Casa, dolce casa (ma siamo sicuri di non avere piante velenose in appartamento?). Sempre più, nel Terzo millennio amiamo trovare rifugio fra le mura domestiche, certi di chiudere fuori perlomeno il traffico prepotente, i colleghi molesti, i parenti invadenti, le grane e le preoccupazioni esterne. Un nido protetto, dunque? Non sempre e non del tutto: in un altro articolo abbiamo visto come l’aria dei nostri appartamenti non sia delle più salubri e come fare per migliorarla grazie alle amiche verdi.
Ma c’è un altro aspetto su cui richiamare la vostra attenzione, soprattutto se in casa avete bambini piccoli o animali domestici: alcune fra le più comuni piante tropicali contengono sostanze tossiche. Non allarmatevi, però: non è così facile né così frequente subire danni a opera degli ornamenti vegetali di casa. Semplicemente, è giusto sapere con che cosa si ha a che fare, per prendere le dovute, facilissime precauzioni salvavita.
Mani al riparo
Innanzitutto, le sostanze tossiche vegetali possono esplicare la loro azione secondo due modalità: per contatto e/o per ingestione. Nel primo caso, si tratta in genere di un effetto locale: gonfiore, irritazione, dermatite, ulcerazioni delle parti con cui vengono a contatto, per lo più mani, bocca, lingua o occhi (in quest’ultimo caso però la preoccupazione aumenta). Maneggiare per esempio i bulbi dei narcisi o degli ippeastri, o lasciarsi colare addosso il lattice della stella di Natale appena potata può scatenare la reazione cutanea, in genere con arrossamento e prurito: lavare bene la parte colpita con abbondante acqua fresca non fa mai male.
Se sono mani e braccia a esser state colpite, probabilmente la reazione passerà da sola nell’arco di qualche ora o di una giornata: l’importante è monitorare la situazione, che pian piano dovrebbe attenuarsi. Se ciò non avvenisse, andate di corsa dal medico; questo stesso consiglio vale – immediatamente dopo il contatto – se la linfa ha toccato le mucose dalla bocca, del naso o, ancor peggio, se è schizzata negli occhi.
A monte, la precauzione è intuitiva: soprattutto se dovete piantare grosse quantità di questi bulbi (fino a una decina in genere non succede nulla, a meno di non essere fortemente allergici alle sostanze tossiche contenute) o potare piante con lattice velenoso, utilizzate i guanti e un paio di occhiali protettivi!
Quanto all’ingestione (causa della cosiddetta “tossicità sistemica”, cioè un’intossicazione generale dell’organismo), è evidente che a nessun adulto verrà mai in mente di brucare il filodendro, oppure di farsi un’insalata con foglie di diffembachia. Ma può capitare durante la normale manutenzione di dover toccare il fogliame o tagliare gli steli bagnandosi con le secrezioni vegetali: sarebbe meglio munirsi di un paio di guanti in lattice sottile (tipo quelli da chirurgo); in alternativa, limitate il contatto al minimo e lavatevi subito le mani con il sapone, senza ovviamente toccarvi la bocca, il naso o gli occhi. Infatti, in genere non si tratta di sostanze che provocano istantanei danni da contatto: c’è il tempo per eliminarne del tutto le tracce.
Bimbi e animali: allarme rosso
Altro è il discorso a proposito dei bambini piccoli (sotto i sei anni d’età) o degli animali domestici soprattutto se cuccioli: ambedue le categorie stanno viaggiando alla scoperta del mondo, tutto da toccare e da assaggiare; tatto e gusto rappresentano i sensi d’elezione per rapportarsi all’ambiente che li circonda. Le spiegazioni da parte degli adulti sono inutili: a scanso di danni, eliminate dalla portata dei cuccioli bipedi e quadrupedi tutte le specie a rischio. Non è necessario defenestrarle: basta collocarle in alto, su mensole, piani alti della libreria purché molto solidi e profondi, in vasi appesi al soffitto, ai muri, agli stipiti di porte e finestre, oppure in una stanza chiusa, dove risultino irraggiungibili dai piccoli esploratori. Evitate invece i trespoli, spesso leggeri e poco stabili, che bambini e animali al galoppo possono ribaltare con facilità.
