LA BORRAGINE (Borago officinalis) appartiene alla famiglia delle Borraginacee, e come tutte le piante di questa famiglia, è caratterizzata da peli spinulosi sparsi sul fusto e sulle foglie. Pianta annua o bienne, nasce con una rosetta di foglie basali ovate da cui si innalzano i fusti fioriferi, alti 20-50 cm. Tra febbraio e agosto fiorisce di continuo, con bei fiori a cinque petali di colore azzurro-violetto, non molto grandi, portati in una specie di spiga con la punta arrotolata.
Proprio i fiori rappresentano il punto di forza della piantina, e non solo perché linguaggio dei fiori la borragine esprime il coraggio. Essi possiedono uno spiccato potere colorante, ben noto ai tintori, che in passato ricercavano questa pianta per tingere le stoffe di turchese o verde acquamarina. Inoltre, gli apicoltori esperti sanno che la borragine è una pianta molto gradita alle api, che individuano facilmente il colore azzurro dei fiori, grazie ai quali possono produrre grandi quantità di miele (che, non dimentichiamolo, mantiene le stesse proprietà medicinali della pianta dalla quale è stato ricavato).
Storia e curiosità sulla borragine
Non si sa con esattezza quale sia l’origine del nome latino borago: secondo alcuni autori potrebbe provenire dall’arabo abou “padre”, e rash “sudore”, poiché la pianta ha spiccate proprietà sudorifere.
Dato che la pianta non viene citata in alcun testo dell’antichità, gli storici botanici suppongono che sia stata introdotta durante l’Alto Medioevo dall’Africa in Spagna, da dove si è abbondantemente diffusa nel continente europeo. Alberto Magno nel XIII secolo la descrive come “generatrice di buon sangue”, mentre P.A. Mattioli la consiglia per curare la debolezza del cuore. Il Re di Francia Luigi XIV esigeva che i fiori della borragine non mancassero mai nei giardini di Versailles; nello stesso periodo e anche oltre, i fiori azzurri venivano presi come modello da ricamare sulle tele. Il medico inglese John Gerard, vissuto nel XVI secolo, affermava che un’insalata contenente foglie di borragine “conforta il cuore, scaccia le pene; mette la gioia nel cuore e rapisce lo spirito”. Infine, l’erborista inglese Nicolas Alexandre nel 1716 asseriva nientepopodimeno che la piantina “rallegra gli spiriti vitali e animali infettati dalla bile nera”.
Coltivazione e raccolta
Pianta rustica, la borragine abbonda soprattutto nei terreni non coltivati: bordi di stradine di campagna, giardini abbandonati, macerie, siepi e scarpate sono i luoghi dove la dovete cercare. È presente in tutta Italia; tuttavia, poiché teme il freddo intenso, è molto comune solo dalle coste toscane e marchigiane in giù; per lo stesso motivo in altezza si spinge solamente fino alla media montagna.
In climi miti è anche possibile coltivarla: si semina nell’orto o in un vaso (si adatta bene a qualunque terreno, anche sassoso e asciutto) e si raccoglie durante tutto l’anno, avendo cura di tagliare la pianta al di sopra delle prime due foglie di base, in modo che la piantina ricresca rapidamente. Le bustine con i semi sono facilmente reperibili, dopodiché basterà lasciar andare a seme alcune piantine per garantirsi la rinascita l’anno successivo. Numerose piante di borragine bruciate nell’orto o in giardino forniscono al terreno un ottimo concime, sano ed ecologico, grazie all’alto contenuto di potassio e di calcio che rimane nella cenere.
Quanto alla raccolta, i peli che rivestono i fusti e le foglie della borragine hanno una consistenza quasi spinosa, anche se non pungono come le spine vere e proprie. È quindi consigliabile armarsi di guanti e comunque di un coltellino, con il quale recidere le foglie e le sommità fiorite. Il periodo migliore per la raccolta è nei mesi compresi tra febbraio e aprile.
Foglie e fiori da impiegare in erboristeria vanno lasciati seccare all'ombra in un luogo fresco e ventilato, rivoltandoli di frequente affinché non anneriscano; le foglie vanno poi riposte in sacchetti di carta, mentre i fiori si conservano in vasi di vetro al riparo dalla luce. Non esistono invece sistemi validi di conservazione della borragine da utilizzare in cucina: bisogna perciò accontentarsi di consumarla solo in primavera e in estate, raccogliendola dall’orto o nei campi, o anche acquistandola a mazzetti nei mercati delle erbe (per esempio a Padova, a Brisighella o a Casola Valsenio).
