Cortecce. Quella del platano è maculata a chiazze, come la pelliccia di un felino. Nella betulla si stacca a fogli, quasi fosse di carta. Rugosa e severa quella della quercia; liscia, lucida e rosso brillante quella di certi Prunus.
La corteccia è una delle caratteristiche più vistose negli alberi, e se d’estate la chioma o le fioriture distraggono dall’osservarla, in altri periodi dell’anno è un piacere vedere la diversità di aspetto che l’evoluzione ha provocato in questa importante ‘pelle’ degli alberi. Così importante che in alcuni casi la corteccia diventa protagonista di un giro d’affari mondiale, di proporzioni considerevoli.
È per esempio una corteccia a fornire una sostanza ben nota e oggetto di commerci internazionali, la cannella. Le stecche di cannella altro non sono che scorze di corteccia di alberi coltivati prevalentemente in Sri Lanka ma anche in altre parti dell’Asia tropicale e del Brasile.
Altrettanto antico è l’uso di un’altra corteccia straordinaria: il sughero è la scorza che si forma su alcuni grandi alberi e in particolare sulle querce mediterranee Quercus suber.
Anche un altro celebre farmaco, l’Aspirina, oggi prodotta da una molecola sintetica, prende origine dai principi terapeutici contenuti nella corteccia del salice.
E se l’estrazione del lattice di caucciù dalle incisioni dell’albero della gomma è ancora un fattore base per l’economia mondiale, altri usi della corteccia sono ormai dimenticati. Un tempo le popolazioni alpine utilizzavano la parte interna della corteccia di larice (commestibile sia cruda, sia seccata o polverizzata) e mescolata con cereali per fare il pane.
Cortecce: per la bellezza e per la biodiversità
La corteccia non è solo un fattore estetico. Il suo ruolo protettivo per le fibre legnose nelle quali scorrono i canali linfatici, il ‘sangue’ degli alberi, è fondamentale e chi ama la natura sa che deve evitare di danneggiarla. Inoltre essa ospita una incredibile quantità di forme di vita animali e vegetali, alcune di dimensioni microscopiche, fondamentali per la catena alimentare e la biodiversità.
Il ruolo della corteccia è principalmente quello di proteggere la pianta. Lo spessore e la struttura sono caratteristiche che possono presentare grandi diversità in base alla specie e alla varietà, ma talvolta anche in base all’età e al luogo in cui la pianta è cresciuta.
La corteccia degli alberi in giardino va protetta dai danni provocati da fattori esterni, l’esempio più classico è quello dell’urto provocato dal tosaerba alla base del tronco: dalle ferite possono infatti penetrare nel legno le spore fungine che provocano malattie e marcescenze.
Un altro aspetto riguarda le legature dei tutori. Man mano che l’albero cresce le legature arrivano a essere inglobate dalla corteccia, lasciando fenditure nelle quali si possono installare patologie e parassiti.
Un aspetto interessante è quello dell’impiego della corteccia come pacciamatura: alcune specie, in particolare il pino marittimo, vengono coltivate per ottenere, oltre al legno, le scaglie di corteccia che trovano impiego per l’efficace protezione del terreno dal freddo, dall’aridità e dalle malerbe.
A chi piace la corteccia?
Molti animali frequentano regolarmente gli alberi per cibarsi della loro corteccia o degli insetti che in essa vivono. Il picchio è forse il più conosciuto, per la sua tecnica di martellare con il becco il tronco degli alberi, sia per alimentarsi con larve di insetti che per creare cavità dove nidificare.
Nella corteccia dei vecchi tronchi è facile vedere fori scavati da vari tipi di abitanti; un grande numero di insetti ama raccogliersi in colonie, talvolta innocue ma in altri casi molto pericolose per la salute dell’albero in quanto le larve sono in grado di provocarne la morte.
Poi ci sono gli abitanti vegetali: muschi e licheni offrono un habitat straordinario a piccole forme di vita che contribuiscono alla catena alimentare e alla biodiversità.
Ma se sulla corteccia si affaccia un fungo a mensola, allora è meglio verificare la salute dell’albero in quanto può indicare la presenza di marcescenze legnose.
Arbusti con corteccia insolita
Il più famoso è senz’altro Cornus alba ‘Sibirica’, un corniolo che nel resto dell’anno è poco vistoso: ma in inverno la corteccia rosso fuoco dei suo giovani rami è davvero uno spettacolo.
Anche l’acero grigio ha una corteccia interessante: Acer griseum presenta una superficie del tronco di colore bruno rossiccio, o aranciato, che tende con il tempo a sfogliarsi in sottili lamelle, sia sul fusto che sui rami di almeno 2-3anni.
Parecchi tipi di salice sono interessanti per l’aspetto della corteccia. I rami giovani di Salix purpurea in inverno assumono splendide sfumature rossastre.
La lagerstroemia ha fusti chiari e variegati che in inverno quando sono spogli assumono un notevole valore decorativo.