Fare un nuovo prato è molto semplice, a condizione di rispettare le poche, facili regole che sovrintendono a questa operazione. Saltarne anche una sola può anche portare a un risultato poco felice, che potrebbe essere difficile da migliorare in seguito.
Le indicazioni manuali che vi forniamo, sebbene valide per prati di ogni dimensione, sono calibrate su estensioni fino a 500 mq. Per prati di dimensioni superiori è bene avvalersi di macchine da giardino che alleggeriscono il lavoro.
Per correttezza, va segnalato tuttavia che, dopo le ultime estati afflitte dalla siccità, oltre che dal caldo torrido in tutta Italia, è bene chiedersi se veramente siamo disposti a utilizzare (e abbiamo a disposizione) ettolitri d'acqua ogni anno da maggio a settembre per mantenere verdi e rigogliosi gli steli d'erba, o se invece non sia meglio pensare a soluzioni alternative che richiedano meno acqua rispetto al prato classico.
Quando fare il prato
Marzo e aprile, e settembre-ottobre, sono i mesi ideali per impiantare ex novo un tappeto erboso, perché si abbinano la temperatura piuttosto mite e una certa umidità: l’abbinamento favorisce la germinazione dei semi. Negli ultimi anni, meglio procedere in ottobre, quando le temperature sono ancora miti ma non calde, e si può sperare in un andamento meteo più piovoso che non in primavera.
Occorre infatti anche un po’ di fortuna, cioè un andamento climatico favorevole, privo di gelate notturne che danneggerebbero le plantule. Da questo punto di vista, se seminate in settembre-ottobre nel Nord Italia è bene preferire sementi adatte a climi freschi e piovosi, riservando alla primavera o al Centro-Sud quelle resistenti a temperature elevate ed eventuali siccità.
Fare un prato: i lavori preliminari del terreno
Le lavorazioni del terreno preliminari alla realizzazione di un prato possono essere diverse, a seconda di cosa ospita il terreno stesso.
Comune a tutti i tipi di situazioni c’è, come prima cosa, l’obbligo di asportare con cura radici, piante infestanti, pietre, detriti, laterizi, rifiuti, ecc.
La situazione peggiore riguarda un suolo che fino a poco prima ospitava un cantiere edile. In questo caso è necessario eseguire un’aratura profonda 50-60 cm, poi un livellamento grossolano e infine un riporto di 20-30 cm di buona terra da giardino.
Se invece si tratta di terreno abbandonato da tempo o molto povero, seguite il consiglio precedente, arando però fino a 30-40 cm di profondità.
Se infine si tratta di sostituire un tappeto erboso invecchiato, bisogna asportare i primi 20 cm di cotico erboso, indi arare a 30 cm di profondità, livellare sommariamente e riportare 20 cm di buon terriccio da giardino.
In tutti e tre i casi, dopo le lavorazioni descritte si passa a un’operazione uguale per tutti i terreni: spianate alla meglio il terreno e fresatelo più volte con il motocoltivatore fino a 15-20 cm di profondità frantumando bene le zolle. Durante la fresatura incorporate i fertilizzanti e/o gli ammendanti.
Quindi deponete, se previsti, cavi e tubi interrati per gli impianti d’illuminazione e d’irrigazione interrata. Se, prima delle lavorazioni, avete notato ristagni d’acqua, installate anche il sistema di drenaggio sotterraneo.
Uniformate la superficie con il rastrello o la rete livellatrice, dando una leggera pendenza all’esterno per smaltire l’acqua. Poi passate il rullo (anche a noleggio) fino a tre volte su terreno molto soffice. Fate passare almeno una settimana prima di seminare.
Scegliere la semente per fare un prato
Nel frattempo scegliete il miscuglio da seminare, valutando il clima (mite, freddo, siccitoso, piovoso), il terreno (arido, compatto), l’esposizione al sole o all’ombra, la disponibilità idrica (più o meno abbondante e costante), l’impiego del prato (ornamentale, calpestabile, sportivo) e la manutenzione (continua o no). Un miscuglio di 4-5 specie di graminacee garantisce un tappeto erboso più robusto.
Leggete attentamente l’etichetta: riporta tutte le informazioni sopraelencate e vi permette di scegliere il miscuglio più adatto alle vostre esigenze. In realtà, può capitare che non tutto corrisponda a ciò che cercate: tenente presente che i fattori indispensabili, quelli su cui non dovete barare, sono il clima e l’esposizione.
In etichetta trovate anche le dosi di seme da spargere: la dose maggiore è indicata per semine tardive, in condizioni difficili o in previsione di molte malerbe. Non aumentate a caso la dose, perché troppe plantule favoriscono gli attacchi fungini, letali su piante così piccole.
Fare un prato: la semina
Seminate in un giorno sereno e senza vento con una seminatrice a rullo, effettuando due passaggi ad angolo retto. Invece la semina manuale a spaglio richiede esperienza, pena un prato a macchia di leopardo.
Subito dopo aver seminato, distribuite un sottile strato (3-5 mm) di terriccio o torba, oppure passate delicatamente il rastrello per coprire i semi.
Accendete l’irrigazione per almeno 30 minuti, meglio se con funzione nebulizzazione. Mantenete il terreno sempre umido anche nei giorni successivi per favorire la germinazione. Non create ruscellamenti che spostano i semi, e non fate incrostare il terreno.
L’erba spunterà a partire da 7-10 giorni dopo la semina.
Naturalmente, non camminate sul terreno seminato e poi sull’erbetta appena spuntata per almeno un mese.