Quando vediamo sulla foglia delle nostre petunie una chiazza gialla o sui boccioli delle nostre rose un gruppo di insettini, pensiamo subito che abbiano un problema e che questo vada risolto trattando le piante con un prodotto appartenente alla famiglia dei fitofarmaci o agrofarmaci. Il ragionamento è giusto, anzi, quanto prima interveniamo, tanto prima risolveremo, ed è per questo che si raccomanda sempre di osservare quasi quotidianamente le nostre amiche verdi, per cogliere i segnali di qualche anomalia fin dall’inizio, quando è più facile e veloce intervenire e risolvere.
Tuttavia, prima di armarci di un trigger (“spruzzino”) purchessia, poniamoci qualche domanda e, dopo che ci siamo risposti (possibilmente in modo corretto!), agiamo nella maniera giusta.
I soliti IGNOTI
La prima domanda da farci è: che tipo di avversità è? Nel senso che: se si tratta di una malattia fungina, è inutile usare un insetticida, e viceversa, se è un parassita animale, un fungicida (o anticrittogamico) non serve a niente, solo a inquinare il nostro ambiente e a buttare via i soldi (del prodotto e della pianta che morirà).
Quindi, se non siamo fitopatologi, o appassionati di giardinaggio da parecchi anni e quindi quasi “esperti”, abbiamo l’umiltà di chiedere a qualcuno che sia veramente esperto: la mossa migliore è prendere 2-3 foglie e portarle in un buon garden center dove il personale saprà identificare il problema e consigliarci al meglio sul prodotto da prendere. In alternativa, cerchiamo online un portale che offra anche il servizio L’Esperto risponde: postiamo alcune foto a fuoco del problema, spieghiamo che pianta è e dove la teniamo, e cosa abbiamo fatto su di lei nell’ultimo mese (es. poca acqua, troppa acqua, rinvaso, potatura ecc.). Se ci rivolgiamo a un Forum sul web, scegliamone uno che abbia un moderatore Esperto, altrimenti ci verranno detti tanti strafalcioni. Stesso discorso per i Gruppi su Facebook: se non sono gestiti da Esperti, il consiglio sbagliato è sicuro…
SCEGLIERE i fitofarmaci
Finalmente abbiamo saputo con certezza qual è il problema. Ora possiamo scegliere il prodotto da utilizzare. Abbiamo davanti, quasi sempre, il seguente ventaglio: fitofarmaco chimico di sintesi (a base di sostanze non esistenti in natura, poco o tanto tossiche per uomo, animali e ambiente, sigle PFnPO, PFnPE), fitofarmaco autorizzato in agricoltura biologica (a base di sostanze esistenti in natura, poco o più tossiche per uomo, animali e ambiente), corroboranti o sostanze di base (a base di sostanze esistenti in natura, per niente tossiche per uomo, animali superiori e ambiente). I primi due sono sempre efficaci, in qualunque fase di infezione/infestazione, i terzi lo sono soprattutto all’inizio del problema e rispettando pedissequamente le istruzioni per l’uso.
Controlliamo che il prodotto sia indicato per la nostra pianta: se lo vogliamo irrorare sul prezzemolo, deve esserci l’indicazione “piante da orto” oppure “piante aromatiche”, altrimenti avveleniamo la pianta (e poi noi stessi quando la mangiamo).
Le formulazioni possono essere molto diverse: per piante in appartamento, in terrazzo o in un piccolo giardino sono senza dubbio più pratici i prodotti “pronto uso”: sono flaconi con trigger (spruzzino), vanno agitati bene, l’ugello va aperto e subito si spruzza la vegetazione colpita dal problema.
Solo se abbiamo un giardino molto grande o un orto o un frutteto è meglio ricorrere ai prodotti liquidi, granulari o in polvere, da miscelare con acqua e distribuire con una nostra pompa per irrorazioni.
PRIMA del trattamento
Qualunque prodotto abbiamo scelto fra quelli sopra indicati, le norme da rispettare prima di trattare le nostre piante sono le stesse.
- Leggiamo bene l’etichetta (in realtà, questo lo dovremmo fare ancora prima dell’acquisto, per capire se abbiamo le condizioni giuste per erogare quel prodotto…). Vale soprattutto per i prodotti da miscelare, perché le dosi vanno rispettate alla lettera, così come le modalità di miscelazione. Ma anche per gli altri prodotti vengono dati consigli utili, soprattutto nel caso delle sostanze di base e corroboranti (vedi più sotto).
