parassiti animali orto
Durante l'estate molti sono i parassiti animali che possono attentare alle verdure dell'orto.
I parassiti animali nell'orto durante l'estate sono numerosi, ma si possono prevenire, prima di correre ai ripari con la difesa: ecco come fare

I parassiti dell'orto a volte li vedi, a volte no. A volte sono schifosetti e appiccicosi, come gli afidi. Altri, nel loro genere, sarebbero persino eleganti: come le dorifore, che indossano lo stesso giubbotto a righine dei maggiordomi inglesi mentre banchettano con le nostre patate. Un entomologo potrebbe parlarci per ore, delle meraviglie della loro biologia. Noi potremmo concordare senza difficoltà, ma poi aggiungere: “Non nel mio orto!”.

Tre “modiche quantità”

In tema di orto famigliare, è possibile stabilire a priori tre “modiche quantità”: di produzione che si tollera di perdere pur di non usare antiparassitari, di parassiti che si accetta di veder pascolare sui propri ortaggi, e di prodotti chimici cui si vuole fare ricorso. È una questione di equilibrio: meglio, per esempio, vedere afidi sulle piante di pisello che doverle “medicare”, anche se i semi commestibili sono protetti dal baccello. Questo, è ovvio, a patto di salvare gran parte della produzione che, essendo destinata all’autoconsumo, dovrà essere il più possibile coltivata secondo criteri biologici.

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Afidi neri su fagiolino.

Ciò premesso, occorre ribadire la regola già enunciata a suo tempo per le malattie fungine: una pianta sana resiste bene a una ragionevole presenza di parassiti. Occorre perciò ripetere i principi agronomici fondamentali per avere un orto sano:

  • il terreno adatto: soprattutto intorno alle case di nuova costruzione il suolo è molto compattato e talvolta costituito da terra di riporto. Bisogna dotarlo di una giusta frazione organica (con l’apporto di letame o di compost), misurarne il pH per portarlo a 6-7 (aggiungendo calce sui suoli acidi, o gesso in quelli calcarei), favorire lo sgrondo delle acque;
  • la rotazione delle colture: mai ripetere la stessa coltivazione per due anni di seguito sulla stessa aiuola, per non agevolare le forme svernanti dei parassiti e non causare, sul lungo periodo, la “stanchezza del terreno” determinata dalle carenze di microelementi e dall’accumulo di tossine secrete dalle piante;
  • la concimazione: generosa ma non eccessiva, soprattutto per quel che riguarda l’azoto, per non avere piante troppo… tenere e appetitose;
  • la densità d’impianto: se è troppo fitta non solo non si ottiene l’auspicato aumento di produzione, ma si creano le condizioni (microclima, contatto tra una pianta e l’altra, ecc.) che favoriscono la diffusione dei parassiti;
  • il controllo delle infestanti: le erbacce spesso ospitano forme svernanti o intermedie di parassiti;
  • l’asportazione dei residui di coltivazione, che vanno interrati in una buca profonda almeno 50 cm e cosparsi di calce viva prima di ricolmarla, in modo da interrompere il ciclo riproduttivo;
  • l’impiego di sementi e piante sane;
  • la raccolta sollecita degli ortaggi quando sono giunti a maturazione;
  • la protezione biologica attraverso la diffusione di parassiti naturali e di uccelli insettivori.

Parassiti nell'orto: un po’ di sistematica

Quali sono i più frequenti nemici dell’orto? Elenchiamo i parassiti più diffusi:

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Aleurodidi su melanzana.
  • gli afidi (o “pidocchi delle piante”), che compaiono anche su molte ornamentali (le rose, per esempio) e prediligono i germogli e le foglie di leguminose, solanacee, insalate, ecc.;
  • gli aleurodidi (mosche bianche), che si collocano sulla pagina inferiore delle foglie di melanzana, melone ecc.;
  • la dorifora: un coleottero che banchetta con le foglie della patata ma non disdegna melanzane e altri ortaggi;
  • gli insetti del terreno, come nottue, agrostidi, maggiolini, grillotalpa e larve di elateridi;
  • le larve di cavolaia, che prediligono i cavoli;
  • le cocciniglie, protette da uno “scudo” di forma diversa a seconda della specie;
  • i nematodi, simili a vermicelli, che nel loro insieme causano danni enormi all’agricoltura. Sono diffusissimi (anche nelle acque dolci e in mare), e ce ne sono decine di migliaia di specie diverse: il naturalista Cobb scrisse che se scomparisse tutta la materia della Terra e restassero solo i nematodi, resterebbe una sfera cava e opaca formata da questi vermi.
  • le limacce, grossi molluschi senza guscio di color arancione o scuro.

Lotta biologica ai parassiti dell'orto

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Cocciniglie su alloro.

