In inverno la neve può cadere sulle piante in giardino e terrazzo. Ecco cosa fare sulle piante e sui manufatti per preservarli da eventuali danni
Quando scende la neve, abbondante, sulle piante del giardino e sugli altri manufatti e infrastrutture, a parte lo spettacolo affascinante che si crea, sorge il dubbio: ma la neve farà bene o male alle piante e a tutto il resto? Bisogna fare qualcosa, o lasciarla lì e godersi le scenografie magiche? Ecco, in ordine alfabetico, le risposte a tutti i vostri quesiti.
- Aghifoglie: cipressi, leylandii, tuie, tassi sono aghifoglie sempreverdi che, pur non temendo né la neve né il gelo, vengono fortemente danneggiate dal peso della coltre che si adagia sui rami, trattenuta dalle fronde con gli aghi. La conseguenza è che i rametti frondosi vengono letteralmente spinti verso l’esterno dai fiocchi, in un processo irreversibile che rovina irrimediabilmente la sagoma della pianta. Gli esemplari singoli vanno quindi avvolti con stuoie o con fasce di tela o iuta prima che cada la prima neve, in modo da mantenere compatte e aderenti all’asse verticale i rami, evitando che si aprano.
- Antigelivo e antisdrucciolo: per le pavimentazioni in esterni, sia in balcone o terrazzo sia in giardino, scegliete sempre materiali certificati antigelivi, cioè resistenti a basse temperature (in genere fino a –20 °C), e antisdrucciolo, cioè in grado di smaltire il velo d’acqua superficiale, evitando scivoloni quando vi si cammina. In particolare la neve determina la formazione di un sottilissimo velo d’acqua a contatto con il pavimento non antisdrucciolo, su cui è facilissimo scivolare. Se poi si ghiaccia, la caduta è assicurata.
- Caducifoglie ornamentali: alberi e arbusti privi di foglie non danno in genere luogo a grandi accumuli di neve sui propri rami, ma in caso di nevicate abbondanti è bene tenere a portata di mano una scopa (vedi) con cui rimuovere il più possibile i fiocchi, per evitare che i rami degli alberi si spezzino e quelli degli arbusti si aprano (vedi anche Aghifoglie). Nel caso di alberi alti, dove i rami sono irraggiungibili, si batte la scopa contro il tronco, senza scalfire la corteccia ma con forza sufficiente a far cadere la coltre dai rami: la pianta non subirà danni perché è a riposo.
- Dall’alto al basso: un suggerimento che sembra scontato, ma a volte ci si dimentica di metterlo in pratica. La neve va sempre rimossa a partire dalle parti più alte e via via scendendo verso quelle più basse, per evitare di dover fare il lavoro due o più volte. Vale per tutti i tipi di piante con o senza protezioni, i terrazzi, le serre, i tunnel e le automobili.
- Erba: sul tappeto erboso la bianca coltre è solo benefica, a condizione di non calpestarla, ma di lasciarla invece appoggiata finché non si scioglie da sola. In questo modo proteggerà gli steli d’erba dal freddo e, sciogliendosi, fornirà preziosa acqua al terreno. Se invece la calpestate, si perde la capacità di mantenere la temperatura intorno allo zero e, soprattutto, si spezzano tutti i fili d’erba. Se è indispensabile camminare sul prato, create un passaggio obbligato appoggiando una serie di assi di legno.
- Fruttiferi: sugli alberi da frutto, a differenza degli altri caducifogli, la rimozione della neve ogni 10 cm di accumulo è d’obbligo, per evitare che si spezzino rami e che sia così compromessa la produzione di frutti l’anno successivo. Operate prontamente con la scopa e scuotendo vigorosamente il tronco.
- Ghiaccio: la morsa del ghiaccio, in cui si trasforma la neve parzialmente sciolta di giorno e ricongelata di notte quando le temperature scendono sotto lo zero, è terribile per le piante e i manufatti. Sui vegetali il ghiaccio congela il fogliame dei sempreverdi, bruciandolo con la bassa temperatura, e obbligando a una potatura anche drastica di pulizia in primavera; più raramente provoca la necrosi, sempre da gelo, sui rametti più esili di tutte la piante, anch’essi da potare a primavera. Particolarmente pericoloso il ghiaccio sulle pavimentazioni (vedi), dove può comportare scivoloni: meglio scegliere materiali antigelivi (vedi) o almeno spargere sale o segatura.
