La robinia (o acacia) si nota fra aprile e maggio per la ricca e profumata fioritura candida. I fiori contengono un glucoside, un olio essenziale, un enzima, tannini e pigmenti flavonici, che conferiscono proprietà antispasmodiche, emollienti e toniche.
Queste proprietà si trasmettono anche al miele, che ha colore chiaro (da bianco a giallino), è fluido e trasparente, non si cristallizza mai, ha odore e sapore che richiamano il profumo dei fiori da cui deriva. Un cucchiaio al giorno disintossica il fegato, calma le infiammazioni della gola, ha un blando effetto lassativo e corrobora tutto l'organismo.
La coltivazione
Per allevarla in giardino, state attenti alla prolificità: in breve tempo potete ritrovarvi assediati da giovani alberi, se non eliminerete subito le piantine germogliate. Per lo stesso motivo è molto facile coltivarla: basta procurarsi una manciata di semi, da interrare a pochi centimetri di profondità in una posizione soleggiata.
Cresce bene e rapidamente in qualsiasi tipo di terreno, non ha bisogno di cure, resiste al gelo e alla potatura. In primavera inonderà l'aria del grato profumo dei suoi fiori, che però attira molto le api: tenetene conto se siete allergici alla loro puntura.
Come si raccoglie la robinia
È diffusa in tutta Italia, in particolare in Val Padana e lungo le Prealpi, fino ai 700 m d'altitudine. Predilige terreni ricchi di sostanza organica e la sua presenza è un sicuro indice di degrado ambientale: è molto frequente nelle scarpate stradali e ferroviarie (dove non è consigliabile la raccolta a causa dell’inquinamento) e in boschi radi e sofferenti. Per la raccolta dei fiori, recidete con le cesoie i grappoli e appoggiateli con delicatezza in un sacchetto di plastica.
In erboristeria si utilizzano i fiori raccolti prima che sboccino completamente. Vanno essiccati all'ombra, staccati a uno a uno dal grappolo; si ripongono in sacchetti di carta da conservare in luogo asciutto. È possibile trovare in erboristeria i fiori già essiccati da impiegare per tisane e decotti.
In erboristeria
- In caso di anemia: lontano dal fornello, mettete in infusione 20 g di fiori secchi in un litro di vino rosso bollente e lasciateli per 15 minuti, filtrate e bevetene un bicchierino da liquore prima dei pasti principali.
- Per depurare l’organismo: aggiungete 10 g di fiori secchi a una tazza d’acqua bollente; filtrate dopo 10 minuti, non dolcificate. Sorbitene una tazza al giorno per tre settimane.
- Contro la nausea da indigestione: ponete 40 g di fiori essiccati in infusione in un litro d’acqua bollente; filtrate dopo 5 minuti, non dolcificate. Bevete fino a tre tazze al giorno, fino alla scomparsa del sintomo.
- Contro il mal di testa da indigestione: mettete 50 g di fiori essiccati in un litro d’acqua bollente per 10 minuti; filtrate e dolcificate con miele d’acacia. Assumete fino a tre tazze al giorno.
Fra realtà, storia e leggenda
- Originaria della Virginia (Usa), è arrivata nel Vecchio Continente nel secolo XVII: figura nella lista di piante esotiche pubblicata nel 1601 da J. Robin, giardiniere del Re di Francia, Enrico IV di Valois. Il figlio ne piantò un esemplare anche nel Jardin du Roi (l'attuale Jardin des Plantes, l'Orto botanico di Parigi) dove fa bella mostra dal 1636. In Italia si ha notizia della presenza di una pianta a partire dal 1622 nell'Orto botanico di Padova.
- L'abitudine di succhiare il dolcissimo nettare da ogni fiore di robinia assume un potere magico in una tiepida notte di luna piena: chi coglierà e assaporerà i fiori guardando intensamente l'astro, avrà la certezza di conservarsi in ottima salute per tutto l'anno.
La scheda botanica
La robinia (Robinia pseudoacacia) è un albero alto fino a 25 m, dalla corteccia scanalata e rugosa di colore bruno-grigiastro. Le foglie, caduche in inverno, sono grandi e munite di picciolo, composte di 13-15 foglioline. Nelle piante selvatiche, alla base di ogni foglia sono presenti due robuste spine, eliminate nelle robinie da ornamento.
I fiori sbocciano in maggio-giugno in bianchi grappoli pendenti (lunghi 10-20 cm). Da agosto in poi compaiono i frutti, baccelli penduli, appiattiti, coriacei, di color bruno scuro, lunghi 5-8 cm, contenenti ciascuno 4-7 semi scuri, duri e molto fertili.
La robinia in cucina
In cucina si utilizzano i fiori freschi: se sono ancora in boccio sono più profumati; si possono consumare in frittata, canditi e in sciroppo.
Frittelle di Robinia. Ingredienti: 12 grappoli di fiori di Robinia, 80 g di farina, 150 g d'acqua, 20 g di burro, 1 albume, olio, zucchero a velo. Tempo di preparazione: 30 minuti. Lavate rapidamente i grappoli sotto l'acqua corrente, tenendoli per il gambo, e stendeteli su un canovaccio per farli asciugare. Preparate nel frattempo la pastella: mettete la farina in una terrina, aggiungete l'acqua mescolando perchè non si formino grumi, e il burro che avrete fuso a fuoco bassissimo. Montate a neve l'albume e incorporatelo delicatamente alla pastella. Scaldate abbondante olio in una padella, tuffate i grappoli ben asciutti nella pastella uno per volta e friggeteli nell'olio bollente. Appena le frittelle saranno dorate, toglietele e appoggiatele su carta da cucina per assorbire l'unto in eccesso; trasferitele quindi sul vassoio di portata e spolveratele con zucchero a velo. Servitele calde.