Per la difesa di piccole superfici, si può ulteriormente ridurre la necessità di antiparassitari… sostituendosi ai predatori. Vero è che non bisogna essere schizzinosi, ma raccogliendo direttamente i parassiti e poi eliminandoli si possono ottenere risultati significativi. La raccolta delle limacce, purtroppo assai diffuse, è relativamente semplice e va effettuata nelle prime ore del mattino, quando la vegetazione è ancora intrisa di rugiada. Se toccare una limaccia repelle, la si può aspergere con sostanze disidratanti tipo sale da cucina, calce in polvere, solfato di ferro. Anche la lotta alla dorifora può avere ottimi risultati: il coleottero si attacca sia distruggendo le uova (di colore arancione, poste a gruppetti sulla pagina inferiore delle foglie), sia raccogliendo le larve (schifosette…) o gli adulti. Per limitare gli afidi, invece, è efficace il controllo delle infestanti, soprattutto artemisia, chenopodio e cardi selvatici. La raccolta è utile anche nel caso della cavolaia, del macaone (colpisce la carota) e in genere dei bruchi di una certa dimensione, evitando però quelli col corpo coperto di peli che potrebbero essere urticanti. La raccolta delle larve dovrebbe essere effettuata anche al momento della vangatura, per eliminare le forme svernanti. Contro i nematodi (ma anche contro i parassiti in genere) nel cuore dell’estate si può vangare un’aiuola che non dev’essere coltivata, e poi coprirla con un telo di plastica nera ben fissato ai bordi ("solarizzazione"): il calore del sole, potenziato dalla copertura, ne eliminerà una certa quota.

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Bruchi di cavolaia.

Le erbe aromatiche sono inoltre un aiuto prezioso, perché emettono sostanze sgradite ai parassiti. Si può seminare erba cipollina o aglio tra le file dei piselli, e tenere a distanza le cavolaie piantando menta, rosmarino, salvia o timo tra le file di cavoli.

E ancora: gli insetti prediligono colori come il giallo e il verde chiaro, per cui sono attratti da trappole cromatiche adesive di questo colore.

In conclusione, se è utopistico pensare a un giardino senza parassiti pur impiegando prodotti di sintesi, lo è tanto di più se si ricorre a pratiche naturali. Nel primo caso però si perpetua nel tempo una situazione squilibrata, perché si ostacolano anche i predatori dei parassiti: inoltre si inquina l’ambiente e si corre il rischio di mangiare verdure con invisibili tracce chimiche, un “di più” che conviene - se possibile - evitare. Nel secondo caso si lavora un po’ di più, forse si produce un po’ di meno, ma si ha la certezza di salvaguardare se stessi e l’ambiente. Inoltre occorre farsi una cultura su piante e animali, e dunque comprendere meglio le complesse dinamiche che animano anche il più piccolo fazzoletto di terra. Coltivare, in quest’ottica, è assai di più che seminare e raccogliere: di sicuro ne vale la pena.

Una siepe… antiparassitaria

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Limaccia su pomodoro.

Il miglior regolatore naturale dei parassiti è la biodiversità, con la creazione di una catena alimentare senza interruzioni. Una situazione ideale che è purtroppo impossibile ripristinare nella sua interezza ma che, tuttavia, si può almeno in parte ricreare.

Tutto sta nel creare un fazzoletto di wilderness (“selvaticità”) sul proprio terreno: un angolo di prato stabile che sfuggirà alla cure col rasaerba (e che peraltro sarà anche… di moda, viste le tendenze in questo senso nell’Europa del Nord), un breve tratto di siepe (con arbusti nostrani).

Siepi che non superino i 2 m di altezza, a norma del Codice civile, possono essere piantate fino a 50 cm dal confine di proprietà: escludendo il biancospino (su cui svolge una parte del suo ciclo il “colpo di fuoco batterico”, che attacca le Pomacee) si possono impiegare ligustro, prugnolo, sambuco, spinocervino, frangola, fusaggine (semi velenosi: attenti ai bambini!), ecc. Una buona siepe e un tratto di prato ospiteranno insetti, anfibi, uccelli, piccoli mammiferi.

Insetticidi fatti in casa

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Larva di maggiolino.

Ci sono insetticidi biologici che si possono preparare in casa: costano pochissimo, non hanno impatti ambientali, hanno una ragionevole efficacia anche se non ci si devono aspettare miracoli: le piante più usate sono l’equiseto e l’ortica.

L’infuso di equiseto è utile contro afidi e cocciniglie: si prepara versando 10 l di acqua bollente su 1 kg di pianta fresca, lasciando macerare per 24 ore tenendo coperto il recipiente e filtrando prima dell’uso.

Il macerato di ortica si prepara mettendo in un contenitore 10 l d’acqua e 1 kg di cime della pianta tagliate a circa 20 cm: volendo si può rinforzare la miscela aggiungendo un paio di sigari toscani sbriciolati. È pronto dopo 48 ore, va filtrato prima dell’uso e serve contro afidi e altri parassiti.

Contro gli afidi è utile anche la soluzione di peperoncino, 10 g di polvere in 5 l d’acqua: filtrare e usare sulle piante una volta la settimana.

Per approfondire

ORTO FACILE
per tutti, tutto l'anno
32796 - Ultima modifica: 2020-07-14T18:51:35+02:00 da Elena Tibiletti
Parassiti estivi nell’orto: cosa fare - Ultima modifica: 2021-07-04T07:08:44+02:00 da Elena Tibiletti