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Tanacetum cinerariifolium, la pianta africana da cui si estrae il piretro naturale.
Il piretro è un insetticida ammesso in agricoltura biologica. Ma non è innocuo: ecco tutti i consigli utili per impegarlo correttamente e senza nuocere

Il piretro è una sostanza naturale, estratta da una margherita africana, Tanacetum (= Chrysanthemum) cinerariifolium, che costituisce un potente veleno per gli insetti: è un insetticida ad ampio spettro ammesso in agricoltura biologica.

In quali formulazioni esiste il piretro

Sulla base del principio attivo contenuto, i prodotti commerciali si dividono tra quelli che agiscono grazie al solo piretro e quelli che comprendono anche il piperonilbutossido.

I primi sono poco nocivi per l’ambiente, vista la bassa persistenza, ma anche per gli insetti dannosi. Vanno utilizzati rispettando le indicazioni in etichetta, riguardo a dosi, momento dell’anno e della giornata, bagnatura, stadio dell’insetto (è preferibile si tratti di forme giovanili, più sensibili).

I prodotti in cui il piretro è abbinato al piperonilbutossido (PPBO) sono più efficaci, perché quest’ultimo migliora la persistenza e il potere insetticida del piretro. Per i trattamenti su orticole e fruttiferi è bene scegliere questi prodotti nella classe tossicologica “non classificato”.

Sinonimo di piretro è anche la dicitura “piretrine naturali”, mentre i piretroidi sono prodotti chimici di sintesi (non ammessi in agricoltura biologica), con una lunga persistenza sulla coltura e nell’ambiente e non innocui per l'uomo.

Tutti questi prodotti in commercio si trovano sotto due tipi di formulazioni, quella liquida già pronta per l’uso, spesso con erogatore a spruzzino (trigger), oppure quella in polvere da diluire in acqua.

Quali parassiti combatte il piretro

Il piretro è attivo contro numerosi insetti, quali afidi, aleurodidi, altica, antonomo del melo, cavolaia, cicaline, larve di cimici, larve di coleotteri, criocera, larve di dorifora, larve di lepidotteri, metcalfa, miridi, mosca mediterranea della frutta, piralide, psille, tentredini, tignole, tingidi, tipula, tripidi. Non agisce su acari, insetti terricoli (oziorrinco), insetti frutticoli (vermi della frutta), né all’interno di foglie accartocciate (larve di mosca degli ortaggi, afidi delle cucurbitacee).

Va comunque considerato un rimedio d’emergenza, vista la discreta tossicità, da impiegare soprattutto su focolai d’infestazione, per ridurli e dare modo agli insetti utili presenti nei distretti non trattati di completare l’opera di eliminazione della popolazione infestante residua. Trattamenti frequenti, inoltre, creano fenomeni di resistenza da parte degli insetti nocivi, soprattutto nel caso degli afidi.

Come agisce il piretro

Il piretro paralizza i centri respiratori e nervosi di tutti gli insetti agendo per contatto. È necessario bagnare bene la vegetazione, sopra e sotto le foglie, per irrorare le popolazioni di insetti nocivi; non penetra invece all’interno del vegetale, né di insetti “corazzati” (dorifora e cimici adulte).

Può essere utilizzato con tranquillità sulle piante da orto e da frutto, poiché non lascia residui. Il tempo di carenza è di 2 giorni, che devono trascorrere prima del consumo di ortaggi o frutti; sono invece 3 i giorni da attendere prima di effettuare lanci di insetti utili.

Dove e come si usa il piretro

Risulta impiegabile su tutte le piante, d’appartamento, da balcone e terrazzo, da giardino, da orto e del frutteto, purché venga irrorato all’aperto, in modo da evitare fenomeni di tossicità sull’uomo e gli animali tra le mura domestiche.

I prodotti in flacone con trigger sono pronti all’uso, basta agitare e spruzzare il liquido sulla vegetazione. Quelli in polvere vanno diluiti in acqua secondo le istruzioni e le dosi riportate in etichetta e distribuiti con una pompa a spalla o un vaporizzatore. L’acqua deve possedere un pH inferiore a 7: in caso di acqua “dura”, va acidificata con qualche goccia di aceto o succo di limone, verificando con una cartina tornasole (o un pHmetro, ambedue reperibili nei consorzi agrari) il pH raggiunto (non deve scendere sotto pH 4).

I trattamenti vanno ripetuti ogni 3-5 giorni fino a scomparsa dei parassiti. Il prodotto non utilizzato va conservato al buio e al fresco, per un massimo di 2 anni.

Tossicità e impatto ambientale del piretro

Sebbene sia una sostanza naturale, il piretro non è innocuo, nel senso che risulta tossico anche per gli insetti utili (cioè non è selettivo) e per i pesci: non va distribuito nei pressi di corsi d’acqua o laghetti “abitati”, né si impiega in fioritura, quando colpirebbe le api impollinatrici.

Dopo il trattamento, il piretro viene degradato dalla luce solare in 2-3 giorni.

Controindicazioni e avvertenze

Non somministrate MAI il piretro durante la fioritura dei fruttiferi, per evitare sicuri fenomeni tossici nei confronti degli insetti impollinatori.

L’irrorazione va eseguita nel tardo pomeriggio, soprattutto durante le giornate più calde, poiché l’efficacia diminuisce oltre i 25 °C.

Non miscelate il piretro con il rame (basico).

Piretro, antiparassitario naturale - Ultima modifica: 2019-06-03T10:56:00+02:00 da Redazione GI