano più costosi.
In alternativa ci sono le strutture miste: pilastri in pietre o mattoni con copertura superiore in travi di legno o arcate metalliche. I pilastri richiedono fondamenta in calcestruzzo, consigliabili anche per le palerie metalliche la cui base va catramata prima di essere posta in opera nel cemento o direttamente nel terreno.
Esistono anche pergole in kit di montaggio, che richiedono una certa manualità e un minimo di esperienza. I modelli addossati alla parete del giardino o del terrazzo sono più complessi da montare rispetto a quelli autoportanti: per i pali orizzontali superiori, da fissare al muro, servono un’assoluta precisione nella misurazione e un fissaggio di sicurezza, perché dovranno reggere il peso del legno, delle eventuali coperture e delle piante che si arrampicheranno.
Un tetto di fiori o di tela?
La copertura della pergola o del gazebo dipende dai gusti e dall’uso della struttura: avere un “tetto” di fiori è piacevole solo se non soggiornerete troppo sotto il gazebo, perché la copertura potrebbe non essere uniforme, lascerà cadere petali, foglie, residui vari e insetti e, se si tratta di una pianta caducifoglia, metterà a nudo la pergola in inverno.
Per un utilizzo quotidiano, in zone poco piovose l’ideale è il cannicciato (arelle), da sostituire ogni anno: è abbinabile alla copertura con piante e lascia filtrare qualche piacevole raggio di luce.
Se frequentate il gazebo nelle ore serali, è consigliabile una copertura in tela di cotone o di fibra acrilica, che di giorno però riflette molto la luce: scegliete un colore neutro che non sia il bianco (accentua i riflessi).
Godere della pergola in ogni ora e stagione è possibile, invece, solo con una copertura in policarbonato, che ripara anche dalla pioggia: essendo un telo di plastica, l’aspetto non sarà dei migliori e risulterà difficile camuffarlo con le piante, che soffriranno del contatto con la plastica fino alla morte. Per ridurre l’impatto, potete schermare la parte inferiore della copertura con tela di cotone in una tinta pastello.
Le soluzioni più stabili, infine, prevedono una copertura in legno rivestita con tegole canadesi, oppure tegole e coppi classici, che trasformano la pergola in un vero e proprio portico.
Un gazebo di foglie e fiori
Circondare la pergola o il gazebo con piante è bello e possibile, ma richiede un discreto lavoro di manutenzione, soprattutto all’inizio: bisogna dirigere e legare i tralci, incrociandoli fra loro per riempire uniformemente la superficie, senza lasciare zone spoglie; in inverno la potatura deve stimolare la produzione di nuovi, vigorosi getti primaverili; in estate la richiesta d’acqua sarà sempre notevole.
Tra i sempreverdi, l’edera rimane aderente alla struttura portante e garantisce una copertura folta; il rincospermo al Nord e il gelsomino al Sud inondano il gazebo di gradevole profumo durante la fioritura.
Fra le piante caducifoglie (che lasciano scoperta la pergola in inverno) le rose rampicanti e rifiorenti sono molto decorative, ma non riempiono tutti gli spazi e lasciano filtrare il sole: sono sconsigliabili se la struttura viene usata molto durante il giorno. La vite americana e quella da uva (come l’uva fragola) regalano lo spettacolare arrossamento del fogliame in autunno e, la seconda, anche i grappoli d’uva; il kiwi (actinidia) produrrà i frutti in novembre, se avrete piantato un esemplare maschio e alcuni femmina. Il glicine e la bignonia (Campsis) sono piante robuste e rapide nella crescita, ma hanno bisogno di palerie in legno massiccio o in ferro battuto, perché il loro peso con foglie e fiori può piegare gli altri tipi di sostegno. Il caprifoglio e il poligono sono adatti a coprire piccole pergole: formano un cespuglio alto ma allungano poco i rami; mentre la clematide non copre a sufficienza e deve essere associata ad altre piante.
Nel Sud offre una buona resa Tecoma stans, rampicante simile alla bignonia ma con una spettacolare e abbondante fioritura giallo oro e con uno sviluppo meno vigoroso che consente l’appoggio anche su palerie d’alluminio. La bougainvillea, dai bellissimi “fiori” viola o in altre tinte, non è rampicante, ma sarmentosa: i suoi tralci vanno continuamente indirizzati e legati ai sostegni. La passiflora, infine, si arrampica da sola, produce i caratteristici “fiori della passione” a cui seguono i piccoli frutti arancioni, commestibili.
Il mese di febbraio è il più adatto per la piantagione. Prevedete una o più vasche o aiuole ai piedi del gazebo o della pergola, da riempire con un buon drenaggio, una manciata di concime granulare a lenta cessione e tanta buona terra da giardino, fertile e ricca di humus. Non dimenticate di bagnare in abbondanza, subito dopo l’impianto e per tutta la primavera e l’estate: le piante si arrampicheranno velocemente e fioriranno già dalla prossima estate.