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I tartufi sono il vegetale afrodisiaco per eccellenza.
Da sempre si favoleggia di piante afrodisiache: qui vi diciamo quali stimolano veramente le funzioni sessuali e quali invece sono bufale (o fake)

In epoca di fake news, un tempo chiamate bufale, per S. Valentino torna in auge un quesito: esistono piante afrodisiache? Sì e no, è la risposta, e di seguito vediamo il perché.

Innanzitutto, è innegabile che i fiori aiutino i rapporti amorosi umani (o più semplicemente una buona socialità): chi non ha mai inviato - se uomo - o ricevuto - se donna - un mazzo di rose rosse, inequivocabile dichiarazione d’amore?

Da cosa nasce l'eccitazione

Da sempre l’uomo è alla ricerca di un qualcosa che migliori la propria sessualità, fisiologicamente non sempre al meglio: nell’antichità lo scopo finale era l’affermazione della propria potenza e virilità attraverso la maggiore quantità di discendenti; ora invece si cerca di ridestare naturalmente (senza pastiglietta blu) un erotismo addormentato da stress e impegni. L’attenzione si è sempre rivolta, per ragioni di praticità, verso alimenti ed erbe che, con opportuni dosaggi, sortissero l’effetto desiderato; se in passato ci si affidava al “passaparola”, oggi è possibile avere scientificamente una conferma o smentita di queste presunte proprietà.

In realtà, l’effetto eccitante nasce soprattutto dal cervello, che solo in seguito invia lo stimolo fisiologico al corpo: spesso quindi basta la fama dell’alimento che si porta in tavola a stuzzicare. Ugualmente i cibi costosi sono frequentemente legati a un’idea di potenza e di trasgressione facilmente trasferibile in campo sessuale, mentre quelli piacevolmente insoliti per forma, odore o sapore, stimolando i sensi, scatenano la fantasia. Quindi sì, possono esistere veramente piante afrodisiache...

Le piante veramente afrodisiache…

La scienza definisce come “afrodisiaci” quegli ortaggi che contengono fitormoni (cioè ormoni vegetali) simili a quelli umani, che agiscono stimolando le ghiandole surrenali e sessuali, provocandone la reazione.

Si apre con la soia, ricca di fitoestrogeni, utile principalmente alla donna, soprattutto dopo gli “anta”, anche per alleviare i disturbi da menopausa oltre che per contrastare un fisiologico calo del desiderio. Si continua con due Umbellifere comunissime, il sedano, ricco di curarina, e il finocchio, conosciuto soprattutto come emmenagogo (che favorisce le mestruazioni) e galattogogo (che incrementa la produzione del latte), ma anche blandamente stimolante del desiderio. Per condire, non dimenticate la nostrana salvia: vero toccasana per l’organismo femminile, favorisce il concepimento, riduce i dolori del parto e mitiga i disturbi della menopausa; in una certa misura può anche aiutare il desiderio, ma senza esagerare con le dosi perché in eccesso può risultare tossica. Se amate i sapori insoliti, aggiungete anche una spruzzata di santoreggia: per tutto il Medioevo, e anche oltre, ne venne proibita la coltivazione nei completissimi orti dei monasteri, perché rendeva più difficile il mantenimento del voto di castità…

Certo, un menù a base di questi soli ingredienti potrebbe ottenere l’effetto opposto, non foss’altro per l’intensità dei profumi, in contrasto fra loro. Ma niente paura, basta aggiungere un pizzico dell’uno al primo piatto e dell’altro al secondo, magari servito con contorno di azuki, per sperimentare la veridicità della faccenda. Un consiglio però: preparatevi entrambi spiritualmente, per essere sicuri che funzionino!

… e quelle “solo” tonificanti

In questa categoria rientrano tutti quelle piante che, pur non agendo a livello ormonale, stimolano e tonificano l’organismo in generale: in poche parole, danno la carica. Come il crescione, un’erba che cresce lungo le rive degli stagni: ricchissima di sali minerali (che favoriscono tutte le funzioni dell’organismo), già nell’antichità se ne scoprirono le proprietà energetiche, visto che i soldati Greci e Romani, durante le faticosissime campagne militari, venivano alimentati a pane e crescione.

È noto a tutti il delizioso potere del cacao, in cui l’abbinamento zuccheri-sali minerali è una vera bomba energetica di pronto utilizzo. Meno utilizzati invece il ginseng e il gin-pent: ricchi di saponine, fitormoni, oli essenziali e resine, agiscono in particolare sul sistema nervoso e sulla circolazione sanguigna, sono potentissimi stimolanti, tonificanti ed energetici per tutto l’organismo, ed eliminano lo stress.

