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Due immagini tratte dal libro Colora i tuoi tessuti con le piante.
Colorare i tuoi tessuti con le piante tintorie, in maniera del tutto naturale, è l’arte svelata da un nuovissimo libro super-completo

Colorare i tuoi tessuti con le piante tintorie è un’arte antica che oggi è stata riscoperta da molte persone attente al proprio benessere. Sapevate che moltissime dermatiti apparentemente inspiegabili (perché i test allergologici danno esito negativo) vengono causate proprio dai coloranti sintetici che, al contatto con la pelle, scatenano pruriti e bollicine implacabili? Ebbene, i tessuti tinti con colori vegetali non vi provocheranno mai allergie, proprio perché le sostanze tintorie sono del tutto naturali.

Pensate che sia difficile tingere le stoffe? Certo, non è come infilare in lavatrice il capo e il liquido colorante sintetico, ma non è nemmeno così complicato come potreste credere. C’è un libro nuovissimo, Colora i tuoi tessuti con le piante, della biologa Nadia Gulluni, edito da Tecniche Nuove (160 pagine, 21 euro), che vi spiega passo per passo i segreti di questa antica arte.

libro colora tessuti pianteCosa c’è nel libro Colora i tuoi tessuti con le piante

L’autrice illustra tutte le piante tintorie della tradizione – che si radica nella preistoria –, ma anche le aromatiche e i licheni, i cui colori ottenuti con il bagno colore si possono utilizzare non solo per tingere filati o tessuti, ma anche per preparare inchiostri naturali da impiegare in diverse tecniche pittoriche, ad esempio acquerelli. Poi racconta come si estraggono i coloranti, dividendoli per stagionalità e cromatismi, e come fare a tingere i tessuti naturali attraverso le diverse tecniche.

Solo per darvi un’idea di cosa troverete nel libro: le tecniche base di colorazione; come si estrae il colore; cosa serve per tingere (strumenti/equipaggiamento); le fibre naturali per la tintura; il fissaggio del colore.

libro colora tessuti pianteSpoiler: 6 segreti per tingere i tessuti

  1. Tempo. La tintura naturale è un processo lento, che richiede pazienza e precisione. Il tempo è una variabile fondamentale: se la fibra resta in immersione nel bagno solo un’ora si ottiene un colore meno intenso e più pastelloso, se vi rimane tutta la notte il risultato è un tono più brillante e scuro.
  2. Ripetibilità. Nel processo di tintura naturale non c’è niente di certo o ripetibile; ogni lavorazione è diversa dall’altra.Per questo è meglio procedere per tentativi, o semplicemente divertirsi a sperimentare con le varie sfumature di colore.
  3. Materiale da tingere. È importante valutare la fibra che si vuole utilizzare. In generale, la lana e la seta riescono ad accogliere meglio il colore e offrono un aspetto finale più saturo; il cotone o la canapa fanno più resistenza, per cui l’aspetto finale è più chiaro e sbiadito.
  4. Acqua. Un altro elemento da non sottovalutare è il pH dell’acqua, misurabile attraverso una cartina tornasole. Per avere un colore più naturale possibile si utilizza acqua distillata con pH neutro; un’acqua a pH basico tende a scurire, mentre il pH acido tende a schiarire. Tuttavia, si può far virare il colore attraverso l’aggiunta, nel bagno di acqua, di ferro se si vuole ottenere un tono più marroncino, oppure di aceto se si desidera un tono più violaceo.
  5. Solidità del colore e manutenzione del capo. Come per un normale capo di abbigliamento, la resistenza del colore di un indumento tinto in modo naturale dipende da quante volte lo si lava e in quale modo. La fibra naturale rispetto a quella sintetica è più traspirante, respira e lascia respirare la pelle; quindi non ha bisogno di essere lavata dopo un solo utilizzo, è sufficiente tenerla all’aria aperta. Quando si ha un capo tinto in modo naturale è meglio lasciarlo asciugare al rovescio e all’ombra, mai a contatto diretto con fonti di calore, e lavarlo a una temperatura di 30 °C con bassi giri di centrifuga, in modo da non stressare troppo la fibra. Tuttavia, ciò che determina la durabilità del colore è la fase di mordenzatura che, se svolta correttamente, assicura la solidità della tinta.
  6. Tintura naturale vs tintura sintetica. La tintura naturale è stata una pratica molto utilizzata fino alla metà dell’Ottocento, quando è stato creato il primo colore sintetico. A differenza di quella naturale, la tintura sintetica è veloce, non richiede tempi di immersione lunghi o variazioni di colore in corso. Inoltre assicura ripetibilità del processo e alta solidità della tinta: non c’è nessun fattore che potrebbe compromettere il risultato, come ad esempio la concentrazione del bagno di tintura, il pH dell’acqua o la stagionalità. Tuttavia, a livello ambientale, il processo di tintura naturale è più sostenibile: si utilizza molta meno acqua, che una volta scaricata non va a intaccare le falde acquifere. Infatti, l’acqua di scarico della mordenzatura o del bagno di tintura può essere riutilizzata come concime o acqua da giardino.

Chi è l’autrice Nadia Gulluni

Etnobotanica e biologa nutrizionista esperta in fitoterapia clinica, Nadia Gulluni è docente del Master di Fitoterapia clinica e generale presso l’Università degli studi di Firenze e dei corsi di Alta Formazione in Fitoterapia e Galenicapresso Fitos. Scrive per Cucina Naturale, su cui tiene la rubrica “Il cibo che aiuta”, e collabora con diverse riviste e testate giornalistiche. È autrice di pubblicazioni scientifiche e divulgative sull’uso di spezie, superfood, cannabis terapeutica, piante medicinali e alimentari.

Nel suo libro Colora i tuoi tessuti con le piante, Gulluni definisce la tintura naturale «una tecnica di colorazione antichissima che, oltre ad essere ecologica, permette anche di dare libero sfogo alla propria creatività. È un’arte che richiede tempo e pazienza, non solo nella fase di preparazione del colore e delle fibre, ma anche perché è strettamente legata alla stagionalità di piante e fiori».

Per approfondire

Colora i tuoi tessuti con le piante
Un percorso ecosostenibile per trasformare fibre e tessuti in vere opere d’arte
39504 - Ultima modifica: 2023-11-27T10:38:33+01:00 da Elena Tibiletti
Colora i tuoi tessuti con le piante - Ultima modifica: 2023-11-27T10:40:33+01:00 da Redazione Passione In Verde