Borragine, impiego erboristico
Questa pianticella, bella nonostante l'aspetto irsuto, buona e scacciapensieri (non per niente è stata definita come "la pianta del buonumore") è ultimamente al centro di una diatriba fitoterapeutica: alcune fonti scientifiche infatti riferiscono che contenga alcaloidi tossici, e quindi sconsigliano l’impiego di foglie e fiori sia per tisane sia in cucina, utilizzi che datano addirittura al Medioevo. Sarebbero sicuri solo i semi, dai quali si estrae un preziosissimo e innocuo olio, ricco di acidi grassi essenziali omega 3 e omega 6, e quindi ottimo per abbassare il colesterolo nel sangue, ma eccezionale anche se applicato direttamente sulla pelle, perché possiede enzimi antiossidanti e può contribuire ad accelerare il processo di riparazione della pelle, combattendo le rughe.
Tuttavia, le tisane a base di foglie e fiori di borragine sono ancora comunemente in vendita nelle erboristerie, perché altre fonti scientifiche non confermano questo allarme circa la presunta tossicità, ma continuano anzi a citare la borragine come una pianta dotata, soprattutto nelle parti verdi, di sali minerali (magnesio, calcio, fosforo e potassio), olio essenziale, mucillagini, flavonoidi, saponine, resine e tannini. Grazie a tutte queste sostanze la pianta ha proprietà emollienti, astringenti, rinfrescanti, diuretiche e depurative, ed è anche un ottimo sudorifero.
Per calmare i dolori reumatici è consigliabile l’uso di questo decotto: fate bollire 10 g di foglie secche in un litro d’acqua per mezz’ora, filtrate, addolcite con miele e bevetene tre-quattro bicchieri al giorno. In caso di irritazioni della pelle, fanno miracoli gli impacchi con acqua e un pugno di foglie e fiori in acqua bollente.
Usare la borragine in cucina
In cucina, i bellissimi fiori azzurri possono essere usati per vivacizzare il colore di minestre asciutte “pallide” o di insalate “importanti”. Si può anche creare un personalissimo aceto azzurro: ponete una ventina di fiori a macerare in un litro di aceto di vino bianco e lasciateveli per circa un mese; filtrate prima di consumarlo.
Naturalmente, come tutte le piante spontanee la borragine va pulita accuratamente prima dell’uso, anche perché tra i suoi fitti peli rimane facilmente qualche granello di terriccio. Il metodo migliore per togliere tutte le impurità consiste nel lavarla bene sotto l’acqua corrente, immergendola poi per 10 minuti circa in una bacinella d’acqua nella quale avrete spremuto il succo di almeno un limone. Se vi accorgete che le nervature delle foglie sono troppo dure, toglietele incidendole con un coltellino e sfilandole delicatamente dalle foglie.
Le foglie si cuociono con pochissima acqua (mezzo bicchiere può bastare) e per pochi minuti. Eventualmente è possibile scottarle per uno-due minuti in acqua bollente e poi congelarle, per utilizzarle fuori stagione come gli spinaci.
Zuppa di borragine
Ingredienti per 4 persone: 200 g di foglie e 15 fiori di borragine già puliti, 80 g di pasta corta, 20 g di pinoli, 1 acciuga sotto sale, 1 spicchio d’aglio, 1 ciuffo di prezzemolo, 10 g di funghi secchi, 1 cucchiaio di salsa di pomodoro, 2 cucchiai di olio d’oliva. Scottate per circa tre minuti le foglie in una pentola d’acqua salata, scolatele (mettendo da parte l’acqua di cottura) e tritatele finemente al mixer fino a ottenere una crema. Ponete in una casseruola, assieme all’olio, l’acciuga dissalata, diliscata e fatta a pezzetti e lasciatela disfare a fuoco basso. Quando è sfatta, unite un trito di prezzemolo e aglio, e i funghi rinvenuti in acqua tiepida e ben strizzati. Aggiungete poi i pinoli pestati nel mortaio e stemperati in poca acqua tiepida, e la salsa di pomodoro. Fate insaporire per sette-otto minuti, aggiungete la crema di borragine, mescolate a fuoco basso per due minuti, poi versate l’acqua di cottura della borragine. Portate la zuppa a bollore, aggiungetevi la pasta e terminate la cottura. Lasciate raffreddare per cinque minuti, decorate con i fiori e servite subito, accompagnando con crostini di pane leggermente abbrustoliti.