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Le nespole maturano fra marzo e maggio, a seconda della zona geografica.
Il nespolo del giappone è un grazioso albero, molto decorativo anche in giardino, che produce ottimi frutti dal Sud fino alla Val Padana

Il nespolo giapponese, Eriobotrya japonica (ma adesso Rhaphiolepis bibas), fu importato dalla Cina sud-orientale in Europa in tempi molto lontani, tanto da essere ormai naturalizzato nelle nostre aree, dove si riproduce da solo da seme. Il primo esemplare ad attecchire in Europa fu un alberello nel giardino botanico di Parigi nel 1784 seguito da una pianta nei Kew Gardens di Londra pochi anni dopo.

In Oriente, con il nome di Loquat, è molto diffuso come frutto fresco, sciroppo e marmellata; nella medicina cinese trova impiego nelle affezioni del cavo orofaringeo.

I pregi del nespolo del Giappone

Offrire forti motivi di interesse, per la bellezza del fogliame persistente, la fioritura e il profumo emanato dai fiori in autunno e in inverno non è un pregio da poco: basterebbero questi motivi per consigliare l’impianto del nespolo del Giappone in qualunque spazio verde, dal Sud Italia fino a tutta la Pianura Padana e le zone di bassa collina.

Ma le virtù del nespolo giapponese non si fermano qui: anche al culmine del suo sviluppo sarà sempre un alberello poco ingombrante (5-6 m d’altezza per 3-4 m di diametro della chioma), ma dalle dimensioni sufficienti per fare ombra in estate e accogliere sotto la sua chioma un salottino o un’amaca. Rimane comunque decorativo anche in inverno, essendo un sempreverde.

Può essere piantato senza timore vicino ai muri della casa: le sue radici rimangono in superficie, senza rischio di danni a fondamenta o tubature. Nelle coltivazioni professionali, invece, si pota in forma a siepe o a spalliera per facilitare la raccolta.

Anche nel cuore dell’estate non risente troppo della siccità grazie alle coriacee foglie rugose. Ma non teme nemmeno il freddo, se non quello veramente intenso, che porta il termometro sottozero per diverse settimane di fila: in realtà persino nelle zone alpine riesce a vivere, se viene piantato in un punto protetto e soleggiato, ma difficilmente fiorisce. L’unico problema è che, nei climi con autunno e inverno freddo, dai fiori non si ottengono poi i frutti. Il motivo è legato solo al problema della mancanza di insetti impollinatori; al Nord, api e altri insetti pronubi sono in riposo, e si otterà qualche frutto solo se l’autunno è mite e qualche ape coraggiosa decide di dedicarsi con determinazione alla visita dei fiori.

L’unico svantaggio del nespolo giapponese è che non si tratta di un albero longevo: raramente supera i 40, massimo 50 anni di vita.

In ottobre il nespolo giapponese si riempie di fiori profumati di miele e in maggio matura i frutti, molto dolci e di un allegro arancione.

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Le nespole sono frutti delicati che non vanno ammaccati.

Come coltivare il nespolo del Giappone

Dai semi della pianta si ricavano con molta facilità altre piantine, che crescono lentamente e possono essere allevate anche in vaso.

Preferisce terreni fertili e abbastanza sciolti, ma si adatta senza problemi anche a suoli sassosi, poveri, calcarei, argillosi, pesanti, ma non a quelli acidi né a quelli salini.

Soprattutto nelle zone più fredde, è bene piantarlo in posizione riparata e soleggiata anche d’inverno. L'impianto può essere effettuato utilizzando piantine che sono state innestate tramite innesto a gemma, nelle quali il portinnesto può essere il franco o il cotogno. Ogni albero deve disporre di 25 mq di terreno, quindi le distanze possono essere di 5 x 5 m.

Alla messa a dimora è bene somministrare una concimazione organica. Se si utilizza un concime complesso, visto l'elevato fabbisogno di azoto del nespolo rispetto a potassio e fosforo, sarà bene orientarsi verso un prodotto ad alto titolo di azoto, con un dosaggio di 2-3 kg di concime/pianta. In seguito può essere concimato con letame maturo in autunno, ma non è una pratica indispensabile.

