In gennaio le giornate pian piano si allungano e, anche se la primavera è ancora lontana, in giardino c’è già aria di risveglio, grazie ad alcune piante che escono dal riposo e rinascono improvvisamente, con fioriture meravigliose, tanto più spettacolari in quanto non offuscate dal tripudio di colori proprio della primavera matura: sono piante a fioritura precoce, che schiudono i loro boccioli mentre le altre ancora dormono. Basta che il sole riscaldi un poco più la terra per riattivare rapidamente il loro ciclo vitale. Alla base vi sono complessi meccanismi fisici, chimici e ambientali, che fanno sì che ogni pianta si risvegli solo nel momento più opportuno per le sue caratteristiche ed esigenze. Le piante precoci, per esempio, preferiscono fiorire nella stretta del freddo invece che al tepore dei raggi solari: hanno infatti fiori poveri di acqua, poco adatti a sopportare il caldo.
Perché esiste la precocità?
Ma perché esistono le fioriture precoci? La natura ama la diversificazione e vuole evitare che le piante germogliano tutte simultaneamente. Germinando appena l’inverno è terminato, alcune specie si garantiscono maggiore spazio ed evitano di competere con le numerose specie primaverili: uno stratagemma per produrre il maggior numero di semi possibile nel minor tempo possibile. A queste piante poco importa che il terreno, gelato e provato dall’inverno, sia povero di sostanze nutritive: sono infatti dotate di organi dove tengono quanto occorre loro per produrre fiori e semi, e quindi riprodursi. Oltre alle gemme, molte di loro possiedono organi sotterranei (bulbi, tuberi, rizomi) dove sono immagazzinate le sostanze accumulate nell’estate.
I fiori prima di tutto
Le piante che fioriscono a fine inverno non portano beneficio solo a se stesse, ma anche al loro habitat: il giardino viene illuminato in un momento in cui tutto intorno è ancora nudo, spoglio. Viburno, maonia, forsizia, calicanto, mimosa (Acacia rustica), cotogno giapponese, camelia (Camellia sinensis), Enkianthus, gelsomino giallo (Jasminum nudiflorum) sono alcune delle specie che permettono di godere di una primavera anticipata.
Insieme a un gran numero di bulbose (crochi, bucaneve, narcisi, muscari, anemoni) le cui forme coltivate derivano spesso da meravigliose specie selvatiche, che ogni anno colorano improvvisamente prati e pendii ancora innevati. Molte piante a fioritura precoce schiudono gemme e boccioli prima ancora di venire allo scoperto, quando sono ancora sotto la neve. Alcune di queste hanno sviluppato un meccanismo per cui i fiori compaiono prima ancora delle foglie (per esempio i pruni da fiore, il calicanto, Viburnum bodnantense): questo permette loro di concentrare tutta l’energia nell’impollinazione e nella riproduzione.
Stratagemmi di difesa dal gelo
Ma come fanno le piante a risvegliarsi proprio al momento giusto e a difendersi dal freddo? Una gelata improvvisa, prolungata o tardiva, infatti, potrebbe danneggiare la fioritura e i tessuti giovani e delicati. La natura ha perciò messo in atto dei trucchi, come la vernalizzazione, ovvero il meccanismo per cui semi e gemme devono “sentire” l’inverno, cioè un periodo prolungato di freddo, prima di poter germogliare. Questo evita loro di sbagliarsi e sbocciare anzitempo, alla prima giornata di sole nel cuore dell’inverno.
Viceversa, se il periodo di freddo invernale è troppo breve, la gemma rischia di germogliare in un momento diverso da quello naturale con gravi danni per la pianta. Accanto alle gemme che si risvegliano, poi, ne rimane sempre qualcuna dormiente: una strategia astuta per assicurare alla pianta una riserva di gemme pronta ad attivarsi se quelle già emesse muoiono per qualche motivo. I fiori più precoci, inoltre, hanno ulteriori stratagemmi: basti pensare ai fiori del calicanto, così sottili da sembrare una pergamena, poveri di acqua per evitare il rischio di ghiacciarsi.