I diserbanti riguardano l’operazione che va sotto il nome di diserbo chimico. Per quel che riguarda le erbe infestanti, nella prima parte abbiamo spiegato come è possibile prevenirle. Nella seconda, abbiamo visto come eliminarle nel prato e, nella terza, come agire in giardino, nei vialetti e nei sentieri. Nella quarta parte abbiamo spiegato nello specifico cosa fare nell’orto, vedremo nella sesta come si effettua la scerbatura, poi quali sono le piante infestanti più comuni nell’ultimo articolo.
Il diserbante: cos’è
Il diserbo chimico, a fronte di una grande praticità e una buona efficacia, presenta indubbi limiti, uno dei quali è già percepibile attraverso quanto detto sin qui: la selettività è molto parziale, quindi è necessaria la mano del giardiniere che, applicando il prodotto solo laddove è necessario, diventa la selezionatrice della situazione.
L’altro grande limite è dato dalla non innocuità dei principi attivi utilizzati: non essendo un insetticida o un anticrittogamico, ma un erbicida, si potrebbe essere indotti ad abusarne, utilizzandolo di frequente o aumentando i dosaggi a casaccio. Niente di più sbagliato: è vero che non esplica una tossicità diretta (respirarne inavvertitamente una vaporizzazione non provoca particolari malesseri), ma è anche vero che tutti i principi attivi non sono biocompatibili e biodegradabili, cioè si accumulano nel suolo e via via giù fino alla falda acquifera, inquinandola. È il caso dell’atrazina, un erbicida ampiamente usato negli anni dai ’60 agli ’80 in Val Padana per il diserbo del mais e del sorgo, che, si scoprì, aveva inquinato stabilmente le falde attorno all’asta del Po: il suo impiego in Italia è vietato dal 1992.
Non per niente, con l'entrata in vigore dell'ultimo Regolamento europeo, oggi i diserbanti chimici possono essere acquistati solo da chi sia in possesso di "patentino", ossia da chi abbia seguito un apposito corso di formazione per imparare a utilizzare i fitofarmaci tossici.
Diserbante per erbacce: come scegliere quello giusto
Anche per chi ha il patentino, un impiego oculato parte dalla scelta del prodotto adatto al tipo di malerba da eliminare e al contesto in cui è inserita.
La lettura dell’etichetta è il primo passo: i diserbanti si dividono in “per infestanti a foglia stretta”, che colpiscono solo le Graminacee (tutte, anche quelle da prato); “per infestanti a foglia larga”, che eliminano buona parte delle piante dicotiledoni (l’etichetta indica per ciascun prodotto quali sono le preferite); “antigerminello”, che inibiscono la germinazione di tutti i semi presenti nei primi 10 cm di terreno; “di pre-emergenza”, che colpiscono l'infestante allo stadio di plantula annullandone lo sviluppo prima che possa competere con la specie coltivata e che hanno un’elevata persistenza nella loro efficacia (sono detti anche erbicidi residuali, perché rimangono a lungo nel suolo); “di post-emergenza”, che eliminano l'infestante dicotiledone già sviluppata (questi ultimi due vengono utilizzati in prevalenza dagli agricoltori professionisti); “totali”, che distruggono tutte le piante dicotiledoni, incluse le radici, pur avvalendosi di principi attivi non particolarmente pesanti; “non selettivi” o “seccatutto”, che annientano qualunque pianta con cui vengano a contatto e vanno quindi riservati a zone dove si voglia eliminare proprio ogni vegetale; “extragricoli”, riservati a strade, ferrovie, piazzali, aree industriali, ecc., caratterizzati da principi attivi più pesanti, che non lasciano scampo, ma che non sono adatti al giardino e spesso nemmeno acquistabili senza il patentino.
Sempre l’etichetta riporta un elenco parziale di piante su cui il prodotto è attivo, i luoghi dove il prodotto può essere irrorato, i dosaggi (da non superare mai) e le modalità d’impiego, che vanno seguite alla lettera, per non provocare danni a se stessi, ad altre persone o animali e all’ambiente.
In presenza di particolari situazioni (orto o frutteto, bambini, animali domestici, persone asmatiche, pozzo che pesca da una falda superficiale, ecc.) si consiglia di effettuare solo trattamenti localizzati con il pennello, senza vaporizzare alcunché nell’aria, avvalendosi di principi attivi velocemente degradabili, perché costituiti da molecole simili a quelle di composti naturali, le quali vengono trasformate a opera dei microrganismi del suolo. È il caso, peraltro attualmente controverso, del glifosate (erbicida totale), la cui permanenza nel terreno dovrebbe essere di tre settimane prima di scomparire del tutto, secondo quanto dichiarato dalle aziende produttrici; o dell’acido pelargonico (un altro erbicida totale) che viene oggi definito come “privo di impatto sull’ambiente”.
Il tempo d’azione, ossia il numero di giorni intercorsi fra il trattamento e i primi segnali di disseccamento delle infestanti, è variabile in base al principio attivo e alla combinazione di questi nel prodotto: è compreso fra 2 e 15 giorni.
Diserbante: come usarlo
Tranne gli anti-germinello, che inattivano i semi, tutti gli altri diserbanti agiscono per contatto: le gocce, appoggiate sulle foglie, vengono assorbite inattivando funzioni vitali locali, oppure vengono traslocate attraverso la linfa andando a colpire altri organi, e perfino le radici in alcuni casi.
Ne consegue che, per ottenere un risultato efficace, è necessario bagnare bene il fogliame e non il terreno, dove il prodotto va disperso inutilmente, con spreco di soldi e impatto sull’ambiente.
Tutti i trattamenti vanno eseguiti in una giornata (o momento di essa) tiepida, preferibilmente soleggiata per far asciugare subito il prodotto senza che sgoccioli troppo, assolutamente asciutta (anche nelle 4-6 ore successive) e soprattutto senza vento, per evitare la deriva delle goccioline o di sbagliare bersaglio con il pennello.
Rispettate sempre scrupolosamente tutte le prescrizioni indicate in etichetta, dai dosaggi alle modalità d’impiego. Durante le operazioni di miscelazione e di irrorazione, proteggetevi con gli occhiali da lavoro e una mascherina per naso e bocca.
Trattamenti con pompa. Se utilizzate una semplice pompetta da giardino, spruzzate direttamente l’infestante da una distanza di 30 cm; se invece vi avvalete di una pompa semiprofessionale con lancia per trattare il tappeto erboso, il vialetto o una scarpata da diserbare, tenete la lancia parallela al suolo durante l’irrorazione, non rivolta verso il basso: eviterete il rimbalzo delle gocce un po’ dappertutto. La pompa deve servire solo per i diserbanti, non per altri prodotti.
Trattamenti con pennello. Davanti all’infestante, immergete un normale pennello da pittore (setole sintetiche, piatte, n. 10 o superiori, oppure pennellessa da 5 cm se va trattato un arbusto) nella miscela, sbattetelo sul bordo del recipiente per scuotere l’eccesso e, facendo sgocciolare il meno possibile, pennellate bene le foglie della malerba, dell’arbusto o alberello, ripetendo finché tutto il fogliame è stato bagnato con il diserbante.