Il tarassaco o dente di leone o "piscialetto" o soffione è una di quelle piante che si impara a conoscere sin da bambini, non foss'altro per l'abitudine divertente di cogliere l'infruttescenza ("soffione") e soffiare via i frutti che volano come fiocchi di neve. Proprio per questa caratteristica di "volo libero" il tarassaco è nel Linguaggio dei Fiori il simbolo della libertà.
Tarassaco, uno e "centomila"
In realtà i tarassaci spontanei in Italia appartengono a ben 135 specie, distinguibili quasi solo dagli esperti botanici. Sono comunque tutte specie molto simili fra loro, e indistintamente commestibili e dotate delle medesime proprietà benefiche.
Pianta erbacea perenne con radice fittonante carnosa e ramificata. Le foglie sono disposte a rosetta prima appiattita e poi eretta, oblungo-ovate, con nervatura mediana e roncinate; se tagliate emettono una linfa biancastra. Nelle zone più fredde scompaiono durante l’inverno. L’infiorescenza, da marzo a maggio, è composta da grossi capolini eretti, color giallo intenso, sostenuti da un lungo picciolo carnoso e lattiginoso se tagliato. L’infruttescenza è composta da semi (acheni) dotati di un pappo che li sostiene durante il volo di disseminazione.
Il tarassaco è presente un po’ ovunque, spesso come infestante. Si trova in campi, pascoli, boschi, bordi delle strade dal mare fino ai 2.000 m di quota con numerosi ecotipi differenti.
Come coltivare il tarassaco
Generalmente viene poco coltivato, a favore di altre verdure quali cicorie e radicchi. Inoltre, come pianta spontanea, raramente si trovano in commercio le sementi, che però si possono raccogliere direttamente in campagna, prelevando i pappi in aprile-maggio. Si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno, ma preferisce quelli ben dotati di materia organica. Si semina in primavera direttamente in piena terra; al comparire delle prime foglioline si esegue un diradamento lasciando circa 10 cm tra una pianta e l’altra. Ha bisogno di molta acqua durante la germinazione, ma poi si adatta bene anche a climi asciutti. Mantenete il terreno libero dalle malerbe e ben arieggiato.
Dente di leone, raccolta e conservazione
Non raccogliete mai il tarassaco che cresce in zone inquinate, tipo bordi di strade o ferrovie. Cercatelo in campagna e in montagna, lontano da fonti d’inquinamento.
Raccogliete le foglie, in marzo e aprile, sotto forma di rosette basali appiattite e prive di fiori; quando questi compaiono, l’efficacia è dimezzata. Lavatele molto bene, tamponatele con uno strofinaccio e consumatele fresche oppure ponetele su un graticcio ad asciugare all’ombra per almeno un paio di settimane; quando sono ben essiccate, conservatele in sacchetti di carta in luogo fresco.
Per uso erboristico, in novembre con un coltellino a lama corta e arrotondata, estirpate qualche piantina di medie dimensioni con tutta la radice. Dopo averle lavate e asciugate con un panno, tagliate le radici a rondelle non troppo spesse e ponetele a essiccare al sole o in forno. Con le foglie fatevi un’insalata fuori stagione: male non fa!
Il tarassaco viene anche coltivato per la vendita come verdura: è possibile comprarlo sui banchetti più forniti dei mercatini, soprattutto fra marzo e giugno.
Valore nutrizionale e proprietà del tarassaco
A che cosa serve il tarassaco? A rimettere a nuovo l’organismo! Le foglie del tarassaco, in virtù delle abbondanti vitamine (A, gruppo B, C e K) e minerali (potassio, diuretico, e ferro, antianemico, ma anche magnesio, calcio, fosforo, manganese, sodio), e soprattutto grazie all'olio essenziale ricco di sostanze amare (tarassina, tarassacina ecc.), depurano in profondità, e rimettono a nuovo fegati intossicati, reni svogliati e intestini superpigri. Inoltre rinforzano l’organismo contro le malattie da raffreddamento.
La radice contiene alcoli triterpenici, steroli, vitamine, linulina, acidi caffeico, nicotico, linoleico, miristico, asparagina, mucillagini; è anch’essa ricca di vitamine (A, B, C, D) e sali minerali (fosforo, potassio, calcio, magnesio); ed è utile in caso di insufficienza epatica, calcoli renali, colesterolo alto, stitichezza, eczemi e anemia.
Le ricette con il dente di leone
Consumate il tarassaco crudo in insalata: se non gradite il gusto amarognolo (ottimo aperitivo in caso di inappetenza), correggetelo con lattuga, valerianella, finocchio, sedano, uova sode e noci spezzettate, da condire con olio e succo di limone. Ricette meno "virtuose" prevedono invece l'aggiunta di una dadolata di pancetta appena soffritta, o di cipolla affettata e condita con olio e pepe.
Le foglie si possono anche congelare per l'inverno, previa scottatura di 3 minuti in acqua bollente non salata (sistema consigliato anche per attenuare il gusto amaro); si utilizzano al posto degli spinaci.
I boccioli si conservano come i capperi (sott'aceto o sotto sale), o come sott'olio insaporiti con aglio, peperoncino ed erba cipollina.
In tempi andati si usavano anche le radici, torrefatte e macinate per ottenere un surrogato del caffè.
Le radici raccolte in novembre si possono anche forzare (come la cicoria belga) per ottenere ottimi germogli imbianchiti per il pranzo di Natale. Scegliete piante ben sviluppate, tagliate la radice a 10-15 cm di profondità e le foglie 1-2 cm sopra il colletto. Ponetele nella sabbia, in luogo fresco e semi-buio per forzarle.
Le api ne ricavano un miele molto pregiato e particolare, che conserva l’odore caratteristico del tarassaco e anche il suo sapore amarognolo. Questo miele ha le stesse proprietà benefiche della pianta da cui deriva.
Le tisane con il tarassaco
Purtroppo, perché i preparati siano efficaci non vanno addolciti, e il sapore è amaro. Se non riuscite a berli, aggiungete un cucchiaino da caffè di miele d’acacia.
Con le foglie secche
- Come disintossicante e depurativo del fegato: infondete 20 g in un litro d'acqua bollente per 15 minuti; filtrate e bevete 2 tazze al giorno per tre settimane.
- Contro le varici: applicate giornalmente sulla zona delle compresse fredde imbevute del decotto di 40 g di foglie bollite per 10 minuti in un litro d'acqua, e filtrato solo a freddo.
- Contro le verruche: fate delle toccature con succo fresco, applicato 3 volte al giorno fino a distacco.
- Per alleviare l’acne: lavate il viso due volte al giorno con un decotto di 50 g di foglie bollite in un litro d'acqua per 30 minuti, filtrato e intiepidito.
Con la radice secca
- Come diuretico: sminuzzate e macerate 50 g in un litro di buon vino rosso per 10 giorni, filtrate e assumetene 3-4 bicchierini da liquore al giorno.
- Un altro disintossicante: bollite 30 g in un litro d'acqua per 5 minuti, filtrate e bevetene 3 tazze al giorno.
- Per abbassare il colesterolo: bollite 50 g in mezzo litro d'acqua per 10 minuti, filtrate e bevetene una tazza la mattina a digiuno e una prima di cena.
- Per mitigare i dolori reumatici: bollite 40 g per 10 minuti in un litro d'acqua, lasciando in infusione per 5 minuti, assumetene 2 tazze al giorno.
- Per ottenere un colorito roseo: bollite 60 g in un litro d'acqua per 30 minuti, lasciate raffreddare, filtrate e applicate delle compresse per 20 minuti.