Bulbi, tuberi, rizomi, radici tuberizzate e radici rizomatose... E’ facile confondersi fra le denominazioni degli organi sotterranei che non siano le comuni radici fascicolate, cioè formate da numerosi “filamenti” bianchi più o meno lunghi. Quelli elencati sono tipi diversi di apparato radicale, tutti accomunati da fatto di non produrre solo sottili radici più o meno filamentose e capillari, bensì ingrossate in vario modo.
Nel parlare comune, vengono tutte accomunate dalla dicitura "bulbose", e si trovano tutte in vendita insieme, presso banchetti specializzati in "bulbose", o nei supermercati imbustate sui display dedicati ai "bulbi". Nulla di male nell'accomunarle, ma in realtà sono forme ben diverse fra loro e, soprattutto, vanno trattate diversamente alla piantagione.
Quali sono i tuberi
Il tubero è una radice che si ingrossa per contenere abbondanti sostanze di riserva, indispensabili in primavera per la nuova produzione di parti aeree. Diventa cioè una radice carnosa, di forma tondeggiante o allungata, con o senza appendici sempre carnose, e da essa si dipartiranno, una volta messa in terra, le radici filiformi più conosciute, deputate all'assorbimento vero e proprio dei nutrienti dal terreno.
Le radici tuberizzate sono radici ingrossate, ma non così tanto da formare una vera e propria "patata".
La pianta perde la parte aerea durante la stagione avversa (l'inverno oppure l'estate), e sopravvive appunto con la radice tuberosa ben protetta nel terreno.
L'esempio più noto di tubero è la patata, ma hanno radici tuberose anche la bella di notte, la dalia, il ciclamino, la begonia grandiflora e... la tuberosa, oltre a molte altre specie.
I tuberi si interrano a una profondità doppia rispetto alla loro altezza (quindi al lato più lungo). Se hanno un solo occhio (cioè una sola gemma), questa deve essere rivolta verso l'alto; se invece gli occhi sono più di uno e dislocati in diversi punti del tubero, sarebbe meglio dividere il tubero stesso in tante parti quanti sono gli occhi, o comunque evitare che i migliori siano rivolti verso il basso.
Quali sono i bulbi
Il bulbo invece è un organo di riserva sotterraneo che comprende un fusto ipogeo corto e largo, dotato di radici radici vere e proprie, fascicolate e sottili, all'apice inferiore e interamente protetto da foglie modificate. Dal centro del bulbo procedendo verso l'esterno le foglie sono dapprima carnose e ripiene di sostanze di riserva, ma poi assumono via via una consistenza membranosa e infine pergamenacea, trasformandosi in “tuniche” squamose a funzione protettiva.
Tra l’altro, è anche l’organo di sopravvivenza di queste piante, cosiddette “geofite” (cioè “piante sotterranee”), durante la stagione sfavorevole (generalmente quella invernale).
L’esponente più famoso fra i bulbi è senza dubbio la cipolla (e l'aglio), ma anche tulipani e giacinti, muscari e crochi, e tante altre piante ancora sono munite di bulbo.
I bulbi vanno interrati anch'essi a una profondità doppia dell'altezza se posti in piena terra in giardino, mentre in vaso devono emergere con l'apice dal terriccio. Ovviamente, l'apice deve essere rivolto verso l'alto!
Quali sono i rizomi
Infine i rizomi non sono altro che fusti modificati (quindi non sono radici), divenuti sotterranei e striscianti in orizzontale nel terreno, dotati della capacità di produrre radici e gemme per dare luogo a fusti aerei, e quindi per creare nuove piante. Le "radici rizomatose" non sono altro che le normali radici fascicolate che derivano però da un rizoma.
E’ questo il caso delle iris rizomatose (da non confondere con le iris bulbose), ma anche di molte felci e delle ninfee, lo zenzero, il mughetto, alcuni anemoni, la gramigna (Cynodon dactylon) e gli asparagi.
Anche in questo caso, il rizoma rappresenta l'organo di sopravvivenza qualora si manifestassero condizioni ambientali avverse.
I rizomi si piantano senza seguire un particolare verso, disponendoli in orizzontale, ricoprendoli con circa 5 cm di terra.