La propoli è uno dei tanti prodotti dell’alveare benefici per la nostra salute, e non solo per la nostra, visto che adesso si utilizza anche nel giardinaggio per la salute delle piante!
Che cos’è la propoli
La propoli è una sostanza resinosa che viene prodotta dalle gemme degli alberi (pioppi, abete rosso, pini, abete bianco, susino, querce, olmo, salici, ippocastano, frassini ecc.), in misura maggiore o minore, per proteggerle da batteri, funghi e virus.
Le api la raccolgono con le zampe posteriori per portarla all’alveare; sono le bottinatrici verso la fine della loro vita a farlo, perché il rischio di rimanere invischiate e non riuscire più a tornare nell’arnia è elevatissimo…
Nell’arnia le api rielaborano questa resina mediante secrezioni salivari, aggiungendo anche cera e polline, modificandola in propoli vera e propria, che utilizzano come antibatterico, antifungino e antivirale ad ampio raggio: la spalmano sulle pareti interne dell’arnia e soprattutto nelle celle che devono ospitare le uova o il miele, sigillano eventuali fessure con la propoli, e con essa rivestono eventuali “corpi estranei” (api o altri insetti) morti nell’arnia e impossibili da trasportare all’esterno, mummificandoli per impedirne la putrefazione; ancora, colmano dislivelli e asimmetrie dell’arnia, e riducono se necessario anche l’ingresso con blocchetti di propoli.
In tutti questi usi, la propoli non perde le sue proprietà antibatteriche, antifungine e antivirali: sebbene utilizzata quasi sempre come “malta” per opere “edili”, i suoi strati sanificano l’arnia, impedendo lo sviluppo di malattie contagiose a base batterica, fungina e virale.
La storia della propoli
Furono i Romani ad accorgersi della bontà della propoli e a utilizzarla per primi: il naturalista Plinio il Vecchio (I sec. d.C.) ne riporta l’uso per estrarre le spine dal corpo, per ridurre i gonfiori e mitigare i dolori articolari, mentre il contemporaneo medico Dioscoride aggiunge anche la cura della tosse.
Nel Medioevo il medico arabo Avicenna (980-1037) la cita sempre a proposito dell’estrazione di spine e come depurativo.
Nel XVIII secolo veniva invece utilizzata anche dai liutai per verniciare le casse dei violini e renderle impermeabili all’umidità e “sempiterne”.
Nelle guerre anglo-boere (1880-1881 e 1899-1902) del Sud Africa la propoli venne utilizzata comunemente sulle ferite dei soldati.
A partire dal secondo Dopoguerra in Russia, e poi in tutta l’Europa dell’Est, incominciò lo studio delle proprietà della propoli, che nell’Europa occidentale venne presa in cosiderazione solo a partire dagli anni ’70.
Oggi la propoli viene raccolta dall’apicoltore generalmente in estate, “ingannando” le api: pone infatti, al posto del soffitto dell’arnia, un telaino a griglia, che costringe gli operosi insetti a colmare subito con la propoli gli interstizi aperti…
Che cosa contiene la propoli
La propoli è composta dal 30% di cera, 50% di resine e sostanze balsamiche, 10% di olii essenziali, 5% di polline e 5% di materie organiche o minerali, per un totale di oltre 300 molecole attive.
Il gruppo di sostanze più importanti è costituito dai flavonoidi, composti chimici vegetali propri delle piante superiori, rappresentati soprattutto da pinocembrina, galangine e quercetina; i flavonoidi hanno svariate proprietà: per es. antiossidanti, antinfiammatorie verso le mucose, la pelle e le articolazioni, protettive del microcircolo, favorenti l’assimilazione della vitamina C e calcio.
Sono inoltre presenti anche i composti fenolici come l’acido caffeico, antiossidante e antinfiammatorio.
Ci sono anche oli essenziali come i terpeni, a varie funzionalità, e altri componenti come grassi (acidi linoleici, che fanno parte della famiglia degli omega-3), steroli, aminoacidi (tra i quali gli 8 acidi amminici essenziali indispensabili per l’ organismo), polisaccaridi, vitamine (carotene o provitamina A, vitamine del gruppo B, in particolare B1 o tiamina, B2 (G) o riboflavina, B3 (PP) o niacina o nicotinamide, B6 o piridoxina, B8 (H) o biotina e B12 o cianocobalamina), minerali e oligoelementi, come magnesio, zinco, ferro e silicio, e lattoni, la cui presenza è dovuta al polline contenuto per il 5%.
Le proprietà della propoli
Le proprietà terapeutiche della propoli sono numerose e molto interessanti per il nostro organismo, a partire da quelle, già citate, antibiotiche, antifungine e antivirali.
- Antibiotico (battericida, batteriostatico): combatte batteri quali Bacillus cereus, Campylobacter jejuni, Escherichia coli, Haemophilus influenzae, Helycobacter pylori, Moraxella catarrhalis, Pseudomonas aeruginosa, Streptococcus mutans, S. aureus, S. pneumoniae, S. pyogene ecc.