Con il tempo, i bimbi cresceranno fino a essere in grado di capire la spiegazione del perché devono stare lontani da queste piante, mentre cani e gatti calmeranno la curiosità disinteressandosi a oggetti per loro inutili (salvo eccezioni, si tratta di animali carnivori…). In entrambi i casi, svolgete però il primo incontro in vostra presenza, per sorvegliare il comportamento nei confronti del vegetale: se sussistono dubbi (la dispettosità o la noia possono sfogarsi proprio sulle vostre amiche verdi) o notate tracce sospette (stropicciamenti, graffi, scortecciature, buchi da zanne…), la pianta ritornerà fuori portata.
Identico destino se Micio persiste nell’abitudine di scavare la terra dai vasi: meglio tenere fuori portata di zampa soprattutto le piante a rischio, perché le unghie potrebbero raggiungere le radici (spesso velenose come il resto del vegetale) e, si sa, Micio poi si lecca… Stessa sorte se l’esemplare possiede un sottovaso basso nel quale versate l’acqua d’irrigazione: alcune specie liberano anche nell’acqua le sostanze nocive; in alternativa levate il sottovaso o sostituitelo con un portavaso alto che rende il liquido inaccessibile.
Questione di quantità
La tossicità delle diverse specie, oltre a variare in relazione al tipo di principio attivo contenuto, manifesta un effetto differente a seconda dello sviluppo del vegetale, della parte mangiata (in certe specie sono velenose solo i fiori o le foglie o i frutti) e della quantità ingerita in rapporto ai chilogrammi di peso. Per fare un piccolo esempio, un uomo di 70 kg dovrebbe consumare 120 g di foglie di nicotiana (tabacco ornamentale) per ottenere un effetto mortale dall’ingestione di nicotina, ma basteranno 40 g a compromettere la vita di un bambino di cinque anni e soli 7 g a stendere un gatto di 4 kg.
Alcune specie poi si cautelano da brucature ripetute assumendo un sapore amaro, conferito proprio dalla sostanza tossica: anche bambini e animali, una volta dato il morso, sputano immediatamente il brandello di foglia o il seme. Ed è difficile in questo caso che possano aver assimilato il veleno in dose tale da provocare loro un danno. In aggiunta, un singolo morso raramente può avere effetti letali, anche per i piccoli gatti, con due sole eccezioni: l’oleandro e i semi di ricino, specie peraltro allevate sempre in esterni.
Nel malaugurato caso in cui dovesse verificarsi un incidente – percepibile mediante gonfiore e arrossamento, bava, vomito, dolori di pancia, diarrea ecc. – oltre a filare diritti al pronto soccorso o alla guardia medica veterinaria, cercate per quanto possibile di individuare la pianta causa dell’avvelenamento (conservate sempre i cartellini con il nome, soprattutto quello scientifico latino, possibilmente inseriti nel corrispondente vaso) o portatevi dietro una foglia chiusa in un sacchetto di plastica: sarà di aiuto fondamentale per il personale di soccorso conoscere la specie vegetale responsabile, così da individuare subito il veleno contenuto e il relativo antidoto.
L’induzione del vomito può non essere sempre una buona idea: lo è solo se cogliete bambino o animale mentre si avventa sul vegetale e voi sapete con certezza che il veleno di quella specie non provoca altri danni nella risalita verso l’esterno del corpo. Non lo è se sono trascorse più di due ore dall’ingestione (le sostanze sono già arrivate all’intestino) o in caso di sostanze urticanti che, ripassando attraverso l’esofago, possono irritarlo dolorosamente o ustionarlo ulteriormente. Dimenticatevi anche l’antico consiglio popolare di somministrare un bicchiere di latte: lungi dall’annullare l’azione del veleno, è una sostanza che stimola l’assorbimento delle tossine liposolubili, quindi potrebbe addirittura potenziare gli effetti nocivi…
Quel mazzolin di fiori
Sin qui per le piante d’appartamento coltivate in vaso. Ma l’attenzione non deve scemare nemmeno quando entra in casa un bel mazzo di fiori recisi o una coroncina di decorazione natalizia, poiché molte piante da esterni replicano il medesimo problema di tossicità (vedi elenco nella tabella in fondo).
