Gli agrumi sono antichi di milioni di anni: già gli Egizi ne usavano le essenze per imbalsamare le mummie e gli ebrei li consideravano frutti sacri. Sono i “frutti d’oro” dell’inverno: offrono un’infinità di specie e varietà, tutte riconducibili a 3 generi: Citrus, il gruppo più ampio e diffuso, Poncirus (l’arancio trifogliato) e Fortunella (il kumquat).
Gli agrumi sono originari dell’Asia orientale, dall’Himalaya alla Cina fino alla Malesia, dove già diversi secoli prima di Cristo si coltivavano cedri, pomeli, kumquat. La loro coltura fu sviluppata in Mesopotamia dagli abilissimi agricoltori babilonesi. Gli Arabi li portarono prima nel Medio Oriente e poi nel bacino del Mediterraneo. Ci pensarono poi i Portoghesi a diffondere nei Paesi occidentali la maggior parte delle specie oggi conosciute.
In Europa, il primo a sbarcare fu il cedro (Citrus medica), già citato da Teofrasto nel 300 a. C. e conosciuto da Plinio il Vecchio. Nel nostro Paese, la produzione di agrumi si concentra nelle regioni meridionali, con la Sicilia capofila, seguita dalla Calabria: qui, le arance sono coltivate da tempi così lontani che ancora si può trovare perfino il melangolo a frutto dolce, uno dei primi agrumi giunto nel bacino del Mediterraneo, oggi rarissimo.
Agrumi, un acido molto prezioso
Il termine agrume deriva dal latino acris, che significa acidulo, per il caratteristico sapore aspro della polpa. Questo è dovuto principalmente all’acido citrico, sostanza che regala il potere dissetante, astringente e rinfrescante.
I nostri antenati sapevano già che questi frutti sono quasi farmaci naturali. Da sempre la medicina popolare ne sfrutta la capacità disinfettante e battericida, oggi ampiamente dimostrate dalla ricerca scientifica. Tutti gli agrumi sono ricchi di vitamina C, o acido ascorbico: basta un’arancia a soddisfare il fabbisogno giornaliero di questa vitamina. L’alto contenuto di vitamine A, B e P, bioflavonoidi, sali minerali e acidi organici rende questi frutti preziosi per la circolazione sanguigna, la digestione, la bellezza della pelle e per rafforzare il sistema immunitario.
I più diffusi e i più insoliti
Dopo le banane, l’arancia è oggi il frutto più consumato nel mondo. E il limone (Citrus limon) non è da meno: ornamentale, versatile in cucina, ricchissimo di principi terapeutici, è una coltura importante in tutto il mondo: in Italia si identifica con l’aromatico Femminello IGP, i limoni di Procida, giganteschi, e i limoni cedrati di Sicilia.
Del mandarino classico (Citrus deliciosa) vengono sfruttati molti ibridi che ne hanno progressivamente migliorato sapore e proprietà: dal mandarancio o clementine (incrocio con l'arancio amaro) ai tangeli o mapo (incrocio con il pompelmo).
L’agrume più grande è il cedro (Citrus medica): i suoi frutti possono pesare fino a 1 kg si utilizzano per produrre canditi e sciroppi. Ma anche certi agrumi tropicali, come i pomelo, arrivano a dimensioni considerevoli, con frutti dal diametro di 30 cm! Al lato opposto della scala, il più piccolo degli agrumi è il kumquat, detto anche fortunella, che si consuma intero.
La limetta o lime (Citrus aurantifolia), originaria dell'arcipelago malese, viene usata anche come pianta ornamentale perché è graziosa, sempreverde e può fiorire tutto l'anno; i suoi frutti verdi, dal sapore acidulo, sono utilizzati in cucina e profumeria.
Il pompelmo, dal bellissimo nome di Citrus paradisi, è forse l’unico agrume di origine non asiatica. Teme molto il gelo. La pianta è molto vigorosa, alta fino a 12 metri, con forma tondeggiante e fogliame denso.
Ibrido naturale dell’arancia amara, il bergamotto (Citrus bergamia) dà un olio essenziale molto ricercato, ingrediente base dell'acqua di colonia, di dolci e liquori. Dalla Calabria arriva il 90% della produzione mondiale. L’albero, di modesto vigore, produce fiori profumatissimi e arance verde-gialle, amarognole, con buccia sottile, liscia, aromatica.
Il chinotto (Citrus myrtifolia) produce piccole arance dal sapore amaro e acido utilizzate per produrre la classica bibita. In Italia viene coltivato nella Riviera Ligure di Ponente. È un piccolo albero compatto, con foglie simili al mirto e fiori piccoli e profumati, molto adatto alla coltivazione in vaso.
L’antichissimo pomelo (Citrus maxima) è oggi una rarità. Forma un albero arrotondato alto fino a 6 m, e produce frutti grandi, globosi o piriformi, con polpa acidula e gustosa.
Quasi sconosciuti nel nostro Paese sono la papeda delle Mauritius o combava (Citrus hystrix), dai frutti verdi e aspri con buccia rugosa, e il graziosissimo kucle (Fortunella margarita x Citrus reticulata), che mantiene a lungo sulla pianta i frutti arancio agrodolci simili al kumquat. Se volete provare qualcosa di veramente particolare, provate Citrus aurantium "Bizzarria", che presenta contemporaneamente frutti dell'arancio amaro, del limone cedrato e altri bitorzoluti, gialli, arancio e verdi, con caratteristiche di entrambe le specie: una collezione di agrumi su un solo albero!