Dalle sue radici gli antichi greci estraevano il colore, fatto virare al rosso, per i termometri. In India e in Africa le donne amano utilizzarne la polvere per decorarsi il corpo. Ce n’è una “vera” e una “falsa”, ma entrambe hanno virtù tintorie. Stiamo parlando dell’alkanna, pianta preziosa.
Alkanna vera e alkanna falsa
Si distinguono due specie di alkanna: l'alkanna vera (Lawsonia alba) e l'alkanna falsa (Anchusa tinctoria.). Ambedue vengono usate in cosmetica e il nome latino proviene da quello arabo, "al hinna", che significa "come l'henna".
La Lawsonia alba (detta anche alkanna d'Oriente, enna, henné), è un piccolo arbusto con moltissimi rami e appartiene alla famiglia delle Litracee. Ha foglie glabre, piccole, ovali e i fiori gialli. Originaria dell'Arabia, è stata coltivata fin dall'antichità in Egitto e altre regioni dell'Africa. Dalle foglie secche si estrae una sostanza colorante che viene utilizzata, soprattutto in Africa e in Medio Oriente, anche per tingere capelli e barba di colore rosso-mogano o biondo rossastro.
In Nord Africa e in India le donne amano disegnare decorazioni elaborate su tutto il corpo sciogliendo la polvere della pianta in una soluzione di tè.
La Anchusa tinctoria (detta anche ancusa, orcanetto, arcanetto, pseudoalcanna) è una pianta spontanea perenne, sempreverde, della famiglia delle Boraginacee e nasce nei terreni sabbiosi dell'Europa meridionale, in Africa mediterranea e in Asia minore. Alta dai 10 ai 30 centimetri, con fiorellini blu porpora in estate, predilige terreni umidi e si raccoglie in autunno.
La storia dell'alkanna
L'uso dell'alkanna come pianta tintoria risale fino ai tempi antichi: la utilizzavano infatti sia gli Egizi che i Greci e i Romani. Plinio, nella sua opera Naturalis Historia, vol. XII, XXIII/48, scritto tra il 23 d.C. e il 79 d.C. già ne parla; la ritroviamo anche citata nel manoscritto dell'XI secolo, del persiano Abù-Mansur-bin-Ali-Harawi, che ha permesso agli Europei contemporanei di conoscere, oltre all'uso farmacologico, anche le proprietà tintorie di molte piante. Anche l'alkanna falsa è comunque stata utilizzata, fino a tempi recenti, come colorante alimentare, cosmetico e farmacologico.
Per tingere le fibre naturali si utilizza la radice. Questa, in soluzione acquosa o alcolica, dà un liquido rossastro. Il principio colorante è l'alkannina o ancusina, un naftochinone, e si possono ottenere diverse sfumature sia al variare del sale mordente utilizzato (viola con allume, azzurro con acetato di piombo, rosso-bruno con cloruro stannoso) che dalla metodica di estrazione.
Fu sintetizzato nel 1818 da Pelletier e poi nel 1936 da Brockmann e oggi lo ritroviamo nel Colour Index n. 20 rosso naturale.
Ricetta di tintura con l'alkanna
- gr. 500 di lana
- gr. 500 di radice di Alkanna tinc. secca (o gr. 1000 di radice fresca)
- gr. 200 di sale di allume
Lasciare macerare le radici di alkanna per un'ora e poi metterle sul fuoco a bollire per mezz'ora, raffreddare e filtrare; contemporaneamente far bollire per un'ora la lana con l'allume in un contenitore a parte (mordenzatura); versare il decotto filtrato in un paiolo di rame e immergere la lana facendola bollire per quarantacinque minuti; lasciare poi intiepidire e passare la lana in una soluzione di ammoniaca; risciacquare e asciugare all'ombra.
L'alkanna è una di quelle piante molto sensibili al valore pH (acidità o alcalinità) e ai metalli presenti nell'acqua; si possono così ottenere moltissime sfumature differenti che vanno dal grigio-verde, al viola-lavanda, al rosso porpora.
Sfortunatamente il magnifico colore ottenuto è molto sensibile alla luce solare.
Piccoli trucchi di tintura
Se si desiderano nuance grigio-verdi, lavanda, occorre tingere i filati di lana non mordenzata, in un contenitore neutro (vetro o acciaio), a freddo.
Se invece si vuole ottenere un bel colore viola vivo, estrarre il colore in alcool (una notte) e a freddo, alternare bagni di colore e mordente di allume fino ad ottenere l'intensità di colore desiderata.
(a cura di Stefano Panconesi, ASSOCIAZIONE CASA CLEMENTINA, www.associazionecasaclementina.it)