- Ghiaia: fate molta attenzione nel rimuovere la neve dai sentieri ghiaiati. Evitate di arrivare con la pala a toccare la ghiaia, altrimenti vi ritroverete, allo scioglimento, con sentieri in fango e con le aiuole piene di ghiaino…
- Guanti: sembra scontato, ma non sempre ci si pensa… L’uso dei guanti, preferibilmente quelli robusti, da lavoro, è indispensabile quando si rimuove la neve, anche solo per 5 minuti. Se la levate a mani nude, dopo pochissimo le dita si arrosseranno e faranno male, predisponendo ai dolorosissimi e fastidiosi geloni. Lo stesso, se lavorate con la pala, senza i guanti vi verranno rapidamente le altrettanto dolorose vesciche…
- Latifoglie sempreverdi: le piante sempreverdi che resistono nelle zone dove cade la neve in genere non subiscono gravi danni, nemmeno se la coltre rimane appoggiata sul fogliame fino allo scioglimento naturale. È sempre preferibile, però, scuotere i fiocchi con la scopa quando lo spessore supera i 20 cm di deposito. Fa eccezione l’oleandro (vedi), che però non è una specie nordica, bensì mediterranea, e va quindi trattata diversamente.
- Manto: la coltre di neve è generalmente benefica quando ricopre la piena terra. Un tempo si ripeteva, infatti, il proverbio “sotto la neve pane”, a indicare che i chicchi di grano seminati a novembre venivano protetti dal freddo dal candido mantello e, al suo scioglimento, le piantine ricevevano una sufficiente provvista d’acqua per crescere robuste e produttive. Il concetto vale ancora oggi: la neve mantiene il terreno a una temperatura costante di 0 °C anche se l’aria scende di 10 o più gradi sotto lo zero, impedendo il congelamento delle radici e assicurando la sopravvivenza dei ceppi. E sciogliendosi apporta lentamente preziosa acqua che si infiltra nel terreno rimanendo a lungo disponibile per le radici proprio quando sboccia la primavera e la richiesta è maggiore. Lasciate quindi indisturbato il manto nevoso caduto sul terreno in giardino e nei vasi (a meno che non siano su un Terrazzo, vedi).
- Neve: in inverno, le correnti fredde, nate nell'Europa settentrionale e orientale e in Siberia, scendono a colmare la depressione caldo-umida nel Mediterraneo centrale. Dall'incontro tra aria molto fredda e aria mediamente calda scaturisce la condensazione dell'acqua in goccioline che, ad alta quota, più facilmente si solidificano in neve perché la temperatura dell'aria è sensibilmente inferiore rispetto alla pianura. Basti pensare che, ogni 100 m slm in più, la temperatura si abbassa di 0,5 °C, e perciò, quando in Val Padana ci sono 0 °C, a Madonna di Campiglio (1.500 m d'altitudine) per es. si sfiorano i –8 °C. La regola è valida a qualunque latitudine, il che spiega come mai ad Acireale con 13 °C si può azzardare il bagno e contemporaneamente sull'Etna (3.260 m slm circa) si scia a –3 °C. Ovviamente, quanto più caldo è il clima, tanto più bisogna salire in quota per incontrare il manto nevoso. Ma le sempre più frequenti collisioni tra aria gelida e aria calda a latitudini inferiori hanno reso più frequenti negli ultimi anni le nevicate intense anche sul Meridione italiano.
- Oleandri: nonostante l’origine mediterranea, sono arbusti sempreverdi che sopportano fino a –12 °C. I loro rami elastici non vengono spezzati da fitte nevicate, ma per evitare danni permanenti è assolutamente obbligatorio rimuovere subito la neve (anche solo uno spessore di 5 cm) con la scopa. Se si ghiaccia su rami e foglie, queste parti moriranno o subiranno gravi danni.
