Lo zolfo (S) è un elemento minerale utilizzato come fungicida sin dall’antica Grecia, in particolare per la lotta al mal bianco. Deve essere estremamente puro (almeno 78%) in quanto deve essere esente da selenio, un elemento che risulta dannoso per l'uomo e gli animali.
Oltre che come zolfo puro, è presente sul mercato anche come polisolfuro di calcio - acquistabile solo se muniti di patentino –, nel qual caso costituisce un insetticida (utile contro le cocciniglie delle piante da frutto), o come solfato (di potassio, di calcio ecc.), nel qual caso funge invece da concime. Lo zolfo infatti è anche un elemento nutritivo secondario (mesoelemento) importante per la vita di tutte le piante e per la qualità delle produzioni.
Le formulazioni dello zolfo
Lo zolfo è presente nei prodotti commerciali in numerosissime formulazioni, riconducibili però a tre grandi gruppi, zolfi pulverulenti, bagnabili, liquidi.
• Pulverulenti: si tratta di polveri secche applicabili così come sono per trattamenti pulverulenti, e comprendono Zolfi greggi ottenuti per molitura di minerali di zolfo, a bassa percentuale del minerale; Zolfi sublimati (o raffinati) in particelle molto fini, ottenuti per condensazione dei vapori di distillazione dello zolfo greggio, molto attivi; Zolfi ventilati ottenuti per molitura e separazione per ventilazione delle particelle più fini; Zolfi attivati ottenuti per unione dello zolfo con nerofumo da grassi vegetali, per un’azione più incisiva.
• Bagnabili: sono polveri bagnabili, granuli o microgranuli idrodisperdibili per trattamenti liquidi, e annoverano Zolfi bagnabili comuni ottenuti da zolfi ventilati con aggiunta di bagnanti; Zolfi colloidali ottenuti con procedimenti chimici, in particelle molto fini con caratteristiche colloidali (cioè di adesività); Zolfi micronizzati ottenuti per macinazione di zolfi sublimati o ventilati, in particelle finissime dell’ordine di micrometri; Zolfi bentonici o bentonitici ottenuti facendo assorbire lo zolfo fuso da argilla bentonitica; in particelle finissime.
• Liquidi: formulazioni liquide, flowable o sospensioni concentrate per trattamenti liquidi, molto pratiche dal punto di vista dell'impiego, elaborate dall’industria da alcuni anni.
Esistono, infine, prodotti commerciali in cui lo zolfo è mescolato ad altre sostanze di varia natura: composti rameici o composti proteici, come il proteinato di zolfo o “fegato di zolfo” (carbonato di potassio con sali di zolfo).
Tutti i prodotti fitosanitari a base di zolfo presenti sul mercato sono ammessi in agricoltura biologica.
Contro quali avversità usare lo zolfo
Lo zolfo è l’anticrittogamico “principe” nella prevenzione e lotta al mal bianco o oidio, qualunque sia l’agente fungino che lo provoca; ha una buona attività preventiva e anche eradicante soprattutto quando è in polvere.
Esplica, inoltre, una modesta azione frenante sugli acari, quali il ragnetto rosso e gli eriofidi del pero e della vite, e risulta insetto-repellente, almeno finché persiste sulla vegetazione.
In formulazione fumogena è indicato come rodenticida.
Come agisce lo zolfo
La sua azione si differenzia dagli anticrittogamici "sistemici" in quanto non penetra nel tessuto e nella linfa delle piante e quindi non causa fenomeni di tossicità e resistenza. Agisce sottraendo acqua alla cellula fungina, disidratandola e bloccando i processi respiratori sostituendosi all'ossigeno. È efficace sotto forma di vapore: il passaggio allo stato gassoso è direttamente proporzionale alle temperature e alla finezza delle sue particelle.
