L’orchidea, generalmente Phalaenopsis, si compra perché è bellissima, magari tentati dal prezzo stracciato, inferiore ai 10 euro, al quale la si trova in vendita nei discount o supermercati. La fioritura strepitosa, se non si sbagliano clamorosamente le condizioni di coltivazione, dura a lungo, anche fino a 4 mesi, dopodiché termina e ci si chiede che cosa fare di una pianta che, di per sé, non è particolarmente decorativa: quattro foglie lanceolato-ovate a punta arrotondata immerse nella corteccia da cui spuntano radici verde-grigie rivolte in ogni direzione.
La maggior parte, giustamente, tiene la pianta e si aspetta che rifiorisca a un dato momento. Ma pochi hanno ben chiaro che cosa fare nel frattempo, e soprattutto per favorire la rifioritura…
Cosa fare dopo la fioritura
A primavera, quando la fioritura è ormai terminata, bisogna ripulire la pianta, eliminando le eventuali foglie secche, tagliando il fusto fiorifero mantenendo solo 3-4 nodi se si è seccato, e sostituendo il substrato. Estraendo la pianta dal vaso e liberandola dalla corteccia (bark) si possono vedere radici verdi e turgide (cioè sane) e altre rinsecchite o, peggio, marce. Bisogna tagliare le radici secche usando forbici taglienti e disinfettate, e bisogna rinvasare la pianta con la corteccia nuova, lasciata a bagno per una notte perché si imbibisca bene di umidità prima dell’uso; non è necessario aumentare la misura del vaso, a meno che non ci siano numerose nuove radici. A proposito: NON è vero che tutte le radici debbano stare immerse nel bark, perché nelle orchidee sono in grado di captare anche l’umidità atmosferica e quindi devono rimanere esposte all’aria e non immerse nel substrato (radici aeree).
Invece, a proposito dello stelo fiorale: se resta verde, va lasciato sulla pianta, perché dopo alcuni mesi potrebbe emettere nuovi boccioli o germogli. Se invece si secca, in parte o del tutto, le porzioni secche vanno tagliate. Un nuovo stelo fiorale, infine, si forma dopo quasi un anno dalla precedente fioritura.
La pianta entra nella fase del riposo, durante la quale la Phalaenopsis va bagnata il minimo indispensabile alla vita, senza mai concimarla.
Al termine del riposo dell’orchidea
Trascorsi 2-3 mesi, di solito quelli estivi, gradualmente si riprende a bagnare di più, aggiungendo anche la dosi di concime specifico per orchidee secondo le indicazioni in etichetta del prodotto scelto. La concimazione è importante perché permette alla pianta di ripristinare le risorse da utilizzare per svilupparsi e creare un nuovo stelo fiorifero. Gradite sono anche le vaporizzazioni delle radici aeree e del fogliame, ogni 2-3 giorni.
Se le cure sono state corrette (fondamentale è il rispetto del riposo!), il fiore apparirà generalmente dalla fine dell’autunno alla primavera; può essere singolo o più facilmente raggruppato in normali infiorescenze a grappolo, e darà un’immensa soddisfazione.