piante grasse
Piante grasse e piante succulente non sono sinonimi.
Piante grasse e piante succulente non sono sinonimi. Vediamo la differenza e quali piante esattamente sono fra le più diffuse

Molti pensano che piante grasse e piante succulente siano sinonimi per indicare vegetali con il fusto grassoccio e ricco d'acqua. Così come tanti credono che la parola "cactus" indichi qualunque tipo di pianta grassa o succulenta. Non è così.

Per "piante grasse" si dovrebbero intendere sostanzialmente solo i cactus, cioè quelle piante appartenenti alla famiglia delle Cactacee, e basta. Per "piante succulente", invece, si dovrebbero intendere tutti i vegetali grassocci.

Indipendentemente dal linguaggio, è comunque innegabile che un cactus irto di spine sia completamente diverso da una liscia calancoe, che a sua volta è differente da un'aloe, che è disuguale da un "mesembriantemo", e potremmo continuare all'infinito. Tutte queste piante sono infatti accomunate solo dal fatto di possedere fusti e/o foglie rigonfi perché ricchi d'acqua.

I cactus e le Cactacee

I cactus si suddividono in un centinaio di generi e due migliaia di specie, dal fusto succulento, di forma globosa (es. Echincocatus grusoni), colonnare (es. Cereus), a pala (es. Opuntia), con superficie spinosa o glabra, a sezione stellata, ovale o circolare e altezze che vanno da pochi centimetri a qualche decina di metri. Un elemento che accomuna i cactus è l'areola, un cuscinetto feltroso dal quale emergono le spine, come i nodi nelle altre piante. Ecco qualche esempio di Cactacee.

Opuntia ficus-indica (fico d'India) è la specie più conosciuta delle opuntie, diffusa allo stato spontaneo in tutto il Mediterraneo: sulle pale maturano frutti ricchi di vitamina C; esistono molte altre specie di opuntia, rustiche o semi-rustiche, spontanee lungo i litorali del nostro paese, come Opuntia subulata.

Il Cleistocactus, originario della Bolivia, è un cactus colonnare, con spine e peli fitti e sottili, spesso di colore dorato.

L'Espostoa (E. lanata, E. longispina ecc), originario delle montagne andine, è il tipico cactus peloso, avvolto da una fitta rete di setole bianche lanose, in grado di nascondere, a volte, l'intero fusto.

Piante succulente con o senza spine

Molto diffuse e amate, anche perché prive di spine e quindi più facili da curare, le Crassulacee comprendono numerosi generi, fra i quali i più noti sono Crassula, Echeveria, Aeonium, Cotyledon, Pachyphytum, Kalanchoe, Sedum e Sempervivum. I più semplici da accudire sono sedum e sempervivum, originari dell’Europa. Tutti gli altri generi sono sudafricani e hanno ciclo invertito rispetto al nostro. Durante la primavera e l’estate crassule ed echeverie entrano in dormienza e vanno collocate in ombra senza quasi annaffiarle, per poi portarle in autunno in un luogo protetto, luminoso, a 10-18 °C. Alcune regalano facilmente cospicue e durevoli fioriture, come la calancoe, i sedum e i sempervivum.

Le Euforbiacee, sono una famiglia grande e variegata che comprende specie erbacee, carnose o arboree, con foglie minime o enormi, oppure con spine. Simili alle Cactacee (Euphorbia milii, chiamata anche “spina-christi”, E. obesa, una palla apparentemente non spinosa, E. trigona, un cactus con ali longitudinali), hanno però un ciclo di attività quasi continua, con semplici rallentamenti delle funzioni nei periodi a loro meno favorevoli, vale a dire l’inverno e l’estate.

Le Mesembriantemacee si dividono in due grandi gruppi: da un lato piante da balcone, da giardino al mare o da roccaglia, dal portamento strisciante o a cespuglio, con foglie carnose e fiori a margherita (Dorotheanthus, Lampranthus, Delosperma...); dall'altro piante da interni (Lithops, Conophyton, Lapidarie ...) il cui momento di massima attività si verifica fra settembre e maggio (poi vanno in dormienza), quando vanno situate alla luce, con temperatura compresa fra 15 e 18 °C, e con irrigazioni regolari ogni 15 giorni.

Se volete osservarle dal vivo, non fatevi mancare la visita a una delle splendide collezioni di succulente presenti in Italia. Da non perdere, in Liguria, i Giardini Hanbury, che accostano i cactus a piante mediterranee ed esotiche; il Giardino Esotico Pallanca (Bordighera) che offre una collezione di Cactacee fra le più importanti d’Europa; il Giardino Esotico di Montecarlo, ricco di oltre 6000 succulente. Dall'altra parte della penisola, l’Orto botanico di Napoli comprende una stupefacente zona collezione di spinose, così come l’Orto botanico di Palermo, che vanta enormi esemplari di Aloe, Cereus, Crassula, Euphorbia e Opuntia.

Aloe e agavi, parenti ma molto diverse

Il genere Aloe appartiene alla famiglia delle Aloacee (o Xantorreacee secondo la classificazione APG). Robuste e vigorose, crescono significativamente anche nell’arco di un anno, sia in diametro sia in altezza, risultando ben presto piuttosto ingombranti. Hanno foglie grandi, lunghe e carnose e una minoranza (A. vera, A. barbadensis, A. ferox, A. saponaria...) è munita di spine la cui punta termina a uncino. Le aloe sono specie africane, provenienti dal Sud Africa e dal Madagascar: in Italia sono in massima attività vegetativa durante l’autunno-inverno, quando andrebbero collocate alla luce, con temperatura fra 10 e 18 °C, con irrigazioni moderate ogni 15 giorni. Il calore eccessivo e la scarsità di luce in casa inducono la produzione di foglie esili e pallide (soprattutto Aloe vera, A. ferox, A. arborescens) che indebolisce la pianta. Per evitarlo, costringetela al riposo in un locale fresco, ma non sotto i 0 °C, riducendo al minimo le irrigazioni.

Simili per aspetto sono le agavi, che appartengono però alla ben diversa famiglia delle Agavacee. Presentano foglie fibrose terminanti con una punta acuminata ed hanno esigenze simili ai cactus: vanno mandate in letargo o semi-letargo durante l’autunno-inverno, per poi riportarle alla vita in primavera.

Piante grasse e piante succulente: quali sono? - Ultima modifica: 2019-08-18T07:39:00+02:00 da Redazione Passione In Verde