Belli, bellissimi gigli e dalie, colchici e agapanti, mughetti e tulipani, narcisi e calle, garofani ed ellebori, che portano immediatamente una folata di campagna in appartamento. Ancora più belli se accompagnati dalle trine della gipsofila o velo di sposa, dalle fresche fronde di edera o felce, dalle glauche foglie di eucalipto o da quelle lucide del ligustro. Purché rimangano fuori portata di mano, zampa o lingua: soprattutto le piante da bulbo trasmettono le sostanze tossiche perfino all’acqua in cui sono immersi gli steli, dove Micio non deve assolutamente bere!
A Natale poi accogliamo con gioia le coroncine con l’agrifoglio, i rametti con il vischio sotto i quali darsi il tradizionale bacio di San Silvestro e, sempre più spesso, le ciotole con giacinti e narcisi sul punto di sbocciare: la casa è indubbiamente più colorata e profumata ma… sappiamo che rappresentano potenziali pericoli, a partire dalle colorate e vistose bacche fra le foglie spinose e variegate, passando per quelle bianche e traslucide, per terminare con la vocazione soporifera delle corolle gialle?
Inoltre la novità può scatenare la curiosità dei bambini, esplicata attraverso le manine che toccano, stropicciano (liberando i liquidi eventualmente tossici contenuti nei vegetali) e magari portano alla bocca i frutti, i petali o le foglie. In aggiunta, cani e gatti verranno irresistibilmente attratti dai nuovi odori che il mazzo o la corona si porta dietro: è facile che nel vivaio d’origine circolassero altri animali, che solleticano l’odorato finissimo di Fido e Micio, spesso spingendoli ad azzannare la verzura. Se non altro, ponete il mazzo fuori portata perché non venga rovesciato, con relativa cascata d’acqua…
Prima sono innocue, ma poi…
Un discorso a parte merita la tossicità indotta dal giardiniere stesso: tutte le specie che non compaiono nelle tabelle qui in fondo possono divenire nocive ogniqualvolta vengono sottoposte a manipolazioni chimiche da parte dell’appassionato. È abbastanza scontato il fatto che i trattamenti con antiparassitari o anticrittogamici compromettano la salubrità della pianta: si sa che vanno prese tutte le possibili precauzioni per evitare contatti da parte dell’operatore con il prodotto chimico erogato e, di conseguenza, anche per scongiurare successivi maneggiamenti, non solo nei giorni subito seguenti, ma per un lungo periodo di tempo, visto che pianta e terriccio si impregnano delle sostanze utilizzate. Non tutti sospettano però che anche il lucidafoglie e perfino i concimi agiscono nello stesso modo, permeando a lungo il vegetale e divenendo così un potenziale pericolo di intossicazione sia acuta sia lenta.
Scongiurate eventuali problemi effettuando i trattamenti in luogo non frequentato da bambini e animali, e ponendo subito dopo fuori portata l’esemplare trattato. Se si tratta di parassiti visibili, sforzatevi di eliminarli manualmente, con batuffoli di cotone, cotton-fiocc o con le dita, senza irrorare prodotti chimici. Sostituite il lucidafoglie con un paziente lavoro manuale di pulitura con spugnetta e acqua. Preferite fertilizzanti a base organica (prodotti ammessi in agricoltura biologica) al posto di quelli di tipo chimico sintetico (più nocivi), coprendo il terriccio con una reticella metallica a maglia fine per impedire a pargoli e quadrupedi di giocare con la terra.
Con tutta probabilità, non succederà mai niente, pur avendo la casa piena di filodendri, potos, diffembachie, giacinti e stelle di Natale, ma l’informazione e un po’ di facile prevenzione fanno decisamente bene.