- Poi controlliamo il meteo per trattare in esterni. Scegliamo una giornata serena, senza minaccia di pioggia, né acqua nelle 6 ore precedenti, né previsione di pioggia nelle 6 ore successive. Niente vento, perché la corrente trasporterebbe le goccioline di prodotto su altre piante. In estate evitiamo le ore centrali della giornata; in inverno trattiamo solo nelle ore centrali.
- Allontaniamo dal luogo dell’intervento i bambini e gli animali domestici, indossiamo un paio di guanti (anche in lattice), gli occhiali da lavoro e, visto che adesso le abbiamo tutti a portata di mano, una mascherina per naso e bocca. Se effettuiamo miscele, sarebbe bene avere anche una tuta da lavoro, per proteggerci da eventuali schizzi.
DURANTE il trattamento con fitofarmaci
Bagniamo accuratamente tutta la pianta, compreso il colletto e la pagina inferiore delle foglie con tutti i preparati che agiscono per contatto (quelli biologici e i corroboranti e sostanze di base), mentre i fitofarmaci sistemici (in genere quelli chimici) possono bagnare anche solo parte della pianta perché poi si spostano all’interno di essa, proteggendola tutta.
Durante il trattamento non si deve mangiare, né bere, né fumare, né fare altre cose: spegniamo il cellulare, se non sappiamo resistere al trillo di una notifica o alla suoneria del telefono…
DOPO il trattamento
Al termine dell’irrorazione, riponiamo il flacone (o la pompa) in un armadietto sicuro, controllando che non abbia sgocciolato (puliamo subito con acqua e detersivo le gocce), e laviamoci subito le mani ed eventualmente gli avambracci con acqua e sapone.
Quando il flacone (o la scatola) finisce, se si trattava di un fitofarmaco non gettiamolo tra i rifiuti indifferenziati, né nella plastica: riportiamo il vuoto al garden center dove l’abbiamo comperato. E se l’abbiamo acquistato online, rassegniamoci a doverlo portare al Centro raccolta materiali della nostra località! Siamo buoni cittadini, rispettosi dell’ambiente in cui viviamo! Possiamo invece gettare nella plastica i flaconi dei corroboranti e delle sostanze di base, meno pericolosi di un flacone di detersivo per lavatrice…
Fare un trattamento in APPARTAMENTO
L’ideale sarebbe avere uno spazio esterno (balcone o terrazzo, portico, cortile o giardino) dove portare la pianta da irrorare ed eseguire il trattamento. Se questa possibilità non l’abbiamo, l’irrorazione va eseguita nella stanza da bagno: prendiamo la pianta o il gruppo di piante affette dallo stesso problema e mettiamole nella vasca da bagno o nel piatto della doccia. Chiudiamoci dietro la porta, da soli, e spalanchiamo la finestra. Spruzziamo il prodotto come indicato sopra, laviamoci bene le mani e usciamo dal bagno lasciando la porta chiusa e la finestra aperta.
Dopo 60 minuti il liquido si sarà asciugato sul fogliame, e potremo riportare al loro posto i vasi. Se però abbiamo bambini o cani o gatti, dobbiamo stare attenti che non vadano intorno alle piante trattate.
Infine, laviamo con acqua e detersivo i sanitari dove abbiamo eseguito il trattamento.
Fare un trattamento in BALCONE
Se ci è più comodo, nulla vieta di effettuare le irrorazioni ugualmente in bagno, portando le piante dal balcone o terrazzo nella vasca o nella doccia. Se invece preferiamo eseguirli in esterni (condizione sicuramente migliore), stiamo attenti a dove dirigiamo il getto del prodotto. L’irrorazione deve essere diretta solo sulla vegetazione attaccata, e va calibrata in maniera che non la oltrepassi liberandosi ai piani inferiori. Se non abbiamo la certezza di dirigerla correttamente, con l’altra mano teniamo un cartone dietro alla pianta (o incastriamolo contro la ringhiera o il muro), per evitare che il getto ricada di sotto. Se invece il prodotto sgocciola sul pavimento, appena terminato il trattamento laviamo bene la superficie con acqua e detersivo.
Si ricorda che i trattamenti non vanno MAI condotti su piante in fioritura, per salvaguardare gli insetti impollinatori, a partire da api e bombi! Nell’eventualità, irroriamo solo le foglie, non i fiori aperti.
