5 punti fondamentali per cambiare mentalità e modo di coltivare, habitus indispensabili se si deve risparmiare acqua (che non c'è più)
In 5 punti vi spieghiamo come si può avere un bel giardino risparmiando acqua, che adesso è diventata un bene preziosissimo, e lo sarà sempre di più nei prossimi anni.
- È possibile avere un bel giardino con poca acqua? Certo, ma bisogna rivoluzionare la sua impostazione. Fermo restando che, se per annaffiare il giardino usiamo l’acqua del nostro pozzo invece che quella dell’acquedotto, non ci dobbiamo sentire autorizzati a consumarne senza ritegno. L’acqua è di tutti ed, essendo un bene prezioso esauribile, il suo impiego deve essere oculato.
- Cosa significa “rivoluzionare l’impostazione”? Innanzitutto è bene sapere che il più grande consumatore di acqua è il prato: per essere verde anche nei mesi estivi ha bisogno di cinque litri d’acqua al giorno per metro quadrato! Ne vale la pena? Basterebbe adottare uno dei seguenti espedienti tecnici per ridurre notevolmente i consumi o addirittura azzerarli: nei piccoli giardini il prato non è indispensabile, anzi, un sapiente connubio fra vialetti ben pavimentati e aree variamente tappezzate con piante perenni e piccoli arbusti, è una soluzione di notevole valore estetico. Così anche nei medi e grandi giardini si può ridurre al minimo la superficie a prato creando stanze, aiuole e bordure in cui sono le piante e i fiori a prendere il sopravvento. Quello che rimane del prato va mantenuto rustico, cioè senza irrigazione né diserbo selettivo.
- Come scegliere le piante ornamentali? Scartare quelle che non si adatteranno mai alla siccità mediterranea e coltivare applicando tecniche appropriate. La pacciamatura è indispensabile: riduce l’evaporazione dell’umidità mantenendo il terreno fresco più a lungo e consente all’acqua di penetrare in profondità, oltre a svolgere una buona azione diserbante. Evitare poi le piante isolate formando gruppi in base all’altezza, al colore del fogliame e dei fiori, in modo che i rami crescendo si intersechino fra di loro ombreggiando il terreno e nascondendolo alla vista. Così facendo, otterremo un’ottima protezione naturale del giardino dalla forte insolazione, dai freddi e dal vento.
- Quando e come annaffiare? Nelle primavere secche si annaffierà la mattina presto, mentre in estate le ore migliori sono quelle dopo il tramonto. Gli amanti della tecnologia applicata all’irrigazione dovranno stare attenti. I getti d’acqua per aspersione vanno bene per il prato, ma per le piante sono una fonte di guai. Molto meglio l’irrigazione a goccia, anche se qualche piccolo problema lo pone. Non tutte le piante infatti hanno le stesse esigenze idriche; alcune addirittura aborriscono l’acqua proprio in estate, come il Fremontiodendron californica. A volte conviene ritornare all’annaffiatura manuale, da effettuarsi attorno a ogni pianta con l’apposita canna munita di doccia.
- Quanta acqua somministrare in ogni apporto? La vecchia regola “molta acqua raramente piuttosto che poca spesso” è sempre valida per quasi tutti i terreni. La cadenza settimanale è ideale e i trenta litri per arbusto fino al doppio per gli alberelli è una buona indicazione alla quale attenersi con quella elasticità e attenzione che deve sempre caratterizzare l’opera del giardiniere mediterraneo.