glicine arrampicato su ippocastano.
Glicine arrampicato su ippocastano.
Il glicine è uno splendido rampicante per tralicci, muri e recinzioni, anche in varietà da balcone, anche bianco e rosa, per quinte di grande fascino

Come si può rinunciare al glicine, se abbiamo uno spazio esterno, giardino o terrazzo che sia? E infatti non si può non averlo, tanto più che adesso c’è una varietà specifica per la coltivazione in contenitore (vedi in fondo), anche sul balcone!

Un glicine che fiorisce da almeno una decina d’anni, addobbato mollemente su una recinzione o su una pergola o sul gazebo o su un albero, riempie gli occhi e il cuore, e pure il naso, dato il soave profumo che emana anche a grande distanza. Il colore è talmente particolare da aver preso il nome dalla pianta stessa, ma ne esistono specie e varietà in tinte diverse: glicine più o meno carico, rosa e bianco (questi ultimi due più delicati, sconsigliati in climi freddi, e meno invadenti).

Piante mature, espanse per decine di metri, sono in grado di invadere un’intera via con il loro sentore delizioso e, naturalmente, l’abitazione nel cui giardino la pianta si trova.

Supporti ROBUSTI

Nel caso in cui vogliamo ricoprire velocemente una pergola o un gazebo, il glicine, sebbene caducifoglio, è la scelta d’elezione per avere un’ombra fitta d’estate, insieme alla seconda fioritura in luglio-agosto e relativo profumo. Per coprire una recinzione ci vuole qualche anno, ma ugualmente otterremo l’effetto desiderato prima che con qualunque altra pianta.

Facciamo molta attenzione al tipo di supporto per arrampicarsi: il migliore è in legno, che va trattato con impregnante, ma che, inevitabilmente, dopo una ventina d’anni può spezzarsi. I sostegni in metallo, viceversa, non si spezzano ma si piegano sotto la forza dei tralci di glicine che negli anni lignificano, diventando un tutt’uno con il supporto.

Se si trova bene, incomincia a crescere a dismisura, lanciando tralci ovunque. Il rischio è quello di trovarsi con le persiane avvinghiate dai fusti, o il cancello stretto in una morsa. Per questo bisogna pensare bene a dove collocarlo, anche perché non tollera gli spostamenti, in quanto l’apparato radicale è molto esteso e subirebbe gravi danni. Teniamo presente che, già nei primi 10 anni può avere tralci di 10 m di lunghezza, e piante centenarie possono viaggiare anche per 30-40 m in lunghezza o in altezza. L’alternativa è, appunto, una potatura drastica ogni anno, che però penalizza la scenografia: perché accontentarsi di 2 mq di fioritura, quando potremmo averne 10 m se scegliamo il posto giusto?

La collocazione migliore è lungo una recinzione (ma lontano da cancelli) oppure accanto a un albero d’alto fusto (dall’abete al tiglio) sui cui rami possa arrampicarsi senza fare troppi danni. Meglio non metterlo accanto a un edificio: con le radici è in grado di sollevare il muro, o di penetrare in una cisterna.

Perché NON FIORISCE?

Il difetto più frequente è la mancata fioritura: piante giovani oppure adulte che producono solo foglie, a volte molto stentate nella crescita, altre volte rigogliose e serpeggianti, ma sempre, ostinatamente senza fiori. Molte le possibili cause: la pianta è nata da seme, e in questo caso può impiegare anche 20 anni prima di decidersi a fiorire; il consiglio è quello di acquistare sempre esemplari in fiore, per avere la certezza che vengano da innesto e quindi fioriscano anche da giovani.

Soprattutto Wisteria floribunda può impiegare anche 4-5 anni prima di ri-fiorire a casa nostra, perché, prima di impiegare energie nella produzione di fiori, deve assestare bene l’apparato radicale nella nuova collocazione.

Se il nostro glicine era fiorito in vivaio, e non rifiorisce entro i 5 anni dalla messa a dimora, allora gli dà fastidio l’ambiente in cui l’abbiamo messo: deve stare sempre in pieno sole, altrimenti non fiorisce; deve vivere fra 0 e 600 m slm perché teme il gelo che brucia i germogli; non può stare vicino alla costa perché il vento salso lo danneggia; non deve stare esposto a forti venti da nord che seccano le gemme.

Oppure sono le nostre cure a essere sbagliate: dal terzo anno di vita non va concimato, perché è una Leguminosa e il concime lo produce da sé, ma soprattutto non va mai concimato con un prodotto universale per giardino, i cui valori di nutrienti sono errati per il glicine, e men che meno con un concime per tappeto erboso, che fa sviluppare solo foglie e niente fiori. Deve essere potato ogni anno, una prima volta subito dopo la seconda fioritura, quindi in agosto, e una seconda volta in inverno, seguendo indicazioni ben precise: sbagliare la potatura pregiudica la fioritura l’anno successivo.

Infine ci sono esemplari particolarmente riottosi che, sebbene avessero già fiorito, siano stati messi in pieno sole nel posto giusto, non siano stati concimati, siano stati potati in maniera corretta, comunque non fioriscono, anche da una decina d’anni, senza una spiegazione plausibile.

DOVE metterlo

Preferisce terreni fertili e freschi, ma si adatta anche a quelli poveri, sassosi e asciutti. Non sopporta i suoli calcarei, frequenti nel Sud e causa di clorosi: i sintomi sono un fogliame giallastro, crescita stentata e fioritura compromessa. Come rimedio distribuiamo tutt’intorno alla pianta, 1-2 volte ogni anno, 30-50 g/mq di solfato di ferro e 50-100 g/mq di zolfo in polvere.

