In estate la scarsità d’acqua (liquido prezioso che bisogna risparmiare) si mostra in tutta la sua drammaticità: scarsità in primo luogo per l’agricoltura (da ricordare: se non si produce foraggio, il bestiame non mangia e non cresce; se non si producono ortaggi, non mangia neanche chi è vegetariano…), e poi per le necessità domestiche (inclusi giardini, orti e frutteti familiari), e infine per le centrali idroelettriche che forniscono l’energia per far funzionare tutti gli apparecchi casalinghi e industriali.
Quindi, l’acqua va risparmiata, a livello industriale, ma anche domestico, attraverso una serie di misure che aiutano a contenerne il consumo e che vengono costantemente ripetute da tutti i media. Chi possiede un giardino, un orto, un piccolo frutteto, tuttavia, può lecitamente desiderare di poterne continuare la coltivazione anche nei prossimi anni (che non saranno sicuramente differenti da quello in corso, anzi, semmai ancora peggiori per siccità).
È evidente però che non si può continuare a coltivare come si è sempre fatto: acqua dell’acquedotto utilizzata a piene mani, piante che necessitano di tantissime annaffiature… Bisogna cambiare mentalità e agire con soluzioni preventive, che richiedono una programmazione e un’azione che può richiedere anche qualche mese per la realizzazione. È però necessario iniziare a pensarci fin dal cuore di questa estate torrida e siccitosa, per non farsi trovare impreparati per la successiva, l’anno prossimo. Ecco allora 12 consigli utili a lunga scadenza.
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12 consigli progettuali per risparmiare acqua
- Scegliere piante a bassa richiesta idrica. Vale per balconi, terrazzi e giardini: esistono specie molto assetate (soprattutto in vaso) e altre che chiedono poca acqua. Non si dice di eliminare tutte le prime, ma di sostituirle, man mano che dovessero lasciarvi, con specie a bassa richiesta idrica, per es. tra le erbacee garofanini (Dianthus), Verbena bonariensis, lavanda (non Lavandula stoechas, assetata), osteospermum o dimorfoteca, gazania, gaura, tutte le salvie da fiore tranne la S. splendens, la Phlomis, gli elicrisi, i girasoli, la lantana (Lantana camara e L. sellowiana), la valeriana rossa (Centranthus rubrum), l’erigero (Erygeron karvinskianus), achillea, limonium o statice, gaillardia, rudbeckia ed echinacea; tra le legnose o semi-legnose geranio, eliotropio, dipladenia e mandevilla, tutti i Solanum da fiore (e anche da bacca), plumbago, buganvillea, oleandro, ibisco esotico; tutte le succulente; le Aizoacee o “mesembriantemi” e le portulacche.
- Ridurre o non acquistare piante a elevata richiesta idrica. Sapendo in partenza quali sono, in ottobre o in marzo-aprile si può evitare di acquistare le specie che irrimediabilmente richiedono tanta acqua. Fra le piante erbacee da fiore estivo da balcone, surfinie, petunie e calibracoe, impatiens e vinche, coleus, verbene ibride, tageti, dalie, bella di notte, cosmea, mimolo, bacopa o sutera, bocca di leone, Salvia splendens, lobelia, Euphorbia ‘Diamond Frost’, tunbergia, scevola, angelonia, calendola, nasturzio o tropeolo, campanule, nemesia, tutte le begonie, margherite (Leucanthemum), bidens, sanvitalia, scabiose, pentas, monarda, celosia, astilbe, agerato, zinnia, felicia o agatea ecc. Fra le legnose ci sono fucsia, brugmansia, ortensie e peperoncino. Vale soprattutto per balcone e terrazzo.
- Sostituire il prato all’inglese con un prato fiorito. È inevitabile: il verdissimo “prato all’inglese” (che peraltro in Italia non è mai esistito, salvo che sull’arco alpino) va cancellato anche nei sogni. L’erba del tappeto erboso è la coltura che richiede più acqua in assoluto, e non ce ne sarà mai più a sufficienza. Cambiate mentalità: in autunno o a febbraio seminate, su quel poco di erba che può essere rimasta dopo un’estate atrocemente secca, i miscugli per prato fiorito, che saranno bellissimi fra aprile e giugno, ricchi di mille colori e profumi, e poi rimarranno scapigliatamente verdi. Attenzione: NON vanno tagliati, se non in ottobre per riordinarli. L’erba deve rimanere costantemente alta, proprio per evitare che si secchi e muoia (quanto più è bassa e viene tagliata, tanto più velocemente defunge).
