Il rabarbaro cinese (Rheum officinale), utilizzato per amari aperitivi e digestivi, si coltiva per il rizoma. Ma esistono numerose forme orticole ibride di rabarbaro, tutte derivate da R. rhaponticum, i cui piccioli carnosi sono commestibili, come ben sanno scandinavi, inglesi e tedeschi.
È una Poligonacea perenne molto vigorosa, dalle grandi foglie con nervature a ventaglio e margini irregolarmente incisi. Gli steli fiorali raggiungono i 2 m d’altezza e terminano con una densa pannocchia di fiori verdastri, piccoli e numerosi.
Come si coltiva
Procuratevi dei rizomi (da seme è di qualità inferiore a quella della madre) delle varietà Sutton, Esta e Holstein Blut (polpa color rosso scuro). Poiché ogni pianta vive una decina d’anni di produzione, preparate il terreno 2-3 settimane prima dell’impianto lavorandolo negli strati più profondi. Mescolate al terriccio letame o compost (un secchio per pianta). Cresce bene in tutti i terreni, ma predilige quelli leggeri e fertili, in posizioni soleggiate e aperte. Piantate i pezzi di radice entro novembre (oppure in marzo-aprile) in una piccola conca piatta, in modo che una gemma arrivi al livello del terreno. La distanza tra le piante, molto voluminose in estate, è di 100-120 cm. Non raccogliete le foglie al primo anno d’impianto: la pianta deve accumulare una sufficiente quantità di riserve nei rizomi in autunno, alla morte del fogliame. In inverno pacciamate il piede con letame o compost.
Come si utilizza
Dal secondo anno raccogliete i gambi fra aprile e giugno: in seguito diventano aciduli per un eccesso di acido ossalico. Gli steli si spezzano afferrandoli con forza alla base e ritorcendoli. Non rimuovete più del 70% del fogliame, per non indebolire troppo la pianta.
I gambi si spellano strappando con le mani la buccia filamentosa e colorata, e si tagliano a tocchetti. Si lessano per due minuti in acqua zuccherata con scorze di limone e cannella, oppure si preparano in marmellata, o si congelano crudi, puliti e tagliati.
Altri impieghi del rabarbaro
Con le foglie si preparano macerati utili nella lotta contro i parassiti dell’orto. Macerate per 5 giorni 500 g di foglie in 3 litri d'acqua, distribuite il liquido irrorandolo su infestazioni di afidi (soprattutto l’afide nero di fagioli e fave) e sulla tignola del porro.
Utilizzate le foglie come copertura del terreno e come trappola per limacce che, di giorno, vi si rifugiano sotto.