In genere sono necessarie 3-4 irrigazioni prolungate ogni annata, frazionate in due periodi: prima della raccolta (per favorire l'ingrossamento dei frutti) e dopo la raccolta (per stimolare la produzione di gemme).

In natura la chioma ha un aspetto globoso e, per rimanere bella, non necessita di potature. Eventualmente, dopo la raccolta dei frutti, si può eseguire una moderata potatura, volta all'eliminazione dei rami seccati e di quelli disposti male nella chioma, senza però eccedere.

Si può riprodurre facilmente mediante i grossi semi, che però vanno interrati subito dopo averli estratti dalla polpa e sciacquati: la germinabilità infatti dura per poche settimane dopo l'estrazione dal frutto.

Ultimamente viene attaccato con una certa facilità da una malattia fungina, la ticchiolatura del nespolo, causata da Fusicladium eriobotryae, che colpisce le foglie e i frutti da Sud a Nord. Si tratta di chiazze nere crostose e farinose che si estendono sulle lamine fogliari, fino a colpire anche i rami che necrotizzano, i germogli che lasciano cadere i fiori, e i frutti che non si sviluppano oppure si ricoprono di croste grigio-nere che rendono immangiabile la polpa. Come tutte le ticchiolature, bisogna agire in prevenzione e in cura. Si previene rimuovendo tutto il materiale infetto (foglie, fiori, frutti, rametti) ed eliminandolo, potando i rami infetti in febbraio e applicando la potatura verde in giugno per arieggiare chiome troppo dense, evitando le concimazioni azotate e i ristagni idrici. Si cura con trattamenti a base di rame, da effettuarsi in aprile quando i frutti sono ancora piccoli e verdi, e da ripetere a ottobre prima della fioritura (il rame dà fastidio alle api). Si può anche sostituire il rame con il macerato di equiseto, ben sapendo che andrà irrorato da ottobre – tolta la fioritura – fino a maggio ogni 15-20 giorni.

Le nespole del Giappone

La maturazione dei frutti avviene in primavera; già da marzo sono reperibili in commercio le nespole provenienti dalle coltivazioni dell’areale mediterraneo (Spagna, Tunisia), mentre quelle padane maturano intorno a maggio. La produzione media è di 30 kg di frutti per pianta.

Le nespole giapponesi, di un bel colore giallo-arancio, con la loro forma ovoidale o tondeggiante, hanno una polpa dolce e dissetante, con un accento acidulo.

A differenza dell’albicocca, le nespole contengono raramente un solo seme, più facilmente tre o quattro, separati da una membrana pergamenacea che non va masticata, perché amara e sgradevole in quanto ricca di tannino.

Le produzioni del nostro Sud sono di ottima qualità, migliore di quella delle nespole Ris spagnole, enormi, bellissime ma insipide: queste sono però le più diffuse nei circuiti commerciali. Le coltivazioni andaluse e valenciane forniscono infatti grandi quantitativi distribuiti in tutta l’Europa, mentre la produzione italiana calabrese e sicula viene progressivamente abbandonata.

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Le nespole giapponesi vanno mangiate in fretta, perché non si conservano a lungo.

Le antiche varietà meridionali, come Nespolone di Palermo e Ferdinando, sono probabilmente destinate a diventare una rarità da proteggere. Il Comune di Calatabiano (CT) conserva nel suo territorio pregiate coltivazioni di nespoli ‘antichi’, il cui raccolto viene consumato fresco oppure nel gelato alla nespola, e nel liquore Nespolino. Spesso viene allevato in coltura promiscua con gli agrumi, con i quali ha buona compatibilità.

Le nespole vanno raccolte con grande delicatezza, vista la facilità con cui la polpa si ammacca: vanno appoggiate in una cesta foderata con un morbido panno, per evitare che anneriscano nel punto in cui battono sul fondo.

La presenza di ammaccature comunque non deve preoccupare: sono indice di buona maturazione, e la polpa sarà dunque tenera e dolce.

Le varietà tipiche italiane sono Nespolone di Palermo, Nespolone di Trabia, Marchetto, Sciorta Don Pietro, Vaniglia, Nascuta. A livello commerciale sono utilizzate varietà ibride.

(tratto da “Nespole, un fresco sapore dimenticato”, di Elena Tibiletti, n.3, 2008)

 

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Come piantare e curare il frutteto familiare
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