I bulbi sono la soluzione ideale per chi ha poco tempo, non desidera spendere troppo e ama ottenere ottimi risultati senza eccessiva fatica. Non solo. Queste piante eccezionali, la cui incredibile energia vitale è racchiusa in bulbi o tuberi dall’aspetto secco e poco invitante, sono oggi di grande attualità in quanto si prestano bene al giardinaggio eco-friendly, basato sul desiderio di coltivare rispettando l’ambiente e consumando poca energia. Grandi soddisfazioni a questo proposito si ottengono in particolare se si scelgono le bulbose più piccole, in genere le più adatte a naturalizzarsi diventando spontanee, e spesso assai più facili e sicure rispetto alle varietà di tulipani alte e imponenti.
La terra si scalda… i bulbi si adeguano
A Londra, nei celebri Kew Gardens, gli scienziati hanno accertato che a causa del riscaldamento del pianeta dovuto alle attività umane, molte specie fioriscono ormai da alcuni anni con diversi giorni di anticipo rispetto al passato; in certi casi si parla di 60 giorni di anticipo su 50 anni di osservazione. Il dato è preoccupante e spinge i giardinieri più sensibili a prestare sempre maggiore attenzione a scelte eco-sostenibili. Fra queste c’è l’impiego di bulbi da fiore primaverili, che riescono a risparmiare fino al 70% di acqua durante il periodo di coltivazione rispetto ad altre annuali assai più esigenti.
Bulbi in fiore senz'acqua
Un esperimento condotto a Milano presso l’Orto Botanico di Brera ha accertato che diverse bulbose primaverili sono in grado di fiorire egregiamente per almeno 3 anni dalla piantagione, senza neppure una goccia d’acqua supplementare rispetto a quella caduta dal cielo tra ottobre e aprile.
Il segreto di questa capacità è insito nel DNA di queste piante, originarie di zone con inverni freddi e asciutti: altipiani della Turchia per i tulipani, bacino del Mediterraneo per narcisi e crochi, Medio Oriente per muscari e giacinti. A ciò si aggiunge il lavoro degli ibridatori che nei secoli hanno costantemente migliorato le varietà per ottenere il meglio sia sul piano estetico che su quello tecnico.
Eccezionali prestazioni di risparmio idrico sono offerte soprattutto dalle bulbose di piccola dimensione, capaci di fiorire con pochissima terra a disposizione e ideali per la naturalizzazione. E non è tutto qui: hanno scarsa necessità di fertilizzanti chimici e non è mai necessario usare antiparassitari.
Molte delle mini-bulbose primaverili hanno inoltre un altro vantaggio: piantate tra ottobre e novembre (ma anche dicembre, se non gela), sbocciano non appena si allenta la morsa del gelo: basta un raggio di sole tiepido a stimolare la rapida crescita dei germogli che spesso danno fiori prima ancora del fogliame.
I mini-bulbi migliori
E dunque, via con bordure, vasi e cassette colme di piccoli tesori, ad esempio Iris reticulata dai fiori violetti e Iris danfordiae, giallo sole. Minuscole, capaci di resistere al gelo, queste specie producono fiori di piccola statura ma molto vistosi, già aperti nei tiepidi raggi solari di metà febbraio, ma anche prima dove l’inverno si mantiene mite e soleggiato o negli angoli protetti di un balcone esposto a sud.
Precoci e incantevoli pure i crochi, da piantare a ottobre o, nelle zone in cui le temperature autunnali si abbassano presto, a settembre. A partire dall'autunno è facile trovarli in vendita in pianticelle fiorite o sul punto di sbocciare: una scelta ideale per il pronto effetto e per allestimenti in casa, ma non dimenticate che i bulbi di queste piantine assoggettate al regime di forzatura dovranno poi essere piantati all’aperto, e rifioriranno solamente l’anno successivo.
Tra le bulbose mini, alte pochi centimetri, ci sono: Anemone blanda in tanti colori dal bianco all’azzurro al violetto, con fiori a forma di margherita; la scilla e la chionodoxa, entrambe parenti strette del giacinto, ma di aspetto più morbido e naturale; e Fritillaria meleagris dai piccoli fiori a testa in giù, con petali dal disegno quadrettato. Questa fritillaria è fra le poche bulbose ad apprezzare un terreno costantemente piuttosto umido, in quanto è originaria dell’Europa settentrionale.
E poi c’è l’eccezionale muscari, una bulbosa che negli ultimi anni ha conosciuto un crescente successo. I suoi fiorellini alti da 10 a 20-25 cm secondo le varietà, dal bianco al blu profondo passando per tutte le declinazioni di questa gamma cromatica, sbocciano con grande facilità e abbondanza tanto in vaso come in piena terra e si prestano a combinazioni fantasiose con altre bulbose, tenendo presente che il periodo di fioritura è compreso fra la metà di marzo e la metà di aprile. E tra le specie di muscari ce n’è anche una che finisce in tavola: il lampascione (Muscari comosum), una specie di saporita cipolla dal gusto particolare, molto apprezzata nella cucina dell’Italia Meridionale, dove cresce spontanea. Oggi il lampascione è riuscito a meritare l’ingresso nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali d’Italia, su proposta della Regione Basilicata.
Per chi vuole sperimentare, ecco i bucaneve e i campanellini, spesso confusi tra loro (Galanthus nivalis il primo, Leucojum vernum il secondo), da piantare non oltre ottobre; i narcisi nani, ideali da forzare o da coltivare in vasi, cassette, ciotole ma anche in bordure e da inselvatichire nei prati; i giacinti, un po' statici e formali ma anche molto facili.
I narcisi crescono molto bene in vasi e cassette. I bulbi vanno collocati a poca profondità (nel dubbio, seguite la classica regola: piantare a una profondità pari al doppio dell'altezza del bulbo). La cassetta, in posizione soleggiata da ottobre-novembre in poi, non richiederà alcuna cura se non un po' d'acqua in caso di prolungata siccità con temperature stabilmente superiori allo zero. Le cure sono sempre poche, basta rispettare le poche regole di base: modesta profondità di piantagione, terreno leggero e aerato, esposizione soleggiata nei mesi invernali, assenza di persistente ristagno idrico.