Dove conservare i fitofarmaci
Tutti i prodotti per la difesa, chimici, biologici o naturali, devono essere custoditi con la stessa cura che si ha per i detersivi, quindi in un armadietto chiuso, in un locale fresco e asciutto: non conserviamoli nell’armadio da terrazzo, perché il calore del sole estivo e il gelo invernale li denaturano, rendendoli inefficaci o addirittura pericolosi.
Se abbiamo bambini piccoli, è d’obbligo chiuderli a chiave in un armadietto; da valutare caso per caso, invece, con bambini più grandi, cani o gatti.
Fitofarmaci, corroboranti e sostanze di base non hanno una scadenza per legge. Tuttavia è buonsenso valutarne la durata a seconda delle condizioni: se vengono conservati in luogo a temperatura costante (fra 10 e 25 °C), si possono utilizzare fino a un massimo di 5 anni dalla data d’acquisto. In tutti gli altri casi, dopo il terzo anno è bene eliminarli (smaltendoli come indicato sopra).
Cosa sono corroboranti e sostanze di base
Questi principi attivi sono sostanze che normalmente hanno un altro uso, in genere alimentare, e che però sono efficaci anche nell’irrobustire la pianta (corroboranti) che si “autodifende” dall’arrivo di avversità. Fra le sostanze autorizzate ci sono bicarbonato di sodio, castagno, equiseto, lecitine, litotamnio, olio di cipolla, olio di girasole, olio di lino, olio di soia, ortica, polvere di roccia o zeolite, propoli, sapone molle, silice ecc.
Sono quindi innocui o poco nocivi nei confronti degli animali superiori, mentre contro gli insetti esercitano sostanzialmente un’azione repellente, non di uccisione. Ciò non significa che possano essere erogati con leggerezza: rispettiamo quanto indicato nell’articolo e in etichetta del prodotto.
Non pensiamo neppure per un attimo di poter utilizzare i prodotti alimentari al posto di quelli “fitosanitari”, magari con la scusa che costano meno o che quelli appositi non li troviamo nel nostro garden. Riempire uno spruzzino per ferro da stiro con l’olio di girasole per friggere è una sciocchezza: primo perché immediatamente s’intasa l’ugello del vaporizzatore, e così buttiamo via sia lo spruzzino, sia l’olio; secondo perché, quand’anche riuscissimo a spruzzare l’olio di girasole sul fogliame, la patina oleosa lo soffocherebbe, uccidendo l’intera pianta; terzo perché i prodotti appositi sono addizionati di sostanze che facilitano l’azione della sostanza e la sua adesione alle foglie trattate, per una massima efficacia senza nuocere.
Se usiamo corroboranti e sostanze di base
Partiamo dall’assunto che queste sostanze sono sicuramente non tossiche, ma, proprio per questo, anche “meno efficaci”. Quindi è necessario rispettare alla lettera le indicazioni riportate in etichetta del prodotto, per assicurarne il massimo effetto. Qui alcune indicazioni generali, valide per tutte le sostanze.
Sono sostanze che agiscono solo per contatto: bisogna avere davanti almeno 12 ore di tempo asciutto per evitare che il prodotto venga dilavato prima di poter agire. Il trattamento va sempre ripetuto al termine di una pioggia, che lava via tutti i principi attivi.
Buona parte delle sostanze di base non va distribuita con temperature estreme (leggere l’etichetta): né oltre i 25-30 °C, né sotto i 10 °C, perché le temperature estreme inattivano o compromettono in parte l’efficacia del prodotto stesso. Evitiamo soprattutto il trattamento sotto i raggi solari estivi delle ore più calde, perché l’azione del sole degrada più velocemente le molecole di origine naturale che compongono questi prodotti.
Maneggiamo queste sostanze con la stessa prudenza con cui utilizziamo per es. i detersivi casalinghi. Allontaniamo comunque bambini e animali domestici al momento del trattamento e per un paio d’ore successive. Utilizziamo sempre i guanti e laviamoci le mani dopo l’uso.
Corroboranti e sostanze di base agiscono per contatto e non hanno in genere azione residuale: ciò significa che i trattamenti vanno ripetuti di frequente, anche senza che sia piovuto. L’intervallo, in genere, va da 3 a 10 giorni (leggere l’etichetta del prodotto).
Infine, è ancora più importante bagnare completamente tutta la pianta: tutte le sostanze di base, come già detto, agiscono solo per contatto e, se rimangono zone franche, non bagnate, lì si instaureranno o si perpetueranno il fungo o l’insetto parassita, vanificando il trattamento.