Oltre ai parassiti animali descritti nel post Parassiti animali: lotta obbligatoria per 6, ci sono anche dei patogeni batterici o virali estremamente pericolosi che vanno contrastati mediante lotta obbligatoria. Tra questi i più importanti sono:
1) SHARKA (= Vaiolatura delle Drupacee)
La malattia è causata da un terribile virus (Plum Pox Virus) che colpisce le Drupacee (pesco, albicocco,susino, ciliegio, mandorlo, ma anche prugni e ciliegi ornamentali o selvatici) contro il quale non esistono rimedi. Si manifesta sulle foglie sotto forma di linee o cerchi clorotici, soprattutto alla ripresa vegetativa, i fiori sono caratterizzati da screziature di color rosa scuro, colpendo una o poche branche dell'albero. Sulle pesche appaiono, poco prima della maturazione, anelli dal bordo clorotico, sulle nettarine deformazioni rossastre, sulle susine e sulle albicocche infossature rotonde, spesso con caduta precoce del frutto. Il virus viene trasmesso da afidi che vanno combattuti soprattutto se presenti in una zona a rischio, anche se è molto difficile dato che sono afidi non strettamente infeudati col pesco (es. Myzus persicae). Si previene controllando i peschi alla fioritura e le altre Drupacee alla ripresa vegetativa, il momento di maggior virulenza del patogeno, e controllando la flora spontanea che spesso fornisce nutrimento ai vettori della malattia. La malattia è diffusa in tutta Italia, in particolare nella zona nord-orientale e in Emilia Romagna. Il D.M. 28/7/2009, GU n. 235 del 9/10/2009 disciplina la lotta obbligatoria, rendendo inderogabile la segnalazione al Sfr dei casi sospetti e l'estirpazione delle piante colpite.
2) SCOPAZZI DEL MELO
La malattia si manifesta in estate con una sovrapproduzione di germogli sui rami dell'anno, la pianta assume l'aspetto di scopa (da qui il termine di scopazzi), la vegetazione appare molto fitta e poi, nella primavera successiva, anticipa la ripresa vegetativa, Il patogeno è un fitoplasma (Proliferation Phytoplasma-APP), noto da 70 anni in Italia, dov'è presente lungo le Alpi dal Piemonte al Friuli. I fitoplasmi sono batteri senza parete cellulare che colpiscono numerosissime piante, tra queste la vite (flavescenza dorata), il melo e altre aventi un ruolo economico fondamentale, da qui la necessità di intervenire tempestivamente. La pianta colpita produce frutti molto piccoli e verdi, con picciolo lungo e sapore erbaceo amarognolo, e può rifiorire in agosto-settembre. Le foglie possono essere più piccole del normale, allungate e con bordo seghettato. In settembre una parte della chioma o tutta assume un colore rosso porpora. La trasmissione può avvenire mediante insetti vettori, l'innesto o i contatti fra le radici. Fra i primi si annoverano Cacopsilla melano-neura e C. picta (psille del melo); negli innesti, se si utilizzano marze infette la trasmissione supera l'80%, mentre ferite e tagli di potatura sembra non siano coinvoilti nella trasmissione della malattia. Non esistono mezzi di lotta, se non l'estirpazione delle piante infette, (D.M. 23/2/2006, GU n. 61 del 14/3/2006). Controllate periodicamente i meli, svolgete i trattamenti insetticidi contro le psille e innestate solo marze sane.
3) FLAVESCENZA DORATA
Il sintomo più evidente che si può notare su una vite colpita da questo fitoplasma è un ingiallimento della lamina fogliare accompagnato da mancata lignificazione dei tralci e accartocciamento della foglia. L'agente infettivo è un fitoplasma trasmessa da una vite all'altra da una cicalina Scaphoideus titanus che deve essere contrastata mediante lotta obbligatoria (D.M. 31/5/2000, GU n. 159 del 10/7/2000). Da aprile in poi gli adulti vanno monitorati mediante trappole; le larve, che tra maggio e luglio pungono la pagina inferiore delle foglie basali, si combattono 30 giorni dopo le prime nascite, nella seconda decade di giugno, con olio di Neem o piretro. Le piante colpite devono essere distrutte.
4) COLPO DI FUOCO BATTERICO (Erminia amylovora)
La malattia è controllata mediante lotta obbligatoria attraverso il D.M. 10/9/1999, GU n. 243 del 15/10/1999: le piante colpite vanno estirpate, non esistendo altri mezzi di difesa. Nelle zone più soggette sussistono ulteriori obblighi:
a) il divieto di mettere a dimora nuovi esemplari di specie interessate, b) la piantagione di materiale certificato sano, c) la presenza di sufficiente spazio vitale fra un soggetto e l'altro, d) la riduzione delle concimazioni azotate, e) l'assenza di irrigazioni soprachioma.