- Pala: siate previdenti e acquistatela in settembre-ottobre, in modo da godere del massimo assortimento. Se aspettate che la neve sia caduta, facilmente non ne troverete più in vendita, perché tutti i ritardatari saranno corsi ad acquistarla, oppure la scelta sarà limitata a un solo modello (e i prezzi potrebbero salire…). Al momento dell’acquisto, imbracciatela per capire se il peso e la maneggevolezza sono commisurati alle vostre forze: meglio una pala più piccola ma gestibile, che una enorme ma talmente pesante, con il carico di neve sopra, da diventare inutilizzabile. Le pale in metallo sono pressoché indistruttibili (ma più pesanti), rispetto a quelle in plastica. Manici in legno e in plastica si equivalgono per robustezza, ma i primi procurano più facilmente le vesciche (vedi Guanti).
- Pavimentazioni: laddove si cammina abitualmente o si passa con l’automobile (es. sentieri e vialetti d’accesso) è indispensabile rimuovere tempestivamente la neve. La rimozione deve essere accurata, soprattutto su percorsi pedonali in materiale non antisdrucciolo, dove si può spargere sale o, meglio, segatura per evitare che si formi poi il velo di ghiaccio, ancora più pericoloso.
- Piante sotto protezione: la coltre nevosa va tolta prontamente dai teli di plastica o di non tessuto, agendo delicatamente con la scopa. Se rimane appoggiata, facilmente si ghiaccia, bruciando il fogliame e a volte anche i rami sottostanti.
- Rotture dei rami: se un ingente spessore di neve rimane appoggiato sui rami di alberi e arbusti, facilmente potrà spezzarli. Capita per es. sui rami più alti, non raggiungibili con la scopa, né liberabili scuotendo il tronco. Al termine della nevicata (o dell’inverno per le piante più alte che richiedono l’intervento di giardinieri professionisti con scale e cestelli), la porzione spezzata va rimossa e il moncone rifilato con la motosega ed eventualmente coperto con mastice per potature (solo per tagli superiori a 10 cm di diametro e di piatto) oppure con pasta per tronchi.
- Sale: quello grosso ha la funzione di rendere più difficile il congelamento della neve e dell’acqua di scioglimento, evitando così la formazione del pericoloso ghiaccio. In genere i Comuni delle zone a rischio neve lo distribuiscono gratuitamente, in grossi sacchi (da 25 kg in su), a partire da ottobre (anche in questo caso, siate previdenti, altrimenti durante la nevicata rischiate di non trovarne più!), a chi ne fa richiesta: è un sale a uso operativo, non alimentare. Non utilizzate il sale fino: non è in grado di svolgere la stessa funzione. Verificate che la pavimentazione su cui distribuirlo non venga danneggiata dalla composizione chimica del sale stesso (Na Cl, sodio e cloro). Non distribuitelo sul giardino: l’erba e tutte le piante in genere vengono fortemente danneggiate dalla presenza del sodio; ugualmente fate attenzione ai bordi delle pavimentazioni, da cui, al disgelo, colerà nel giardino una soluzione di acqua e sale che danneggia l’erba e le piante in prossimità. Per una distribuzione uniforme su vialetti e cortili avvaletevi dello spargiseme/spargiconcime, attrezzo manuale che, selezionando opportunamente il diametro dei granuli da far scendere, serve ottimamente anche a spargere il sale senza fatica.
- Scopa: attrezzo utilissimo per rimuovere la neve da tutte le superfici sopraelevate, come alberi e piante in genere, serre, tunnel, automobili, ringhiere e balaustre, tende ecc. Tenete da parte allo scopo le vecchie scope la cui testa sia ormai inutilizzabile per spazzare. Il manico in legno o in plastica potrebbe spezzarsi durante le operazioni, a differenza di quello in metallo.
- Segatura: in alternativa al sale potete spargere segatura di latifoglie (quella di conifere acidifica il terreno, e va bene solo su suoli già acidi), che non modifica la composizione della terra, né danneggia in alcun modo le piante, anzi, decomponendosi man mano apporta nutrimento. Procuratevela per tempo presso una segheria, in sacchi da 25-30 kg a seconda della superficie da cospargere; il costo è irrisorio.
- Serra/tunnel: le coperture di serre e tunnel, soprattutto quelle in plastica, ma anche quelle in vetro se il peso diventa eccessivo, non sono in grado di reggere uno spessore superiore a 10-15 cm di fiocchi, sfondandosi. È indispensabile rimuovere con la scopa la copertura nevosa anche più volte al giorno se la precipitazione è particolarmente fitta. Anche perché, se la neve rimane sulla plastica, brucia le foglie a contatto con essa, mentre sul vetro assorbe il calore interno, abbassando la temperatura intorno alle piante.