Pianta fra le più rustiche nei nostri climi, vive bene dalle coste fino ai 6-800 m d’altitudine; tollera il caldo intenso, il vento e la salsedine; ama il sole, soprattutto nel Nord e in montagna, mentre all’ombra fiorisce meno e più tardi.

Scegliamo una posizione in cui le robuste radici non danneggino muri o camminamenti: solo quelli in cemento resistono alla pressione radicale. Partendo da piante in vaso, qualunque stagione è adatta per la messa a dimora, sebbene nel Nord sia più idonea la primavera. Nella buca di 50 × 50 cm mescoliamo una palata di letame maturo con 200 g di concime a lenta cessione. Spargiamo uno straterello di terra e adagiamo sopra le radici. Copriamo con terriccio e bagniamo abbondantemente.

Essendo un rampicante, necessita di un sostegno, preferibilmente in legno. Lungo i tutori si indirizza il naturale avvolgimento dei rami di glicine nella forma voluta: a pergola, a spalliera, a colonna, anche attorno a un albero già grande e alto ecc. In alternativa, se piantato isolato in giardino, si comporta da insolito cespuglio!

Solo la POTATURA

Una volta piantato, in giardino o in vaso, le attenzioni ricorrenti si riducono al minimo: in piena terra per i primi 2-3 anni va bagnato costantemente senza eccedere e concimato in primavera e autunno con concimi a base di azoto e potassio; in vaso chiede acqua quando il terriccio si è asciugato in ogni stagione. Dal primo anno i tralci vanno indirizzati nella direzione e forma voluta, e dal secondo anno vanno potati.

Appunto, la potatura! È una pianta esuberante e disordinata: va potata in agosto, anche per favorire la maturazione delle gemme a fiore, accorciando i rami di un anno a 1 m di lunghezza (tranne quelli che devono salire per dare la forma voluta) ed eliminando polloni e stoloni al piede, cioè tutti i rametti nati alla base della pianta. In inverno si accorciano tutti i rami di un anno lasciando 4-6 gemme che fioriranno rigogliosamente in primavera, e si eliminano i rami danneggiati e i polloni.

Non teniamo i tralci tagliati: non danno origine a talee. Il glicine infatti si riproduce solo da seme (o da innesto), ma gli esemplari riprodotti da seme impiegano 10-20 anni per maturare al punto da fiorire: sono economici, ma di poca soddisfazione.

Quanto ai nemici, della clorosi (scolorimento delle foglie che ingialliscono) si è già detto: è causata da un terreno troppo calcareo e si risolve apportando terra e concime per acidofile. L’altro nemico sono gli afidi che possono aggredire piante in stress idrico con i primi caldi e fino a giugno: quando la pianta è in fioritura, possiamo irrorare solo il sapone molle o l’estratto d’aglio o il macerato di ortica; mentre alla caduta di tutte le corolle possiamo utilizzare anche piretro o olio di Neem (sono tossici per le api).

glicine
Glicine 'Amethyst falls'

Coltivare il glicine in VASO

Da una ventina d’anni il glicine è coltivabile anche sul terrazzo, rispettando alcune condizioni precise. Innanzitutto la scelta della varietà: Wisteria frutescens ‘Amethyst Falls’, l’unica che è stata selezionata apposta per vivere in vaso. Infatti, tutti gli altri glicini non sopravvivrebbero più di 4-5 anni, perché hanno bisogno della quantità di terra che solo il terreno può garantire. Anche ‘Amethyst Falls’ comunque ha un potente apparato radicale che richiede una grande quantità di terriccio, per cui necessitano vasi di almeno 40 cm di diametro, a forma di mastello o tinozza, e rinvasi ogni anno fino alla massima dimensione sostenibile. Il terriccio deve essere per metà per piante fiorite e per metà torba, con 5 cm di ghiaia sul fondo. Naturalmente serve un robusto traliccio in legno per l’arrampicata: indirizziamo noi i tralci, in modo che non sconfinino. Utilizziamo concimi acidificanti e acqua d’irrigazione decalcificata, per non far salire il pH del terreno, che porta alla clorosi. Non facciamo mancare l’acqua soprattutto in luglio-agosto, quando si formano le gemme a fiore per l’anno successivo. Infine è sempre sconsigliabile coltivare in vaso W. floribunda, i cui lunghi grappoli patiscono per l’ambiente ristretto e offrono risultati estetici deludenti.

Il glicine attira gli INSETTI

Il suo profumo dolcissimo attira migliaia di api e bombi (non vespe) che visitano le corolle per suggere il nettare, ogni giorno per tutta la durata della fioritura. E oltre agli insetti alati ci sono anche legioni di formiche che passeggiano su tralci e foglie per raggiungere i fiori e prelevare anch’esse il dolce nettare: per queste si possono mettere le fasce adesive sui tronchi della pianta, ma saranno poche le formiche che verranno fermate. Per api e bombi non ci sono (per fortuna) deterrenti. L’unico consiglio sensato è: se siamo allergici alla puntura delle api, non mettiamo un glicine in giardino o in terrazzo.

Glicine, il viola che conquista, anche in vaso - Ultima modifica: 2024-04-14T06:27:12+02:00 da Elena Tibiletti