Le piante acquatiche inserite all’interno dei laghetti da giardino vanno ad influire sulle cure di cui abbisogna questo piccolo ecosistema, specialmente durante il periodo invernale che è quello più difficile.
Le piante acquatiche galleggianti: le specie delicate
Tutte le specie delicate, che alle nostre latitudini sopravvivono all’aperto, possono restare nello specchio d’acqua, mentre quelle di origine tropicale devono essere protette in locali chiusi. In particolare, le ninfee tropicali vanno estratte con i loro vasi e ricoverate in un locale chiuso ma luminoso, non riscaldato, entro un mastello o una tinozza contenente almeno per metà l’acqua del laghetto. Approfittate per raccogliere anche bulbi e bulbilli delle ninfee: questi si conservano nella sabbia umida in locali con temperatura intorno ai 10 °C.
Le piante galleggianti, come Eichornia crassipes, Pistia stratiotes e Salvinia natans, devono essere prelevate all’inizio di ottobre nel Nord Italia o a fine mese nei climi mediterranei. Si conservano in un acquario o in una vaschetta per pesci rossi posta davanti a una finestra in una stanza riscaldata. È necessario concimarle, altrimenti possono morire “di fame”. Anche il Cyperus papyrus va portato in casa a inizio mese.
Piante acquatiche ossigenanti, galleggianti e ripariali: le specie rustiche
Quanto alle specie rustiche, Thalia dealbata e Cyperus alternifolius possono svernare nel laghetto, purché i vasi siano spostati nella parte più profonda quando le foglie sono completamente ingiallite. Gunnera manicata e Zantedeschia aethiopica vanno protette coprendo l’apice vegetativo con paglia, foglie o parecchi strati di tessuto non tessuto. Infine Lobelia, Marsilea quadrifolia, Peltandra virginica, Pontederia cordata, Saururus cernuus sopportano normalmente il gelo; se l’inverno è molto rigido, con basse temperature per varie settimane, è tuttavia consigliabile coprirle di foglie.
Quanto alle piante rimanenti, tagliate le foglie di tutte le piante sommerse come il Ceratophyllum o parzialmente emerse, destinate a permanere nel laghetto: marcirebbero, inquinando, togliendo ossigeno all’acqua e lasciando una pellicola untuosa sulla superficie dell’acqua.
Diradate di metà le galleggianti in modo da favorire la penetrazione della poca luce solare in profondità. Alcune di esse avranno già lasciato cadere sul fondo del laghetto le gemme invernali pronte a ripartire la prossima primavera.
Tagliate anche, a 10 cm d’altezza, foglie e steli delle piante acquatiche ripariali e di quelle piantate in terra lungo le rive, perché non tocchino l’acqua.
Eventualmente spostate le ripariali che non gradiscono la posizione o che sono troppo ingombranti, oppure dividete i cespi basali. E naturalmente mettete a dimora i nuovi acquisti rustici (ma non sull’arco alpino: aspettate la primavera). Rasate l’eventuale manto erboso che sfiora l’acqua.
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