Ulivo: storia, leggende e varietà da tavola

L'ulivo è una pianta dalla storia millenaria, su cui si sono innestate tante leggende. Ci dà l'olio, ma anche le olive da tavola

Secondo la leggenda, fu per aver piantato in Grecia il primo ulivo (Olea europaea), la pianta più utile all’uomo, che Zeus concesse alla dea Atena la sovranità di Atene e dell’Attica. Da allora l’ulivo fu considerato sacro, era proibito abbatterlo e il suo legno poteva essere utilizzato solo per plasmare statue di culto.

Ancora prima, era venerato dagli Egizi che ornavano con i suoi rami le tombe dei faraoni in segno di onore e di immortalità. I Fenici lo chiamavano “oro liquido” e gli Ebrei vi ungevano re e sacerdoti. Le donne più belle, da Cleopatra a Elena, lo usavano per mantenere giovane la pelle e lucidi i capelli. Gli atleti e i lottatori lo massaggiavano sul corpo per rinforzare i muscoli e lenire le abrasioni. I medici greci e romani lo mescolavano in unguenti e intrugli per curare ogni sorta di disturbi e malattie. Ardeva come combustibile nelle lampade la sera ed era fonte di calore in inverno.

Emblema di vittoria, di onore, di rinascita, è anche e soprattutto simbolo di pace. Secondo la Bibbia, infatti, fu un ramoscello d’ulivo a sancire l’alleanza tra Dio e gli uomini, quando una colomba lo portò a Noé sull’Arca per annunciare la fine del diluvio universale.

L’origine dell'ulivo

Il Mediterraneo comincia e finisce con l'olivo, sostenevano gli antichi, sottolineando il legame indissolubile tra la pianta e la sua terra. L’ulivo è originario del Medio Oriente: i più antichi frantoi sono stati rinvenuti in Siria e Palestina e risalgono a più di 5.000 anni fa. In seguito, Micenei, Fenici, Greci e Romani ne fecero una delle principali colture agricole del Mediterraneo.

In Italia, era già coltivato dagli Etruschi, ma furono i romani a sviluppare un vero e proprio mercato oleario. Nell’antica Roma si importava così tanto “oro verde” che le anfore ("testi"), ammucchiate per secoli, diedero origine a un monte, il Testaccio.

Con la fine dell’impero romano, il consumo dell’olio d’oliva diminuì drasticamente, per riprendere vigore nel Medioevo e in seguito con le Repubbliche marinare; nel '500 i Paesi affacciati sul Mediterraneo erano di nuovo coperti di oliveti.

Anche se oggi la produzione dell’olio d’oliva si è estesa a tutto il globo, l’ulivo rimane una specificità di casa nostra: su 800 milioni di piante coltivate, oltre il 90% cresce nel bacino del Mediterraneo, con l’Italia in prima linea tra i produttori. È soprattutto sul versante della qualità che il nostro paese spicca: con una quantità di extravergine pari ai due terzi del totale nazionale e con ben 37 DOP, l’olio italiano non ha rivali al mondo.

Proviene soprattutto dai vasti oliveti del Meridione, con Puglia e Calabria come primi produttori, ma anche nelle zone miti del Nord esistono produzioni d’eccellenza, in Liguria e sulle rive del lago di Garda.

Olive: un vanto italiano

Verdi o nere, le olive sono il saporitissimo frutto dell’ulivo. Le varietà sono centinaia, da olio, da mensa e a duplice attitudine.

Ecco una selezione delle varietà migliori per il consumo a tavola:

  • Bitontina o Baresana: pianta rustica e di rapida crescita, autoincompatibile e spesso utilizzata come impollinatrice, dalla produttività media. Le olive, nere e dolci, sono ottime con formaggi freschi e nelle focacce. L’olio è molto apprezzato.
  • Taggiasca: pianta di notevoli dimensioni, per il mare e la collina, soffre la siccità. Produttività elevata. Eccellenti olive nere tardive; olio tipico di Imperia.
  • Ascolana: pianta esigente per terreni freschi, sciolti, calcarei, resistente al freddo, autoincompatibile. Produttività media. Olive verdi precoci, ottime in salamoia.
  • Leccino: pianta vigorosa e adattabile, resistente al freddo, autoincompatibile. Produttività elevata. Olive precoci di colore nero rosato, ottime aromatizzate e nei sughi.
  • Carolea o Calabrese: pianta adattabile e rustica fino a 800 m di altitudine, autoincompatibile. Produttività elevata. Olive a maturazione scalare, sia verdi che nere, da tavola e da olio.
  • Gaeta: pianta rustica, a rapida crescita, resistente al freddo e alle malattie, autocompatibile. Produttività elevata. Maturazione scalare e tardiva, eccellenti olive affusolate violacee da tavola e da olio.
  • Nocellara del Belice: pianta di medie dimensioni, adattabile, autoincompatibile. Produttività elevata. Maturazione tardiva, olive verdi ottime in salamoia. L’olio è molto apprezzato.
  • Santa Caterina: pianta rustica, dalla chioma ampia, adatta ai terreni collinari. Ottime olive verdi da mensa.

 

Ecco il nostro video tutorial sulla potatura dell'ulivo:

Qui il video tutorial sull'innesto a corona dell'ulivo:

Infine il video tutorial sull'innesto a penna dell'ulivo:

Per approfondire

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OLIO DI OLIVA
Analisi sensoriale e percorsi didattici
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