L’Aeonium “testanera”, dalle foglie color porpora scurissimo quasi nero, è una Crassulacea non facilissima da coltivare. Se però le condizioni sono giuste, può vivere per decine d’anni

L’Aeonium “testanera” è una splendida pianta succulenta, tanto elegante e scultorea quanto non facilissima da mantenere, soprattutto in vaso in inverno nel Nord Italia, quando bisogna centrare perfettamente le sue esigenze, pena il declino inesorabile dell’esemplare.

Teme infatti il freddo umido: il locale di ricovero deve avere l’aria secca. Rispetto ad altre succulente, non può stare un intero inverno senza essere bagnato, ma se lo si bagna un po’ troppo, facilmente marcisce a partire dalla base del fusto. Quando lo si bagna, poi, bisogna che la temperatura nel ricovero non scenda sotto i 7-8 °C, altrimenti la combinazione freddo + acqua facilmente lo “lessa”, cioè spacca le cellule dei tessuti che letteralmente “si sciolgono” afflosciandosi.

Com’è fatto l’Aeonium “testanera”

Originario del Nord Africa e isole Canarie, l’Aeonium (Aeonium arboreum) è una Crassulacea succulenta caratterizzata da fusti legnosi e ramificati, lunghi, nudi e lisci, che terminano con fitte rosette di foglie grasse, addensate fra loro, spatolate e piatte, verde chiaro. Dalle rosette si innalzano, in primavera-estate, cime di piccoli fiori bianchi (gialli o rosa nelle varietà).

Il cosiddetto l’Aeonium“testanera”, o Aeonium arboreum atropurpureum Schwarzkopf’, ha rosette di foglie color porpora-nero.

Come acquistare l’Aeonium “testanera”

Scegliete piante ricche di foglie, senza troppe cicatrici di caduta o fusti già eretti e spogli. Controllate alla base del fusto e all’attaccatura delle foglie che non ci siano fiocchetti bianchi (le cocciniglie cotonose). Quando prendete in mano il vaso, invece, fate attenzione che non si sollevi una nuvola di piccoli insetti bianchi (gli aleurodidi).

Aeonium “testanera”, dove metterlo

Se disponete di un giardino, naturalmente nel Sud Italia costiero o lungo la costa tirrenica, più mite, potete piantare l’Aeonium anche in piena terra, avendo cura di scegliere una posizione soleggiata anche d’inverno su terreno ben drenato.

Se invece l’Aeonium deve vivere in vaso, nel Nord Italia sta all’aperto durante la bella stagione, in una posizione non colpita dal sole a mezzogiorno e comunque riparata da eventuali venti, soprattutto quelli da nord.

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Gli Aeonium man mano che crescono si spogliano alla base, mantenendo solo le rosette fogliari apicali.

Come coltivare l’Aeonium “testanera”

  • Esposizione: preferibilmente in ombra/sole o ombra/luce, ma sopporta anche il pieno sole, se indispensabile.
  • Temperatura: ideale fra 22 e 32 °C; resiste fino a 2 (pianta adulta) e 50 °C.
  • Precauzioni invernali/estive: solo nelle zone non a clima mite in esterni da aprile a settembre e nei restanti mesi in un luogo fresco con temperatura compresa fra 8 e 15 °C, con pochissima acqua una volta al mese.
  • Vaso: di terracotta, di diametro un terzo inferiore rispetto allo spazio occupato dalla chioma. Rinvasate ogni 3-4 anni in una misura in più in marzo.
  • Terra: porosa e molto drenante, data da terra per piante da fiore unita a sabbia grossolana e lapillo vulcanico in parti uguali, oppure substrato per piante grasse. Drenaggio perfetto anche sul fondo del vaso.
  • Acqua: regolare, distanziata, ma abbondante da maggio a settembre, solo quando il terriccio è molto asciutto, perché è molto sensibile al marciume.
  • Concime: da maggio a settembre ogni 30 giorni nell’acqua d’annaffiatura un prodotto liquido per piante grasse.
  • Potatura: eliminare i rami secchi o marciti e gli steli fiorali appassiti.
  • Riproduzione: per talea di ramo con rosetta apicale, lasciando asciugare la cicatrice e piantando dopo pochi giorni in un vasetto. 

Malattie e parassiti dell’Aeonium “testanera”

  • Le mosche bianche (aleurodidi), che si appoggiano sulle rosette succhiandone la linfa, e gli afidi neri che si concentrano all’apice delle rosette.
  • I ristagni idrici fanno marcire la base del fusto e provocano il marciume radicale.

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Aeonium “testanera”, una meraviglia che lascia a bocca aperta - Ultima modifica: 2019-04-13T08:37:32+02:00 da Elena Tibiletti