Innanzitutto, un po’ di chiarezza: dobbiamo saper riconoscere un’innocua ape – che punge solo se gravemente minacciata, perché poi muore – o un pacifico bombo da una vespa – che può pungere a caso perché poi non muore. Ma anche riconoscere le vespe: rarissimamente pungono le legnaiole (Xilocopa violacea) e le muratici (Sceliphron caementarium), ma anche le poliste (Polistes), mentre un po’ più “peperine” sono le vespule (Vespula), particolarmente golose di frutta (vedi sotto). Le uniche vespe veramente pericolose sono i calabroni, aggressivi, smaliziati e pericolosi per la quantità di veleno che inoculano.
Riconoscere il calabrone
I calabroni (Vespa crabro) hanno un corpo sottile e glabro, giallo con strisce nere e testa e arti rossi, della lunghezza di 2-2,5 cm (tutte le altre vespe e api non superano 1 cm) e ronzano rumorosamente intorno al cibo disinteressandosi dei fiori. In genere sono solitarie, ma se notiamo più esemplari contemporaneamente o se le visite risultano giornaliere, è lecito ipotizzare che abbiano nidificato nel nostro giardino o limitrofi: è necessario cercare il nido, una struttura cartonacea grigia, più o meno grande secondo l’entità della colonia (fino a 20mila esemplari), in genere tondeggiante o ovale, ubicata in cavità aeree (alberi, sottotetti, cassonetti delle tapparelle, grondaie). Il nido va subito eliminato: sarebbe meglio farlo in inverno, quando gli insetti sono in letargo, ma si può fare anche in estate, rivolgendosi a personale specializzato in disinfestazioni, per l’estrema aggressività degli insetti. È importante eliminare le femmine fecondate (regine) per evitare che formino nuove colonie.
Consigli anti vespe
Un consiglio valido per tutte le vespe: vengono attirate dalla carne, quindi i pranzi in giardino o i barbecue sono per loro un invito a nozze. Per distrarle, mettiamo apposta per loro qualche piattino con prosciutto cotto o fettine di carne di pollo (ancora meglio il manzo), entrambi spezzettati, lontano (ma non troppo, circa 15 m) da dove ci riuniamo noi umani, controllando che ne rimanga a sufficienza per distrarle da noi per tutto il tempo in cui stiamo all’aperto a mangiare. E richiudiamo subito i tappi delle bottiglie dell’acqua, delle bibite zuccherine, del vino e della birra: sono ghiotte anche di queste bevande.
Attenzione: la frutta sull’albero è spesso attaccata dalle vespe (poliste, vespule e calabroni), che diventano aggressive se si vedono intrappolate da una mano che coglie il frutto. Non diamo un morso a prugne e albicocche “forate”: all’interno potrebbe nascondersi una vespa intenta al pasto, che si difenderebbe subito pungendo la lingua o il palato. Inoltre fra i rami o lungo il tronco potrebbero esservi i loro nidi cartonacei, pericolosi se urtati: ne uscirebbe l’intero sciame inferocito.