Dalla primavera ispezionate periodicamente alberi e cespugli di Rosacee, e al primo sospetto asportate e bruciate le parti colpite e disinfettate con rame, che va irrorato anche in inverno e dopo la sfioritura sui fruttiferi.
5) CANCRO COLORATO DEL PLATANO (Ceratocystis fimbriata)
Si tratta di un fungo ascomicete, patogeno solo per il platano; ne causa il completo disseccamento. Penetra negli alberi solo tramite ferite (radicali, di potatura o dovute a traumi meccanici). Si tratta di una malattia difficile da diagnosticare, perchè si manifesta sotto forma di disseccamenti più o meno estesi della chioma, mentre sulle parti legnose compaiono depressioni e fessurazioni; la corteccia assume una colorazione bruno-violacea (donde il nome comune). Purtroppo non c'è nulla da fare: una volta insediato il patogeno, l'albero è condannato a morire anche nel giro di pochi mesi. Proprio a causa dell'ineluttabilità della fine, questa malattia è soggetta a lotta obbligatoria sin dal 1987. La normativa oggi in vigore (D.M. 29/2/2012, GU n. 100 del 30/4/2012) prevede che i platani infetti e anche quelli a essi adiacenti anche sani, siano prontamente abbattuti. Inoltre, sempre allo scopo di evitare ferite agli alberi e, quindi, di diffondere l'infezione, tutte le potature ai platani (anche a quelli dei giardini privati) devono essere preventivamente autorizzate dal Sfr di zona ed effettuate secondo precise modalità.
La malattia è causata da un fungo chiamato Phoma tracheiphila. Colpisce gli agrumi tra cui limone, cedro e bergamotto; si manifesta sulle foglie e poi su germogli, rami e tronco. I primi sintomi appaiono sulle foglie apicali, che ingialliscono a partire dalle nervature principali e poi cadono; quindi l'infezione passa ai rametti iniziando dai germogli, che si seccano; infine viene attaccato il tronco che può fessurarsi mostrando un caratteristico legno color salmone. Alla fine si secca la pianta, dall'alto verso il basso, con un decorso lento. Viceversa, se l'infezione prende avvio dalle radici o dalla base del tronco, si ha la morte in breve (andamento fulminante).
Si previene con: a) utilizzo di portainnesti poco sensibili o tolleranti alla malattia, (l'arancio trifogliato, Poncirus trifoliata); b) effettuando potature solo in maggio-giugno; c) non eccedendo con le concimazioni azotate; d) in zone soggette a nubifragi o grandinate gli agrumi vanno protetti con frangivento o riparati sotto un porticato o con una rete antigrandine; e) su tutti gli agrumi, in caso di gelate, forti venti, piogge tempestose o grandine effettuare un trattamento con rame.
Si cura (obbligatoriamente in base al D.M. 17/4/1998, GU n.126 del 2/6/1998) eliminando il fogliame colpito e i rami secchi, tagliando almeno 30 cm nella parte sana, disinfettando gli attrezzi e proteggendo le superfici di taglio con mastice o pasta per tronchi o sali di rame; trattando con prodotti rameici (es. poltiglia bordolese, solfato di rame, ossicloruro di rame ecc.) 2 volte a distanza di 15 giorni, fra ottobre e aprile.
7) TRISTEZA DEGLI AGRUMI
Citrus Tristeza Virus (CTV) causa la tristeza degli agrumi, i cui sintomi variano secondo la specie, la cultivar e l'ambiente. In generale si notano sofferenza e deperimento dell'albero fino alla morte, defogliazione, disseccamenti, riduzione della fruttificazione. Sul legno appaiono estroflessioni e avvallamenti, con essudati gommosi in caso di scortecciamento. A volte la morte è fulminante, per chiusura in pochi giorni dei vasi linfatici. Il virus è veicolato dall'afide bruno (Toxoptera aurantii) e colpisce tutti gli agrumi, compresi quelli ornamentali, soprattutto se il portainnesto è l'arancio amaro. Il CTV è soggetto a lotta obbligatoria in base al D.M. 31/10/2013, GU n. 23 del 29/1/2014, con espianto degli alberi colpiti e bruciatura dei residui. Regola aurea per contenere la malattia è acquistare esemplari certificati virus-esenti con il Poncirus come portainnesto.