- Rinforzante l’azione degli antibiotici (es. doxiciclina, penicillina, sefralina, non ampicillina) e riducente i fenomeni di resistenza agli antibiotici.
- Antimicotico (es. Candida albicans).
- Antivirale (es. herpes).
- Antinfiammatorio.
- Anticoagulante (inibisce la coagulazione in trombi) e vasoprotettivo (svolge un’azione di prevenzione contro la fragilità capillare).
- Antiparassitario (es. Trichomonas).
- Inibente la crescita di cellule tumorali.
- Antiossidante (aiuta a combattere i radicali liberi).
- Cicatrizzante (stimola la rigenerazione dei tessuti in caso di ferite e piaghe).
- Stimolante delle difese immunitarie (potenzia le naturali difese dell’organismo) e modulante le stesse.
- Anestetizzante (anestetico locale).
- Disintossicante e protettivo del fegato.
- Stimolante della circolazione sanguigna.
Le controindicazioni
Non assumere la propoli in caso di allergia conclamata ad altri prodotti dell’alveare.
Nei soggetti predisposti possono comunque verificarsi episodi di allergia (es. eczemi a seguito di utilizzo di pomate) e di shock anafilattico (edema di mucose buccali e lingua, crisi asmatica).
Non somministrare la propoli a bambini di età inferiore a 3 anni, nemmeno sotto forma di prodotti pediatrici (prescritti per bambini sopra i 3 anni).
Rimedi naturali con la propoli
La propoli agisce su numerosi fronti nel nostro organismo, ma anche nei nostri quattrozampe e perfino sulle piante nel giardino.
Ecco i benefici assumendo propoli per uso interno.
- Apparato buccale: igiene orale, alito cattivo, carie, gengiviti, stomatiti, afte, ascessi, mal di denti.
- Otorino-laringoiatria: otiti, riniti (raffreddori, anche allergici), rino-faringiti, laringiti, faringiti.
- Apparato respiratorio: bronchite, angina.
- Infezioni virali: herpes, influenza ecc.
- Ulcere gastriche e intestinali.
- Apparato uro-genitale: infezioni urinarie e vaginali.
- Malattie articolari infiammatorie o degenerative (anche per uso esterno).
Questi gli impieghi per uso esterno.
- Ferite o bruciature.
- Eczemi, acne e foruncoli.
In medicina veterinaria viene utilizzata ad es. per le mastiti delle mucche, come additivo alimentare per le galline ovaiole, per eczemi o infezioni degli animali da compagnia ecc.
In commercio la propoli si trova, per uso interno, sotto forma di estratto idroalcolico o tintura (10-40 gocce, 2-3 volte al giorno); estratto secco (capsule, leggere l’etichetta del prodotto); tavolette masticabili (1 per 3 volte al giorno); per uso esterno, sotto forma di creme, unguenti, lozioni, spray e colluttori.
La propoli nel giardinaggio
Nel giardinaggio la propoli (o propolis) viene utilizzata in agricoltura biologica come corroborante, secondo quanto riportato nell’Allegato II Reg. CE 889/2008. Viene definito come “prodotto costituito dalla raccolta, elaborazione e modificazione, da parte delle api, di sostanze prodotte dalle piante. Si prevede l’estrazione in soluzione acquosa o idroalcolica o oleosa (in tal caso emulsionata esclusivamente con prodotti autorizzati dall’Allegato II). L’etichetta deve indicare il contenuto in flavonoidi, espressi in galangine, al momento del confezionamento, e il rapporto percentuale peso/peso o peso/volume di propoli sul prodotto finito”.
In parole più semplici, si tratta di una resina ricavata da gemme di pioppi, betulle, salici, ippocastano, pini, abeti, querce, olmi, impastata con saliva e utilizzata dalle api come isolante per sigillare crepe e come disinfettante per imbalsamare insetti imprigionati nell’alveare. Contiene anche flavonoidi, oli essenziali, terpeni, acidi aromatici, cera.
È in grado di stimolare nella pianta le difese naturali, grazie all’elevato contenuto di “galangine”, nei confronti di funghi (oidio, botrite, fumaggine, ticchiolatura, peronospora, alternaria, fitoftora, fusarium, ruggine), insetti (afidi e cocciniglie), batteri e virus.
Su melo e pero ha un’azione positiva contro carpocapsa e ticchiolatura, ed è utile per prevenira la bolla e l’oidio nel pesco. Favorisce la cicatrizzazione delle ferite dovute a traumi (es. grandine) e/o potature, proteggendo la pianta dalla penetrazione di patogeni. Rinforza inoltre l’efficacia dei preparati a base di aglio. Ha un effetto sinergico quando è impiegata in combinazione con lo zolfo. Aggiunto al silicato di sodio, agisce contro la mosca dell’olivo. Stimola la radicazione, la fioritura, favorisce l’allegagione, migliora la produzione durante l’accrescimento e dona colore, sapore e conservabilità ai frutti. Grazie alla sua profumazione attira le api.
Non lascia alcun residuo sulle piante destinate al consumo diretto (frutta e ortaggi). L'utilizzo è consigliato su piante orticole, aromatiche, fragole, piante da frutto, colture floreali e ornamentali in genere.