Le bietole (Beta vulgaris var. cycla) appartengono alla famiglia delle Chenopodiacee, della quale fanno parte anche la barbabietola rossa e quella bianca da zucchero. Possono essere sia da costa (anche note come ‘coste’), delle quali si consumano sia le foglie sia i grossi gambi bianchi e carnosi, sia da foglia (anche note come ‘biete’ o ‘erbette’), di cui si mangiano le foglie dal sapore delicato.
Si tratta di una specie ortiva a ciclo biennale, annuale in coltivazione. È disponibile in una gamma molto vasta di varietà del gruppo delle bietole da erbucce o da foglia, con cespi di dimensioni più contenute e piccioli poco sviluppati, e delle bietole da costa, con grandi foglie e coste larghe, spesse, carnose e di colore verde pallido, bianco, argento, giallo, arancione, rosso o rosa-violetto.
4 consigli per coltivare le bietole
• Ha buona tolleranza alle basse temperature (sopravvive per brevi periodi anche a –1/–3 °C) e si adatta ai climi più caldi e siccitosi. Il letto di semina deve essere soffice, libero da infestanti e ben livellato; durante la vangatura si incorporano 20-30 kg di letame ogni 100 mq, mentre l’azoto si somministra durante la coltivazione. Avvicendamenti e consociazioni sono gli stessi dello spinacio.
• Si semina a dimora su file a distanza di 30-50 cm con piante, dopo il diradamento, a 20-40 cm l’una dall’altra, alla fine dell’inverno (febbraio-marzo) per raccolti estivi, e in autunno (settembre-ottobre) per quelli primaverili. Si può anche ricorrere al trapianto, soprattutto per la bietola da costa.
• L’annaffiatura deve essere costante; le sarchiature vanno eseguite a cadenze regolari per mantenere il terreno libero da infestanti.
• La raccolta delle bietole da costa si esegue asportando le foglie che hanno raggiunto la maturazione (20-30 cm di altezza) e può protrarsi dai 60-80 fino ai 120-150 giorni; se si spezzano alla base (senza lasciare monconi) il cespo ne produrrà sempre di nuove sino a fine stagione. Per le cultivar da taglio si sfalcia il cespo a pochi centimetri dal terreno, per favorire il ricaccio della pianta.
Malattie e parassiti
Nell’orto la bietola è soggetta alle avversità tipiche di tutte le Chenopodiacee. Tra i patogeni più diffusi ricordiamo cercospora (Cercospora beticola), meglio conosciuta come “vaiolatura”, ruggine (Uromyces betae) e peronospora (Peronospora farinosa), funghi che manifestano la loro azione a carico degli apparati fogliari e che possono essere contenuti riducendo i ristagni idrici, adottando ampi sesti d’impianto, ricorrendo a equilibrate concimazioni azotate, evitando, quando possibile, la bagnatura degli apparati fogliari e distruggendo la vegetazione infetta, oppure intervenendo con prodotti chimici a base rameica. L’oidio (Erysiphe betae), riconoscibile per la comparsa sulle foglie del tipico micelio biancastro, viene controllato con applicazioni a base di zolfo.
Tra i fitofagi ricordiamo insetti terricoli (lumache, limacce, grillotalpa, nottue ecc.) ed elateridi (o “ferretti”), i cui attacchi si possono essere limitati riducendo l’umidità negli strati superficiali del suolo o interrando nelle aiuole esche costituite da tuberi di patata; contro le infestazioni afidiche si consigliano interventi con piretrine naturali.
Gravi danni alla coltura possono essere arrecati anche dall’altica, o pulce di terra (Chaetocnema tibialis), responsabile di erosioni fogliari, e dalla mosca della bietola (Pegomya betae), dittero minatore delle foglie, contro i quali risultano efficaci rispettivamente applicazioni con piretro ed estratti di aglio o cipolla.
Proprietà nutrizionali delle bietole
Le foglie, caratterizzate da un limitato valore energetico, sono ricche in acqua (oltre il 94%), presentano un buon contenuto in vitamine (A, B e C in particolare) e sali minerali (calcio, fosforo, ferro, ecc.) e godono di azione rinfrescante e regolatrice per l’intestino.
Il loro estratto viene impiegato in cosmetica per la preparazione di prodotti efficaci contro gli arrossamenti e le irritazioni della pelle.
A tavola la bietola si presta alla realizzazione di numerose ricette. Può essere consumata al naturale, cotta in insalata, a vapore o brasata, o essere utilizzata come ingrediente per nutrienti minestroni, zuppe, passati, e pietanze (sformati, frittate e torte salate). I piccioli possono essere cucinati come il cardo o l’asparago e serviti con burro fuso o formaggi, mentre le foglie, specie nel periodo estivo, possono costituire una gustosa alternativa agli spinaci. Per voi, la ricetta dell'Erbazzone con bietole, porri e formaggio.
Un consiglio: nelle cultivar a coste più spesse è opportuno, prima della cottura, asportare i filamenti presenti nelle costolature, al fine di renderle più tenere e migliorarne la digeribilità.