- Utilizzare terricci e vasi a riserva d’acqua. In balcone e terrazzo (ma anche per contenitori in giardino) al momento del rinvaso in primavera utilizzate vasi a riserva d’acqua e terricci a riserva d’acqua. I vantaggi? Entrambi i dispositivi permettono di annaffiare con frequenza ridotta, anche ogni 15 giorni in certi casi, perché l’acqua viene accumulata sul fondo o in appositi “ritentori” idrici nel substrato, cedendola alle radici quando esse la richiedono.
- Creare una conca. Quando mettete a dimora in giardino un arbusto o un albero, create una conca di circa 80 cm di diametro attorno al fusto. I vantaggi? Qui si raccoglierà l’acqua che erogherete, e non andrà dispersa nel terreno intorno, raggiungendo invece direttamente le radici.
- Raggruppare le piante a elevato fabbisogno. In giardino, dovendo fare in primavera o in autunno le nuove aiuole, se proprio volete scegliere piante a elevata richiesta idrica, raggruppatele in una stessa aiuola. I vantaggi? Annaffierete bene solo quella, mentre nel resto del giardino potete risparmiare perché avrete piantato specie a bassa richiesta.
- Installare un impianto di subirrigazione. Vale per i giardini di nuovo impianto, perché consiste nell’interrare a pochi centimetri di profondità una rete di tubi gocciolanti che annaffiano dall’interno il terreno. È particolarmente utile come sottofondo del tappeto erboso, ma anche nelle aiuole e lungo la siepe, in tutti quei contesti in cui la vegetazione installata rimarrà sostanzialmente inalterata nel tempo. I vantaggi? Serve la metà di acqua per irrigare, perché neanche una goccia finisce fuori dal terreno, che è la sola porzione che deve ricevere il prezioso liquido. Lo svantaggio? Se l’acqua manca, manca anche per questo tipo di impianto… L’installazione è compresa fra le detrazioni del Bonus Verde (36% fino a 5000 euro da detrarre dall’Irpef nei successivi 10 anni).
- Installare bidoni di raccolta dell’acqua piovana. Raccogliere la pioggia (che quando finalmente cade, è sempre tantissima) è a costo quasi zero, solo quello per attivare l’impianto di raccolta. Servono bidoni capienti, anche di riciclo purché ben lavati o comunque esenti da sostanze tossiche, i raccordi per deviare l’acqua dalle grondaie al bidone, un rubinetto nella parte bassa del bidone per riempire l’annaffiatoio. Il difetto? Funziona solo con l’annaffiatoio, non è possibile collegarvi un tubo da irrigazione perché manca la pressione sufficiente a inviare l’acqua (a meno che non si installi il bidone all’altezza di almeno 1,5 m d’altezza, e comunque la pressione rimarrà bassa).
- Installare una cisterna di raccolta dell’acqua piovana. Se il giardino è medio-grande o grande, valutate seriamente l’ipotesi di installare una cisterna sotterranea, anche da 5000 o 10000 l o di più se c’è lo spazio, da riempire con acqua piovana dalle grondaie oppure con acqua d’acquedotto durante l’inverno. Serve una pompa per il prelievo dell’acqua, ed è possibile collegarla all’impianto d’irrigazione automatizzato. È una soluzione costosa e invasiva per i lavori da sostenere, ma è definitiva e vi permette di bypassare ogni problema idrico presente e futuro. Altri vantaggi? L’installazione rientra fra le detrazioni del Bonus Verde.
- Installare le ali gocciolanti. Se avete un frutteto organizzato su file, o anche solo alberi ornamentali in fila, installate un impianto ad ala gocciolante: il gocciolatore si pone vicino al tronco di ciascun albero, in modo che la goccia cada proprio dove insistono le radici. I vantaggi? L’acqua non viene sprecata, e si può decidere quanta e quando erogarla.
- Nell’orto posizionare il tubo microforato o poroso. Adatto all’orto perché bisogna avere piante erbacee in fila, consiste nella stesura lungo la fila delle orticole, alla loro base, oppure nella canaletta a fianco, di un sistema di tubi cosiddetti “microforati o porosi”, che cioè lasciano essudare il liquido da micropori di cui sono pervasi, inumidendo perfettamente la terra su cui si appoggiano. I vantaggi? Si annaffia il suolo solo dove si stendono le radici, facendo risparmiare tanta acqua.
- Cercare una falda sotterranea. Può capitare di avere, nel proprio terreno, una riserva di acqua di falda o di pozzo. Rivolgendosi a un’azienda specializzata in geolocalizzazione idrica, si può far inserire in profondità una pompa potente mediante la quale prelevare l’acqua di falda: ovviamente non sarà potabile, ma si può utilizzare per irrigare il giardino, l’orto e il frutteto. Anche questo è un intervento oneroso che però si può detrarre secondo il Bonus Verde.