8) MORIA DEL KIWI
Giunto nel 2006, noto come cancro batterico dell'actinidia (PSA, Pseudomonas syringae pv. actinidiae), verso il quale sono attivi il D.M. 7/2/2011, GU n. 69 del 25/3/2011, e il D.M. 20/12/2013, GU n. 62 del 15/3/2014. Colpisce tutte le specie e varietà di kiwi coltivato, a polpa verde e a polpa gialla. Il batterio è attivo con temperature tra 10 e 20 °C, inoltre favorisce l'infezione la bagnatura delle piante. Le infezioni avvengono in primavera-inizio estate e in autunno-inverno. Le prime si manifestano come maculature fogliari, avvizzimenti di germogli e necrosi dei fiori; le seconde come disseccamenti di tralci e di tronchi talvolta associati a cancri rilevabili all'inizio della ripresa vegetativa. Il patogeno penetra attraverso stomi, lenticelle e ferite. Il decorso può essere molto rapido e portare a morte la pianta in pochi mesi. Particolarmente pericolosa è la colonizzazione dei tessuti vascolari, spesso invisibile esternamente, che può determinare il disseccamento di parti aeree e consentire al batterio la sopravvivenza nella pianta e la diffusione. Si previene mediante l'adozione di accorgimenti, quali:
a) ispezione con regolarità le piante alla ricerca di sintomi, b) usare sistemi di irrigazione a goccia, c) effettuare una potatura invernale e una potatura verde di arieggiamento d) sfalciare periodicamente l'erba per mantenere le piante in equilibrio dal punto di vista nutrizionale e) evitare di lasciare con la potatura invernale più di 14-16 gemme per tralcio, f) disinfettare gli attrezzi impiegati per la potatura, g) intervenire entro 24-48 ore con prodotti rameici in caso di grandinate, raccolta dei frutti, caduta delle foglie, potatura invernale.
In presenza della malattia tagliate e bruciate subito le parti colpite disinfettando la ferita.
9) MORIA DELL'OLIVO
Nei confronti del Complesso del disseccamento rapido dell'olivo (CDO) causato dal batterio Xylella fastidiosa è attivo un programma di lotta imposta dall'Unione Europea in quanto è estremamente pericoloso: basti pensare che è stato scoperto nell'agosto 2013, nel giugno 2014 ha già sterminato 8.000 ettari di oliveti pregiati, esclusivamente nel Salento (provincia di Lecce). Al minimo sintomo sospetto (disseccamenti delle foglie e poi dei rami, imbrunimenti interni del legno) è necessario contattare il Sfr: La Decisione 2014/87/UE impone la distruzione immediata degli alberi infetti.
Cosa fare nelle zone a rischio patogeni
Nelle zone a rischio tutti i Comuni o Regioni o Servizio Fitosanitario Regionale (Sfr) hanno pubblicato sul proprio sito internet Vademecum o Misure da adottare nel caso si possieda in giardino (come nel verde urbano) una specie arborea interessata da uno dei nemici per cui vige la lotta obbligatoria. Scaricatelo da internet e seguite scrupolosamente le istruzioni preventive e curative.
1) A livello preventivo: a) mettere a dimora solo esemplari certificati dall'apposito cartellino esenti da batteri, virus o parassiti. b) controllo una volta a settimana, per individuare subito eventuali criticità. c) mantenere le piante in ottima salute, evitando ogni genere di lesione a carico del tronco, dei rami e delle foglie. d) In caso di ferite di ogni tipo, irrorare un prodotto a base di sali di rame. e) raccogliere ed eliminare i residui di potatura, nonchè tutto ciò che cade durante la bella stagione e in autunno.
2) A livello curativo: a) Avvisare il Servizio fitosanitario regionale per qualunque anomalia, sulle piante: rosure o macchie estese nei rami, seccumi delle foglie, malformazioni dei germogli, decolorazioni dei fiori o dei frutti ecc. b) chiedere informazioni al Comune per sapere come intervenire. c) l'abbattimento e lo smaltimento di tutta la risulta devono avvenire attraverso procedure ben precise (es. presenza del tecnico del Sfr, raccolta minuziosa dei residui in un telone, conferimento in appositi punti di smaltimento ecc.), stabilite dal relativo D.M.: qualunque negligenza è passibile di sanzione, così come la mancata segnalazione del problema all'Organo competente. d) le spese per la cura o l'abbattimento sono a carico del proprietario.