Le specie di formiche più frequenti in Italia sono Lasius niger (il formicone nero), L. flavus (formica color arancio, più piccola), Formica rufa (la formica rossa, protetta in alcune regioni italiane perché a rischio di estinzione), Crematogaster scutellaris (con il corpo nero e la testa rossa), Linepithema humile (formica argentina, che scaccia in genere le specie nostrane).
Formiche: quali piante attaccano
Le formiche colpiscono tutte le piante che sono infestate da afidi o da cocciniglie o da psille, insetti che producono una sostanza zuccherina (chiamata melata) di cui le formiche sono ghiotte, dando vita a un andirivieni sulle piante infestate.
Si manifestano sotto forma di lunghe file di minuscoli insetti in movimento incessante da un punto all’altro del giardino o del terrazzo (o in casa), in base a dove è dislocato il nido.
Costruiscono i nidi nella terra, spesso alla base di piante o sotto piastre, pietre o altre protezioni, o nelle fessure tra muro e pavimentazione o tra la pavimentazione, dato che prediligono posti secchi riparati dalla pioggia e dall’umidità.
Che danno provocano le formiche
Le formiche non causano direttamente alcun danno, perché si nutrono di sostanze zuccherine (semi, melata prodotta da afidi, psille e cocciniglie ecc.) e di residui alimentari.
Tuttavia, prendendosi cura di afidi, psille e cocciniglie, indirettamente ne favoriscono la sopravvivenza e la diffusione.
Nel caso, non molto frequente, della presenza del nido all’interno di un vaso o vasca, non danneggiano direttamente le radici, ma il nido vi preme sopra e gli spazi vuoti che creano all’interno del terriccio portano a un suo inaridimento molto più rapido del normale, quindi aumenta il fabbisogno d’acqua della pianta.
Solo nel caso di un’infestazione nel frutteto, se le formiche raggiungono i frutti (per esempio susine, albicocche, frutti di bosco) sono in grado di svuotarli dalla polpa in poche ore, lasciando solo la buccia.
Il loro andirivieni è sicuramente fastidioso, soprattutto quando sotto gli alberi o ai rampicanti sono posizionati il tavolo e le sedie ove sostare, perché qualche insetto può cadere sulle persone.
Sono tutte dotate di robuste mandibole con cui possono mordere (soprattutto se si infilano sotto i vestiti, sentendosi in trappola), senza però inoculare veleni attraverso il morso: questo è doloroso nell’immediato, ma in poche ore passa senza lasciare gonfiori, pruriti o altre tracce.
Quando si manifestano le formiche
In natura le formiche operaie si svegliano in primavera, dall’inizio di marzo in poi, fuoriuscendo dai nidi in cerca di cibo.
Fra luglio e settembre, le formiche alate (maschi e femmine) sciamano per accoppiarsi; i maschi subito dopo moriranno d’inedia, mentre le femmine fecondate costituiscono nuovi formicai dove divengono regine, riattivando così il ciclo vitale della specie.
L’attività cessa con l’arrivo del freddo.
Formiche, come si prevengono e si eliminano
- In giardino incrementate i nemici (uccelli, rospi, lucertole, ragni e galline nane), oppure traslocatelo appoggiandovi sopra un vasetto di cotto o di plastica capovolto, che verrà scelto come nuova dimora dalla colonia intera, permettendo di trasportarla senza danno in altro luogo.
- Nel frutteto, per impedire la risalita lungo i tronchi degli alberi da frutto alla ricerca degli afidi, rivestite la corteccia con l’apposito nastro biadesivo o spennellatela con vischio per insetti o con un impasto di fuliggine e olio di lino; per creare barriere utilizzate sostanze pulverulente come litotamnio, polvere di gesso e cenere, o annaffiate la zona con un decotto di assenzio.
- In terrazzo interrompete la scia con le polveri naturali elencate o catturate gli insetti con le apposite trappole adesive da vaso; se il nido è in un vaso, svasate la pianta rimovendo delicatamente dal terriccio le formiche (soprattutto la regina), mentre il formicaio, che spesso rimane nel contenitore, va traslocato in campagna, poi il vaso va lavato, rinvasandovi la pianta con terriccio nuovo misto a litotamnio.
- In casa è fondamentale tappare e sigillare ogni fessura che funga da accesso; seguendo le piste potete individuare ciò che le attrae (derrate alimentari, piante infestate da afidi, ecc.) e renderlo inaccessibile o eliminarlo; spugne imbevute d’acqua zuccherata poste sui luoghi di passaggio permettono di catturarne molte (solo operaie), mentre l’infestazione cessa con la morte della regina nel nido: utilizzate esche apposite, costituite per esempio dai coperchi dei barattoli di vetro contenenti una miscela di miele o melassa e lievito fresco, che causa la morte delle operaie, delle larve e, poi, della regina; oppure mescolate borace e zucchero in parti uguali, o borace (5%) e fegato macinato, o acido borico, piretro e pepe (1:1:1). In alternativa si trovano in vendita le apposite trappole a base di spinosad, un insetticida naturale (ma è meglio che siano collocate in punti inaccessibili a bambini e animali domestici).