Poi ci sono i vegetali che migliorano il flusso sanguigno, rendendolo più fluido e veloce: aglio e cipolla sono in prima fila, grazie all’olio essenziale che stimola la circolazione sanguigna in generale, e di conseguenza anche l’irrorazione degli organi genitali. La cipolla venne già segnalata in questo senso da Ovidio, e il suo impiego è tuttora vietato presso i monaci tibetani.

Magari condite il tutto con spezie piccanti (pepe, peperoncino, paprika, rafano, senape, zenzero), il cui sapore è dovuto a oli essenziali aventi proprietà simili: esercitano tutti un’azione vasodilatatrice che incrementa e migliora il circolo sanguigno.

I profumi che stimolano i sensi

Ma non è finita: aglio, cipolla, crescione e rucola contengono tutti un’essenza a base di zolfo che stimola tutte le funzioni vitali dell’organismo, comprese quelle sessuali. La rucola in particolare è ancora di moda: nell’antichità la esaltavano Virgilio, Orazio, Marziale e Columella; inoltre era consacrata a Priapo, dio della sessualità lasciva e sfrenata.

Fra gli stimolanti dei sensi servite in tavola tartufo, funghi (porcino, ovolo buono), erbe aromatiche (alloro, maggiorana, menta, origano, rosmarino, serpillo), spezie aromatiche (cannella, cardamomo, coriandolo, chiodi di garofano, noce moscata, zafferano). Con il loro aroma intenso e deciso sono in grado di risvegliare piacevolmente l’olfatto, rendendolo più recettivo; il tartufo in particolare possiede componenti odorose simili agli impercettibili odori sessuali emessi dalla specie umana. La sollecitazione dell’olfatto poi spinge inconsciamente l’organismo ad allertare anche gli altri sensi, potenziando l’attenzione nei confronti di quanto ci sta attorno.

Infine i “non-calmanti”, come mais e segale, sono carenti di triptofano, un amminoacido dall’azione sedativa: la polenta o il pane nero quindi non stimolano l’organismo, ma piuttosto lo aiutano a non “rilassarsi” completamente.

Non affidatevi a loro: sono inutili

Si sa che la fama e il “passaparola” sono armi potentissime. Alcune piante si sono infatti guadagnate la nomea di afrodisiaci non sul campo, ma in base a un connubio felice con erbe realmente dotate di proprietà, o grazie all’aura simbolica che li circondava. È il caso dei legumi come fagioli e fave: vietati da S. Gerolamo nei monasteri, la loro fama è dovuta in minima parte al discreto contenuto in vitamina E, protettiva dell’apparato riproduttore, ma soprattutto all’accompagnamento con erbe digestive quali - appunto - santoreggia e salvia.

Imbandite una melagrana? Ebbene, i molti semini contenuti hanno indirizzato la fantasia verso l’abbondanza, di successo, di soldi, di raccolto e quindi anche... di figli: il frutto è il simbolo della fecondità, ma non la stimola affatto

Se terminate la cena con un liquore al mirto, tramando secondi fini, sappiate infine che l’arbusto deve tutto all’antica consacrazione ad Afrodite, dea dell’amore, in virtù della quale divenne simbolo dell’amore felice: nel Vecchio Testamento una coroncina di mirto accompagnava le future spose (illibate) all’altare.

Le piante calmanti

Può capitare che il problema sia quello opposto a quanto sin qui trattato. Per smorzare ardori eccessivi o per placare l’ansia da prestazione, ecco altre erbe in aiuto.

  • Melissa: delicato sedativo molto usato in passato dagli Arabi, dona un piacevole stato di benessere che predispone all’amore.
  • Lavanda: dedicata alla dea Vesta, le cui giovani sacerdotesse, rigorosamente vergini, se ne cingevano il capo, contiene un olio essenziale che rilassa il sistema nervoso e la muscolatura, combattendo gli stati ansiosi.
  • Biancospino: potente ipotensivo e calmante del sistema nervoso, placa efficacemente l’ansia.
  • Lattuga: in Egitto era ritenuta un potente afrodisiaco, ma i Greci si accorsero che era vero esattamente il contrario; Pitagora addirittura la consiglia agli uomini di scienza per annullare il desiderio sessuale e studiare con tranquillità. L’ortaggio contiene in abbondanza sostanze sedative simili all’oppio che “addormentano” il sistema nervoso.
Piante afrodisiache: ne esistono veramente? - Ultima modifica: 2020-02-14T07:42:57+01:00 da Elena Tibiletti