Le tentredini (Arge ochropus o Arge rosa, Blennocampa pusilla [tutte sui rosai], Hoplocampa brevis [pero], Hoplocampa flava [susino]) sono insetti parassiti molto specifici: colpiscono infatti una singola specie vegetale, per l'esattezza i rosai, il pero e i susini.
Quali sono le tentredini
Sui rosai gli adulti di Arge sfarfallano all'inizio di giugno e le femmine depongono le uova nei giovani getti apicali in prossimità dei boccioli fiorali; le larve sono di colore verde chiaro, con capo nero e poi giallo-arancio, lunghe 18-22 mm, a maturità tessono un bozzolo in seta e a fine luglio-inizio agosto sfarfallano i nuovi adulti, dal capo e torace nero e addome giallo chiaro, che si nutrono di nettare; durante l'anno si succedono due generazioni; a fine estate le pupe svernano in prossimità del terreno o in substrati vegetali (foglie, vegetazione erbacea).
Le larve di Blennocampa o tentredine arrotolatrice delle foglie di rosa sono lunghe 8 mm e di colore verde chiaro, pressoché invisibili, e crescono all'interno della foglia arrotolata, nutrendosene.
Sul pero e sul susino le Hoplocampa sono piccole vespe le cui larve, lunghe pochi millimetri e di colore verde o marrone, vivono sul fogliame e nei frutti degli alberi da frutto. Le larve svernanti divengono adulte in concomitanza con il periodo di massimo rigoglio della specie da parassitare, in modo da deporre uova dalle quali si sviluppano facilmente le larve (una sola generazione l’anno), che si ritrovano sul fogliame o all’interno dei frutti; in giugno si verificano le punture dei fusti, da luglio a settembre l’attività masticatoria delle larve.
Come si manifestano le tentredini
Sui rosai si notano le incisioni verticali, derivanti dall’ovideposizione, presenti sugli steli che portano i fiori, oppure si vedono gli arrotolamenti delle foglie.
Sui frutti di pero e susino appaiono piccole punture da cui fuoriesce un essudato appiccicaticcio.
Che danno provocano le tentredini
Le voraci larve di Arge in gruppo divorano i lembi fogliari rispettando solo le nervature centrali ed eventualmente anche i petali. I danni da defogliazione causati ai rosai possono provocare un deperimento nelle giovani piante, una riduzione delle fioriture e un'alterazione morfologica nei rami utilizzati per i fiori recisi. La deposizione delle uova provoca incisioni che necrotizzano i tessuti non lignificati delle rose. I getti apicali tendono poi a incurvarsi nel tratto sovrastante. L'ovodeposizione è ripetuta più volte anche sullo stesso germoglio ad altezze diverse.
I danni procurati da Blennocampa non sono ingenti, anche se la foglia rimane arrotolata ben oltre la fuoriuscita della larva, per poi cadere precocemente.
Le larve di Hoplocampa si nutrono della polpa dei frutti di pero e di susino, entrando e uscendo da essi a ogni muta (tre in totale). I frutticini infestati, una volta svuotati, cadono a terra. Le infestazioni possono essere molto variabili da un anno all’altro, con stagioni caratterizzate da attacchi elevatissimi e altre durante le quali le tentredini non si manifestano affatto.
Colpiscono da giugno ad agosto adulti e larve di Arge; da maggio a luglio adulti e larve di Blennocampa; da aprile a giugno gli adulti di Hoplocampa, da luglio a settembre le larve.
Come si prevengono e come si combattono
Non esistono sistemi di prevenzione.
Si combattono manualmente ricercando nel roseto gli apici vegetativi con le incisioni da ovodeposizione delle Arge e provvedendo al loro taglio e distruzione, oppure si possono raccogliere le larve sulle foglie; chimicamente con prodotti piretroidi o con piretro naturale ammesso in agricoltura biologica, entrambi da irrorare localmente e non su fiori e boccioli per non eliminare anche gli insetti impollinatori.
Si possono staccare manualmente le foglie arrotolate dalla Blennocampa, entro la fine di maggio, per ridurre il potenziale d'infestazione per l'anno successivo; solo in caso di infestazioni che colpiscano oltre i due terzi delle foglie di un roseto, si consiglia un trattamento con piretro o piretroidi.
La difesa dalle Hoplocampa si basa su trappole attrattive a feromoni per verificare l’entità della presenza delle tentredini e poi su interventi, nella fase di caduta dei petali, con prodotti a base di piretro naturale o azadiractina (entrambi ammessi in agricoltura biologica), da somministrare ogni 7-10 giorni fino alla scomparsa degli insetti.