Il loro arrivo non suscita alcun clamore, a differenza di quanto accade per gli extracomunitari che sbarcano nel nostro Paese. E, in questo caso purtroppo, non li rimandiamo subito indietro…
Sono i nuovi parassiti delle piante, insetti alieni invasori che negli ultimi due decenni sono entrati in Italia, ospiti sgraditi e privi d’invito, dall’America, dall’Africa e dall’Asia.
Nonostante abbiano tutti sei zampe, gli insetti alieni non si fanno notare: giungono nel più completo silenzio, microscopiche uova o adulti apparentemente morti, sepolti nei terricci, tra le fronde, nelle profondità delle cortecce, fra le radici, aggrappati a vasi e sacchi o negli imballaggi.
E sempre in silenzio, se si trovano bene da noi – ossia se gli offriamo cibo facile senza nemici –, incominciano a moltiplicarsi là dove sono entrati.
Se gli occhi sono attenti, l’allarme, nella prima zona di colonizzazione, viene lanciato l’anno successivo al loro arrivo; più facilmente ci si accorge di questi minuscoli devastatori solo quando incominciano a causare seri danni. Una volta lanciato l’allarme, rispedirli indietro non si può più.
In una terra vergine dove si sono trovati benissimo, la moltiplicazione assume dimensioni esponenziali per due motivi: la mancanza di un nemico naturale che nel Paese d’origine tiene sotto controllo la popolazione, e l’assenza di un nemico artificiale, cioè un fitofarmaco che li elimini. Se nella madrepatria questi flagelli non sono devastanti, non vengono nemmeno ricercate sostanze chimiche che li possano controllare…
Così comincia un lungo calvario, durante il quale da un lato la ricerca scientifica sperimenta sostanze chimiche o parassiti naturali (prelevandoli dal Paese d’origine e sperando che si adattino anche loro qui da noi, e che però non combinino danni, per esempio aggredendo altre specie innocue nostrane), dall’altro i parassiti dilagano devastando le piante bersaglio senza alcun ostacolo.
La ricerca deve fare in fretta, se vuole evitare che le specie di casa nostra vengano sterminate, ma trovare l’arma giusta non è così semplice, anche perché il ciclo vegetale prevede uno stop invernale…
In qualche caso è la natura stessa a riequilibrare le popolazioni di insetti nocivi, per esempio attraverso un inverno gelido o un’estate arroventata; in altri casi si è già arrivati a soluzioni-tampone che, se non risolutive, perlomeno pongono un freno alla diffusione del parassita; in molti altri la ricerca è ancora agli inizi e non resta che sperare in una soluzione rapida, per non perdere il piacere di coltivare o di vedere nell’italico paesaggio determinate specie vegetali.
I più importanti insetti alieni sono:
1. Il minatore delle palme: proveniente dal Sud America, può compromettere la vita della palma.
2. La farfallina dei gerani: ormai diffusissima, è arrivata dal Sud Africa, terra d'origine dei gerani.
3. Metcalfa pruinosa: attacca oltre 200 specie di piante ornamentali, e ora è un po' meno abbondante rispetto al passato.
4. Cocciniglia vampiro dei pini marittimi: una cocciniglia entrata in Italia dalla Francia e che attacca solo i pini marittimi.
5. La psilla dell'albizia: attacca le piante di gaggia o acacia di Costantinopoli, ma i danni sono soprattutto estetici.
6. La minatrice dell'ippocastano: Cameraria ohridella attacca gli ippocastani e nel giro di pochi anni li porta alla morte.
7. La cimicetta dell'olmo: non è dannosa per l'uomo, ma può dare fastidio il suo odore.
8. Il tarlo asiatico: è ormai obbligo di legge debellare questo devastante parassita diffuso soprattutto nel Nord Italia.
9. Il punteruolo rosso delle palme: l’insetto si introduce nella gemma apicale nutrendosi dei tessuti e uccidendo in breve tempo la pianta.
10. La vespa cinese del castagno: proveniente dalla Cina, è ormai diffusa in tutta Europa.