Quindi il suo potere fungicida è in funzione della temperatura, della finezza delle particelle e dell’umidità relativa. L'azione fungicida inizia sui 10-12 °C con gli zolfi più fini e sui 18-20 °C con quelli più grossolani e aumenta progressivamente sino ai 40 °C: la temperatura deve infatti essere sufficientemente elevata per permettere la sublimazione delle particelle solide (passaggio da stato solido a gassoso). A temperature molto elevate (oltre 30-32 °C) il passaggio allo stato di vapore è molto elevato e può indurre fitotossicità; si consiglia dunque di eseguire gli interventi nelle ore più fresche della giornata. Alle basse temperature gli zolfi sono invece poco attivi. L'azione diminuisce con l'aumentare dell'umidità relativa.
Su quali piante si usa lo zolfo
Lo zolfo è impiegabile su tutti i tipi di piante, purché all’aperto (la distribuzione della polvere è impossibile in appartamento). Si può utilizzare anche in cantina e in serra.
Per l’orto e il frutteto scegliete prodotti commerciali che abbiano un basso tempo di carenza (in genere compreso tra 3 e 15 giorni).
Zolfo, come si usa
Indipendentemente dalla formulazione, leggete sempre con cura l’etichetta, rispettando i dosaggi, i tempi (intervallo fra due somministrazioni o rispetto ad altri trattamenti), le modalità di distribuzione ecc.
I formulati in polvere si distribuiscono così come sono direttamente sulla vegetazione mediante un soffietto; è indispensabile utilizzare adeguate protezioni per il viso (occhiali da lavoro, maschere per naso e bocca) e una tuta da lavoro per il corpo; effettuate il trattamento solo in assenza di vento, per evitare che il prodotto non vada sul bersaglio (con anche un danno economico).
Gli zolfi bagnabili si sciolgono abbastanza facilmente (soprattutto quelli micronizzati e bentonici) in acqua; al momento del dosaggio indossate per precauzione una mascherina per naso e bocca, ed effettuate l’operazione al chiuso, in assenza di correnti d’aria.
Quali formulazioni di zolfo usare
Nei periodi di maggior pressione del mal bianco e/o in presenza d'infezioni conclamate, è consigliabile l’impiego di zolfi in polvere.
Gli zolfi bagnabili sono indicati soprattutto per un'azione preventiva e hanno anche una minor persistenza d'azione rispetto a quelli in polvere (5-7 giorni a seconda delle condizioni ambientali), con l’eccezione dello zolfo micronizzato che, a seconda dei coadiuvanti, può arrivare fino a 14 giorni di persistenza: non bisogna eccedere mai con le dosi, perché possono più facilmente risultare fitotossici rispetto alla polvere.
Gli zolfi liquidi sono indicati per trattamenti sulle piante d’appartamento (da effettuarsi in esterni), da balcone e da terrazzo, dove è più facile accorgersi dell’inizio dell’infezione e non è quindi necessario un prodotto particolarmente “energico”, bensì facile da distribuire (sono già pronti all’uso, in confezione trigger).
Tossicità e impatto ambientale dello zolfo
La tossicità verso i mammiferi è molto bassa, ed è poco tossico anche per i pesci e le api, mentre è nocivo per alcuni insetti utili, come alcuni Imenotteri, gli acari Fitoseidi, i Miridi e gli Antocoridi.
Nelle etichette dei prodotti in commercio deve essere presente la dichiarazione di assenza del selenio, un metallo molto fine e affine allo zolfo, ma molto tossico per l'uomo e gli animali.
Non va somministrato a temperature elevate, quando tutti gli zolfi diventano fitotossici.
Sono sensibili all'azione dello zolfo alcune cultivar di melo (Golden Delicious, Imperatore, Commercio, Jonathan, Rome Beauty, Stayman), di pero (Williams), di pesco e quasi tutte quelle di albicocco.
Nel terreno lo zolfo viene degradato rapidamente da alcuni microrganismi.
Controindicazioni e avvertenze
Dato il pericolo di fitotossicità, è consigliabile effettuare i trattamenti nelle ore più fresche della giornata (preferibilmente al mattino presto, in alternativa al tramonto), soprattutto durante il periodo estivo. Data la scarsa persistenza, è bene evitare di trattare quando si prevede pioggia nell’arco di 4-5 giorni.
Lo zolfo non è compatibile con oli minerali e antiparassitari a reazione alcalina in genere.