Aiutare Fido e Micio a liberarsi
Come indurre il vomito in cani e gatti? Munitevi di una siringa da 10 ml privata dell’ago e riempitela o con acqua e sale ben miscelati, o con acqua ossigenata al 3% (2,5 ml/5 kg). Inserite la siringa a lato della bocca, nella zona dei molari dove esiste lo spazio perché penetri costringendo l’animale ad aprire per un breve attimo la bocca: in velocità “sparategli” la sostanza sul fondo del palato. Dovrebbe fare effetto entro un quarto d’ora.
Le esotiche belle… da morire |
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Nome comune | Nome scientifico | Parti vegetali | Principio attivo | Sintomi | Note |
Aglaonema | Aglaonema modestum | Radici, foglie, steli | Ossalati di calcio, enzimi istamino-proteolitici | A, crampi, scoordinamento, B | |
Alloro di montagna | Kalmia latifolia | Foglie, nettare | Grayanotossine, andromedotossine | A, disturbi della vista, convulsioni, B, paralisi, morte | Molto tossica |
Aloe | Aloe vera | Lattice | Glucosidi (aloine) | A, coliche; C | |
Amarillide | Amaryllis belladonna | Bulbi | Alcaloidi (licorina) A, coliche, tremori, B | ||
Anturio | Anthurium | Tutto | Ossalati di calcio, enzimi istamino-proteolitici | A, emorragie, B | |
Azalea | Rhododendron | Foglie | Grayanotossine, andromedotossine | A, disturbi di vista, crampi, B, convulsioni, coma, morte | Molto tossica |
Calancoe | Kalanchoe daigremontiana | Foglie, steli | Glucosidi (bufadienalide) | B, convulsioni, paralisi | |
Cicas | Cycas revoluta | Tutto | Glucosidi | A, vertigini, convulsioni, insufficienza renale | |
Ciclamino | Cyclamen persicum | Rizoma | Triterpenoidi (ciclamina) | A; C | |
Clivia | Clivia miniata | Tutto | Alcaloidi | A, B, paralisi | |
Colchico | Colchicum autumnale | Tutto | Alcaloidi (colchicina), glucosidi (colchicoside) | A, crampi, B, collasso, morte Molto velenoso | |
Crisantemo | Chrysanthemum | Tutto | Lattoni sesquiterpenici | C, eritema, orticaria, desquamazione | |
Croton | Codieum variegatum | Lattice | Ossalati di calcio | A; C | |
Diffembachia | Dieffenbachia | Lattice | Ossalato di calcio, acido ossalico, enzimi istamino-proteolitici | A, coliche, B; C | |
Edera | Hedera helix | Tutto (specie frutti) | Glucosidi (ederina), saponine (ederagenina) | A, B, dilatazione delle pupille, coma, morte; C | Molto tossica |
Erba miseria o zebrina | Tradescantia albiflora, T. purpurea | Foglie | Ossalati | C | |
Felce maschio | Dryopteris filix-mas, Pteridium aquilinum | Tutto | Composti polifenolici, tiaminasi | Debolezza, febbre, convulsioni, emorragie | |
Ficus | Ficus | Lattice | Furocumarina, psoraleni, ficina | C, bruciore agli occhi, fotosensibilità | |
Filodendro | Philodendron | Tutto | Ossalati di calcio | A, B; C | |
Monstera | Monstera deliciosa | Foglie | A, emorragie, B | ||
Orecchio d’elefante | Alocasia, Caladium, Colocasia | Tutto | Ossalato di calcio, enzimi istamino-proteolitici | A, B, emorragie; C | |
Peperoncino ornamentale | Solanum | Tutto (specie frutti) | Alcaloidi (solanina, atropina, solanocapsina) A, B, itterizia, convulsioni, morte | Molto velenoso | |
Poliscia | Polyscias guilfoyei | Tutto | Saponina | A, pupille dilatate, dolori di stomaco | |
Pothos | Epipremnum aureum, Scindapsus aureus | Tutto | Ossalati di calcio, enzimi istamino-proteolitici | A, emorragie gastro-intestinali, B | |
