Capita frequentemente di vedere un'azalea, una camelia, una fucsia, una gardenia, un'ortensia, un pesco e tante altre piante, sia acidofile che non, con foglie gialle, scolorite, come se fossero state candeggiate: è la clorosi. Niente di strano, è un problema causato da scarsità di ferro nel substrato.
Che cos’è la clorosi
Fisiopatia causata dalla carenza di ferro, minerale che entra nella composizione chimica della molecola di clorofilla (la sostanza che dà il colore verde alle piante), che a sua volta serve per la fotosintesi clorofilliana (la funzione che procura energia e nutrimento ai vegetali verdi).
Può essere dovuta alla mancanza di ferro nel terreno o all’impossibilità da parte delle radici di assorbirlo, perché risulta trattenuto dalle particelle del terreno. Provocano clorosi i suoli con pH superiore a 7,5 in quanto sono ricchi di calcare, sostanza che impedisce la cessione del ferro.
Quali piante riguarda
In particolare le acidofile (camelia, rododendro, azalea, corbezzolo, pieris, ortensie, fucsia, gardenia ecc.), per le quali il ferro è particolarmente utile. Sensibile anche il pesco.
Come si manifesta e che danno provoca la clorosi
Si manifesta con uno scolorimento della lamina fogliare dove però le nervature rimangono verdi; pian piano la foglia ingiallisce con l’eccezione del reticolo di nervature, e infine cade.
Inizialmente si ha una diminuzione della fioritura, poi della crescita, che quindi si arresta; infine la pianta appare prima immobile e poi stentata. Se si spoglia si indebolisce sempre di più, ma raramente la clorosi è causa di morte.
Quando colpisce
Quando la pianta è in attiva crescita, quindi principalmente in primavera, ma anche durante l’estate. Quando il vegetale avrebbe bisogno del massimo nutrimento, non può ottenerlo perché, non assorbendo il ferro, viene a mancare un prezioso microelemento (necessario in minuscole quantità, ma indispensabile).
Come si previene la clorosi
Su piante acidofile o dove il problema si è già manifestato in passato, bisogna effettuare la periodica somministrazione, fin dalla ripresa vegetativa e per tutta l’estate ogni due settimane, di ferro in forma chelata (EDTA), cioè assorbibile dalle radici.
Come si rimedia
Ai primi segni di scolorimento somministrate un prodotto a base di ferro chelato (sequestrene o ferro EDTA), che rende subito disponibile il ferro per le radici delle piante, oppure i nuovi complessi solubili dove il ferro è legato ad acidi umici e fulvici (forme disponibili per l’assorbimento).
Oltre che somministrate al terreno, queste due categorie di prodotti possono essere fornite anche per via fogliare, irrorando la chioma della pianta e ottenendo in poco tempo un buon inverdimento.
La concimazione al terreno con prodotti a base di sali di ferro (es. solfato ferroso) non serve perché contiene la stessa forma indisponibile del metallo.