- Siepi: un altro esempio di piante da dove il manto nevoso va subito rimosso, indipendentemente dalla specie vegetale. Anche in questo caso, infatti, il peso della coltre può spingere verso l’esterno i rami, che potrebbero poi rimanere “aperti” a coppa, rovinando la forma della siepe e obbligando, in primavera, a un taglio drastico. Procedete con la scopa ogni 10 cm di spessore dei fiocchi.
- Spazzaneve: per superfici medio-grandi (es. cortile per parcheggiare più di una macchina, viale d’accesso carrabile o rampa del garage, vialetto pedonale più lungo di 15 m ecc.) vale senz’altro la pena di acquistare un piccolo spazzaneve da giardino. Si tratta di maneggevoli macchine a motore che spezzano anche manti già alti e ne aspirano i fiocchi convogliandoli di lato mediante una turbina. Controllate che gli pneumatici abbiano un battistrada profondo, in grado di fare presa sulla neve, e che sia regolabile la velocità di avanzamento nonché l’orientamento della turbina d’espulsione. Se la superficie da liberare è molto grande (superiore ai 5-700 mq), valutate se munirvi di un trattorino da giardino con presa per agganciarvi una pala spazzaneve.
- Terrazzo: su balconi e terrazzi la neve è un’ospite indesiderata, non fosse altro per il peso in più che apporta a una struttura spesso aggettante, o per le infiltrazioni al piano di sotto che può causare con lo scioglimento. Il manto va tolto, al raggiungimento dei 10 cm di spessore (ma solo 5 cm per gli oleandri), dagli arbusti sempreverdi, dalle piante avvolte con teli di protezione, dalla serretta, da pergole e gazebi, e dalla pavimentazione, che a tanto maggior ragione deve essere antisdrucciolo. Sugli arbusti, la serretta e i tralicci utilizzate una scopetta a manico corto (come quelle per bambini); sulle piante erbacee è ideale la scopetta raccoglibriciole a manico cortissimo. Vanno bene anche quelle dismesse dall’abitazione. Non è invece necessario togliere la neve dai vasi, anzi: fornirà acqua al momento del disgelo. L’unico accorgimento indispensabile è quello di passare un dito attorno alla base di alberi, arbusti ed erbacee perenni, per evitare che, ghiacciandosi i fiocchi, stringano in una morsa gelida il colletto delle piante. Se la coltre diviene superiore ai 10-15 cm, è bene dimezzarla per questioni di peso eccessivo sulla struttura e per scongiurare successive infiltrazioni. Al posto della pala, utilizzate la paletta della scopetta raccoglibriciole: maneggevole ed efficace, consente di spalare velocemente senza ledere le piante sottostanti. La stessa paletta può servire anche per liberare la pavimentazione: scomoda, ma molto efficiente. Purtroppo, l’unico modo per liberarsi della neve in eccesso consiste nel buttarla di sotto: accertatevi che non stiano passando persone o animali, cercate se possibile di non buttarla su automobili parcheggiate o in movimento, e state attenti alla traiettoria che imprimete, per evitare di buttarla sul balcone sottostante!
- Tetto: dato che ormai la neve cade indifferentemente in tutta Italia, isole comprese, fate installare sul vostro tetto gli appositi rompineve, aste o triangoli di metallo da porre lungo il bordo della copertura per evitare che possano cadere blocchi troppo grossi e compatti di neve. Evitate comunque di parcheggiare o camminare sotto il bordo del tetto, soprattutto in fase di scioglimento del manto. Se il tetto è di vostra proprietà, controllate o fate controllare l’accumulo di neve durante la precipitazione: oltre i 40 cm il peso per metro quadro diventa tale da obbligare a rimuovere la coltre con la pala, pena lo sfondamento del tetto stesso. In questo caso è obbligatorio possedere installata la linea-vita (“safe-life”), cioè un sistema di picchetti saldamente ancorati alla copertura a cui agganciarsi mediante un filo d’acciaio, per spostarsi in sicurezza sul tetto evitando di precipitare di sotto.