Le erbacee perenni sono comode perché sono piante di poche pretese. Tuttavia è necessario partire con il piede giusto, fin dalla piantagione nel periodo più opportuno.
Scegliere il momento giusto
In media l’autunno offre più giornate di bel tempo rispetto alla primavera, quando le piogge stagionali rendono fangoso il terreno. Il tepore del suolo agli inizi dell’autunno favorisce lo sviluppo radicale proprio quando, in risposta alla diminuzione delle temperature, le piante smettono la produzione fogliare o fiorifera e dedicano tutta la loro energia al consolidamento delle radici fino ai primi geli. Le piante non devono affrontare il caldo dell’estate appena messe a dimora e quando il ciclo vitale ricomincia avranno radici efficienti.
Molti manuali di giardinaggio sono concordi nel consigliare l’impianto e la propagazione delle erbacee a fioritura primaverile tra l’inizio e la metà dell’autunno e di attendere invece marzo o aprile per dividere le specie che fioriscono a fine estate. In genere questa regola è applicabile in tutte le zone geografiche con clima che si mantiene non troppo rigido fino all’arrivo dell’inverno e in terreni friabili, fertili e ben drenati. Sono invece escluse situazioni montane e alpine, posizioni a nord o particolarmente esposte a forti venti e tutti i terreni pesanti che trattengono l’acqua e tendono a gelare: in questi casi è prudente posporre tutte le pratiche colturali fino alla nuova stagione che permette un tempo più lungo per il consolidamento delle radici.
Dividere per propagare le erbacee perenni
Le erbacee perenni, con poche eccezioni tra cui la peonia e l’elleboro, beneficiano del rinnovamento tramite divisione ogni tre-cinque anni a seconda della specie. Gli esemplari che la richiedono si possono facilmente identificare dal cespo infittito con fioritura poco generosa oppure con parte centrale esaurita circondata da propaggini più vigorose che si irradiano verso l’esterno, spesso eccedendo il loro spazio nella bordura.
A grandi linee l’autunno si addice a tutte le specie con radici carnose, come il magnifico papavero orientale, tutti gli emerocalli e molte specie di iris, tra cui I. germanica e i suoi ibridi, I. sibirica e I. ensata.
Quando si propagano esemplari con vegetazione molto fitta, come le Hosta, è consigliabile eliminare da un terzo a metà del fogliame per bilanciare la perdita di radici. Perenni con apparato radicale a fittone come Aruncus sylvestris, Asclepias, Cimicifuga, Eryngium ed Echinops preferiscono impianto o divisione verso l’inizio dell’autunno e sono da tenere controllate perché solo la giusta umidità nel terreno induce una rapida risposta radicale.
Molte erbacee affidabili e ornamentali, come le grandi margherite di Echinacea, Rudbeckia e Leucanthemum, le spighe torreggianti di Delphinium e Lupinus e le infiorescenze piatte e durature dell’Achillea, le graziose corolle di Geranium, Dicentra e Primula sono altre specie rustiche che beneficiano del consolidamento anticipato per accrescersi più rapidamente la primavera successiva.
Piante biennali, fiori di rinforzo
Compagne ideali per i nuovi impianti sono biennali di grande effetto a rapida crescita, utilissime per riempire temporaneamente lo spazio vuoto tra erbacee appena messe a dimora. Digitalis, Myosotis (il vero non ti scordar di me) e la deliziosa Aquilegia per i terreni ben irrigati, Lychnis coronaria e molte specie e ibridi di Verbascum (anche semi perenni) in situazioni asciutte e soleggiate: tutte tendono in condizioni adatte ad autopropagarsi durante l’estate se agli esemplari già esistenti viene permessa la produzione di semi.
Inizialmente si possono introdurre interrando la semente in contenitore a fine primavera o inizio estate. In entrambi i casi la germinazione è di solito abbondante e le piantine sono da diradare. Altrettanto valida, la semina diretta nel terreno di annuali come Nigella e Calendula permette di incrementare con facilità splendide fioriture fin dal primo anno, quando la produzione fiorifera del recente impianto erbaceo non ha ancora raggiunto l’apice della resa ornamentale.