Innanzitutto una precisazione: qui si tratterà dei Vespoidei, cioè vespe e calabroni, che non hanno nulla a che vedere con gli Apoidei, cioè api domestiche, api solitarie, api legnaiole, bombi ecc. Questi ultimi pungono solo se minacciati: non hanno interesse a farlo perché il loro pungiglione rimane infisso nella pelle dopo la puntura, dilaniando l’addome dell’insetto che cerca di andarsene e muore subito dopo. Difficilmente si viene punti da api e bombi, che sono dediti al nutrimento di fiore in fiore, e altrettanto difficilmente – a meno di non essere a rischio di shock anafilattico – le loro punture mettono in pericolo la vita dell’uomo o animale colpito.
Inoltre svolgono l’importantissima funzione di impollinatori (celeberrima la frase attribuita ad Albert Einstein: “Quando le api scompariranno, all’uomo resteranno solo 4 anni di vita”), permettendo di mantenere la biodiversità del Pianeta e di ottenere i frutti, nonché di ricavare miele e altri prodotti dalle api domestiche. Quindi api, bombi & co. vanno il più possibile preservati per il loro insostituibile ruolo di pronubi.
Questo non sta a significare che invece i Vespoidei possano essere sterminati, anche perché è impossibile. I Vespoidei non hanno remore a pungere, visto che il pungiglione rimane attaccato al loro corpo permettendo più punture in sequenza. Ma non bisogna generalizzare: non tutte le vespe sono aggressive e temibili.
Piuttosto, data la pericolosità di alcuni rappresentanti della famiglia, è raccomandabile l’eliminazione dei nidi presenti nei giardini e nelle abitazioni, soprattutto se appartenenti alle specie più pericolose.
- Vespe muratore (Sceliphron caementarium, Ancistrocerus parietinus ecc.): difficilmente attaccano perfino quando vengono minacciate con giornali per farle uscire da una stanza. Si riconoscono per il corpo lungo (1 cm) e sottile (2 mm) e le zampe allungate (2 cm) che pendono mentre volano. Costruiscono piccoli nidi di fango cementato ove depongono un uovo: li attaccano a manufatti, come il cassonetto della tapparella, la parte inferiore della soletta del balcone o di cornicioni e lesene, ma anche dentro librerie, armadi da giardino, capanni, scatole di cartone ecc. Sono così discrete che difficilmente ci si accorge della loro presenza, salvo quando rimangono intrappolate in casa per la chiusura della finestra: basta aprirla perché escano senza nuocere.
- Poliste (Polistes): pensano principalmente ad accudire il nido, che appendono ai rami più alti di alberi e arbusti mediante un esile ma robustissimo peduncolo; ha la forma di ombrello con le cellette rivolte verso il basso e una consistenza cartacea. Viene costruito a partire da maggio e da luglio si schiudono le prime uova: la colonia annovera al massimo una ventina di esemplari. Gli adulti, lunghi 1 cm, glabri, neri con strisce giallo limone, si arrabbiano molto se il nido viene mosso o urtato, ma difficilmente – per esperienza personale – aggrediscono. Eliminare il nido sul nascere solo se è in luogo di passaggio, dove possa essere urtato di frequente o raggiunto da bambini o animali domestici.
- Vespule (Vespula germanica, V. vulgaris): più temibili, sono lunghe circa 1 cm, glabre e intensamente giallo oro e nere. Possono aggredire in gruppo durante un pranzo all’aperto a base di carne o pesce alla griglia, affettati, formaggi o uova, di cui sono ghiotte (è anche nutrimento per le larve). Conviene sacrificare parte del cibo, da porre in un piattino lontano da dove si mangia per allontanarle. Possono forare e mangiare i frutti ben maturi: vanno raccolti con i guanti e scossi se presentano piccoli buchi in superficie. Realizzano nidi cartacei, appesi con un peduncolo a manufatti o rami, ma dalla forma tondeggiante, fino a 10 cm di diametro, abitati da più di un centinaio d’individui: data la maggiore aggressività, è bene eliminarli appena vengono allestiti, oppure nella bella stagione bisogna attendere la sera, quando tutti gli insetti vi si sono ritirati e spruzzare l’apposito vespicida, rispettando le istruzioni d’uso riportate in etichetta, per poi staccarlo e distruggerlo.
- Calabroni (Vespa crabro): la paura è perfettamente giustificata perché i calabroni sono grandi, pericolosi e aggressivi. Possono pungere anche se non minacciati, inoculando una quantità di veleno proporzionale alle dimensioni dell’insetto, provocando un intenso dolore prolungato e determinando – nei soggetti predisposti – lo shock anafilattico, che può insorgere anche in persone non predisposte se punte alla gola o ripetutamente. Sono vespe dal corpo sottile e glabro, giallo con strisce nere e testa e arti rossi, della lunghezza di 2-2,5 cm, e ronzano rumorosamente intorno al cibo. In genere sono solitarie, ma se ci sono più esemplari insieme o se le visite diventano giornaliere, è probabile che abbiano nidificato nel giardino o limitrofi: bisogna cercare il nido, una struttura cartonacea grigia, più o meno grande secondo la colonia (fino a 20mila esemplari), tondeggiante o ovale, posta in cavità aeree (alberi, sottotetti, cassonetti delle tapparelle, grondaie). Il nido va subito eliminato: sarebbe meglio farlo in inverno, quando gli insetti sono in letargo, ma si può fare anche d’estate, rivolgendosi a personale specializzato, per l’estrema aggressività degli insetti. È importante eliminare le femmine fecondate (regine) per evitare che formino nuove colonie.
Come si prevengono vespe e calabroni
In caso di pranzi in giardino, tenere coperte le pietanze; controllare il cibo (e soprattutto la frutta colta direttamente dall’albero) prima di portarlo alla bocca; chiudere le bottiglie di bibite e succhi di frutta. Raccogliere subito ed eliminare i rifiuti, i piatti e i bicchieri sporchi, chiudere sempre la pattumiera e non lasciare i sacchi del pattume vicino a casa. Non lasciare gocciolare i rubinetti del giardino; non utilizzare brocche per l’acqua in esterni, bensì bottiglie a chiusura ermetica da richiudere sempre; coprire i bidoni di raccolta dell’acqua; eliminare le raccolte di liquido stagnante; non camminare scalzi dopo aver irrigato il prato. Asciugare sempre i bordi della piscina e stare attenti all’uscita dall’acqua: la pelle bagnata e lucida le attira, così come l’asciugamano bagnato e gli indumenti di colore giallo.
Come si combattono
Per ridurre i danni durante la maturazione dei frutti, appendere ai rami bottiglie di plastica contenenti acqua, mezza acciuga (di quelle sotto sale) oppure un'alice intera (fresca) e un cucchiaino da caffè di zucchero (non di più, per non attirare api e Apoidei in generale), chiuse dall’apposito “tappo-trappola”. Avvalersi delle bombolette vespicide, ma solo su nidi di piccole dimensioni e non abitati da calabroni, rispettando alla lettera le istruzioni riportate sulla confezione. Contro un nido di calabroni è necessario l’intervento di personale specializzato in disinfestazioni.