Primula da interni | Primula sinensis, P. obconica | Foglie, steli | Quinoni (primina) | A; C | |
Sanseviera | Sansevieria trifasciata | Tutto (specie fiori) | Saponine, acidi organici | A; C | |
Scefflera | Brassaia (Schefflera) actinophylla | Foglie, lattice | Ossalati | A; C | |
Singonio | Syngonium podophyllum | Tutto | Ossalati di calcio, enzimi istamino-proteolitici | A | |
Spatifillo | Spathiphyllum | Foglie, steli | Ossalati | A, B | |
Spina di Cristo e altre euforbie | Euphorbia | Lattice | Diterpeni, acido euforbico | A; C, irritazioni oculari | |
A = Salivazione, nausea, difficoltà di deglutizione, vomito, stomatite, diarrea
B = difficoltà respiratoria, ipotensione, disturbi del ritmo cardiaco C = dermatite |
Un mazzolino da non toccare |
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Nome comune | Nome scientifico | Parti vegetali | Principio attivo | Sintomi | Note | ||
Agapanto | Agapanthus orientalis | Linfa | Irritazioni oculari, ulcerazioni in bocca | ||||
Asparagina | Asparagus myriocladus, A. sprengeri | Bacche, linfa | Saponine | A; C | |||
Calla | Zantedeschia aethiopica | Foglie | Ossalato di calcio | A; C | |||
Dalia | Dahlia variabilis | Foglie, tuberi | Lattoni sesquiterpenici | C | |||
Elleboro | Helleborus | Tutto | Glucoside (protoanemonina) | A, B, paralisi, morte | Molto tossico | ||
Eucalipto | Eucalyptus | Foglie, corteccia | Glucosidi cianogenici | A | |||
Giglio | Lilium | Tutto | Glucosidi (colchicina) | A, insufficenza renale | |||
Gladiolo | Gladiolus | Tutto | Glucosidi (colchicina) | A | |||
Iris | Iris | Bulbi, rizomi, lattice | Glucosidi (iridina) | A, gastroenterite | |||
Ligustro | Ligustrum | Tutto (specie frutti) | Glucosidi (ligustrina, siringina) | A | |||
Lupino | Lupinus | Fiori, semi | Alcaloidi | A, crampi, tremore, B, coma | |||
Mughetto | Convallaria majalis | Tutto | Glucosidi (convallatossina, convalloside), saponine | A, crampi, A, convulsioni, coma, morte | Molto tossico | ||
Tulipano | Tulipa | Bulbi, steli e fiori | Glucosidi (tulipanina) | A; C | |||
Uccello del paradiso | Strelitzia reginae | Semi | Tannini | A | |||
Velo da sposa | Gypsophyla paniculata | Tutto | Saponina | Irritazione nasale, asma allergica; C | |||
A = Salivazione, nausea, difficoltà di deglutizione, vomito, stomatite, diarrea
B = difficoltà respiratoria, ipotensione, disturbi del ritmo cardiaco C = dermatite |
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Attenzione al Natale |
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Nome comune | Nome scientifico | Parti vegetali | Principio attivo | Sintomi |
Agrifoglio | Ilex aquifolium | Frutti, foglie | Saponine (ilicina) | A, sonnolenza, convulsioni |
Giacinto | Hyacinthus orientalis | Bulbo | Alcaloidi (licorina), ossalati di calcio | A, tremori, coliche; C |
Narciso, giunchiglia | Narcissus pseudonarcissus | Bulbi | Alcaloidi (licorina, galantammina), ossalati di calcio | A, tremori, convulsioni; C |
Stella di Natale | Euphorbia (Poinsettia) pulcherrima | Lattice | Complesso terpenico | A; C, irritazioni oculari |
Vischio | Viscum album | Tutto (specie bacche) | Alcaloidi (viscumina) | A, sete intensa, dilatazione delle pupille, B, collasso |
A = Salivazione, nausea, difficoltà di deglutizione, vomito, stomatite, diarrea
B = difficoltà respiratoria, ipotensione, disturbi del ritmo cardiaco C = dermatite |