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Psilla del pero
Le psille sono insetti dannosi che colpiscono molte piante, fra cui il pero, il bosso, l'allorro e l'albizzia o gaggia. Ecco come riconoscerle e combatterle

Numerose sono le psille più o meno patogene, ma quelle più note e dannose sono quattro specie diverse che interessano il pero, il bosso, l’alloro e l’albizzia o gaggia o acacia di Costantinopoli. Questi i loro nomi scientifici: Psylla (= Cacopsylla) pyri (pero), Psylla buxi (bosso), Trioza alacris (alloro), Acizzia jamatonica (albizzia).

Come sono fatte le psille

Gli adulti della psilla del pero sono piccoli insetti, lunghi 2,5-3 mm, di colore ocra, nocciola o bruno; le neanidi (forme giovanili), poco mobili, sono appiattite, di colore giallastro-arancio e poi sempre più scure, ricoperte abbondantemente di melata protettiva. Sverna allo stadio di adulto sotto le cortecce degli alberi e a fine inverno riprende l'attività pungendo le gemme ancora chiuse, ma depone le uova quando le temperature si stabilizzano sui 10 °C (marzo-aprile); arriva fino a 6-7 generazioni l’anno.

La psilla del bosso vive esclusivamente sulle piante di Buxus sempervirens perché le altre specie di bosso sono resistenti. Gli adulti sono da verde grigiastro a bruno giallastro, lunghi 2-3 mm; le uova molto piccole sono fusiformi e di colore aranciato; le forme giovanili sono appiattite, di colore prima giallastro e poi verde screziato di bruno. Compie una sola generazione all’anno e sverna come neanide, che in marzo-aprile raggiunge i germogli iniziando a nutrirsi; in maggio-giugno sfarfallano gli adulti che in luglio-agosto depongono le uova nelle gemme.

Gli adulti della psilla dell’alloro sono di colore da verde giallastro a fulvo aranciato fino a bruno chiaro, lunghi 2 mm; le uova ovali, appiattite sono giallognole; le forme giovanili sono ovali, di colore grigio-giallastro. Compiono 2-4 generazioni l’anno e svernano allo stato di adulto in ripari forniti dalla piante sempreverdi. Gli adulti si svegliano tra aprile e maggio e si nutrono sul margine delle giovani foglie; in maggio avviene la deposizione delle uova sulle foglie; in giugno nascono le prime neanidi.

La psilla dell’albizzia è arrivata dall’Estremo Oriente nel 2001 in Piemonte ed è oggi diffusa in tutta la Val Padana fino all’Emilia Romagna compresa. È un Omottero che compie numerose generazioni all’anno, per cui sulle piante si vedono contemporaneamente uova, neanidi, ninfe e adulti. Le uova, di colore giallo aranciato, vengono deposte in giugno sulle foglie: ne nascono le larve che succhiano la linfa della pianta. Nelle fasi giovanili il parassita è di colore giallo o verde giallastro e raggiunge una lunghezza di circa 1,8 mm. L’adulto estivo è verde giallastro con occhi composti rossi mentre quello invernale è brunastro. Lo svernamento (come per la psilla del pero) avviene allo stadio di adulto, protetto dalla corteccia o dalla vegetazione persistente di piante sempreverdi.

Che danno provocano su quali piante

Le psille qui descritte attaccano pero, bosso, alloro, albizzia.

Le forme giovanili colonizzano i germogli, le giovani foglie, i giovani rami; su tutte le parti si notano i vari stadi giovanili ricoperti di melata che imbratta abbondantemente la pianta.

Sul pero le punture per succhiare la linfa provocano deformazioni e arresti vegetativi sui germogli e sulle giovani foglie, e possono trasmettere un fitoplasma che causa una grave malattia, la moria del pero. La melata determina asfissia delle parti verdi con caduta delle foglie, causa un effetto lente sui tessuti vegetali determinando scottature, rende esteticamente sgradevoli i frutti e dà alloggio a funghi come le fumaggini che compromettono la funzione della fotosintesi.

Sul bosso i germogli appaiono poco sviluppati con le foglie deformate permanentemente a coppa, simili a piccoli cavoli.

Sull'alloro la psilla punge le foglie deformandole: il margine si arrotola verso la pagina inferiore e scolorisce per poi seccarsi, a causa delle punture di nutrizione delle neanidi e di ovideposizione degli adulti; le foglie risultano appiccicose per la secrezione di cera e melata.

Sull’albizzia la chioma si imbratta rapidamente di melata e cera che cadono anche su tutto ciò che si trova sotto la chioma dell’albero; se non piove, la vegetazione si ricopre poi di fumaggine; con forti infestazioni, le punture provocano un ingiallimento delle foglioline che poi gradualmente cadono lasciando, nei casi più gravi, le piante quasi o completamente spoglie già in agosto. In settembre si può assistere a una ripresa della vegetazione con nuove emissioni fogliari ma non su tutta la chioma. In genere si ha una minore lignificazione dei rami e, naturalmente, la fioritura si riduce sensibilmente.

Da maggio a settembre colpiscono la psilla del pero e quella dell’albizzia; da marzo a giugno quella del bosso; da aprile a settembre quella dell’alloro.

Come si prevengono e come si combattono

La psilla del bosso si previene arieggiando la chioma della pianta attraverso potature di sfoltimento, in modo da evitare il ristagno dell’umidità che favorisce il parassita.

Fatta eccezione per la psilla del pero, che può effettivamente danneggiare la produzione di frutti, il danno determinato dalle psille è quasi esclusivamente di tipo estetico. Per controllare questi insetti è molto importante NON utilizzare insetticidi ad ampio spettro d’azione che abbattono le popolazioni di Antocoridi, predatori privilegiati delle psille.

Prima dell’inverno, consigliamo quindi di eliminare tutte le parti secche o fortemente abbruttite dalle infestazioni di psilla. Durante la stagione vegetativa, in presenza di melata che imbratta la chioma, sono consigliabili lavaggi con acqua addizionati a sali di potassio e acidi grassi, facilmente acquistabili dai rivenditori di prodotti per l’agricoltura.

In presenza di forti infestazioni di psilla (soprattutto di Cacopsilla pyri), può essere opportuno procedere con l’introduzione di Antocoridi nell’ambiente. Questi insetti possono essere acquistati in confezioni mescolati a un materiale inerte; una volta liberati, essi si diffondono con facilità nell’ambiente in quanto sono rustici e molto mobili. In commercio è facilmente reperibile Anthocoris nemoralis con vari nomi commerciali (Anthopak 500, Anthocoris System); è possibile anche l’acquisto on line. Attenzione perché sono insetti vivi, quindi dopo l’acquisto vanno utilizzati subito o al massimo entro 24 ore seguendo scrupolosamente le istruzioni sulla confezione.

Parassiti delle piante: le psille - Ultima modifica: 2013-09-04T09:56:03+02:00 da Redazione GI