Da giugno-luglio in poi l’orto comincia a produrre generosamente: ecco come curarlo e come assicurarsi una ricca riserva di sapori per l’estate.
Con l’allungarsi delle giornate, e il caldo crescente, l’orto entra in una fase di produzione intensiva: osservare la metamorfosi che ogni giorno avviene sulle piante è uno dei grandi piaceri che l’orticoltore ha ogni mattina quando posa lo sguardo sulle verdure... che sembrano essere cresciute moltissimo anche in una sola notte! E infatti più o meno è quello che accade: in questo momento il consumo energetico è al massimo livello, e le piante ortive richiedono quindi molta attenzione.
Irrigazione dell'orto in giugno-luglio
Non è certo il periodo migliore per abbandonare l’orto, neppure per un giorno: è molto probabile che la fornitura di acqua, se non è assicurata da qualche occasionale temporale, debba essere quotidiana. In estate l’acqua è assolutamente indispensabile per le piante da orto, che hanno radici superficiali; ne devono assorbire tantissima, soprattutto se si desiderano ortaggi teneri e a crescita veloce. Se l’acqua scarseggia, le verdure saranno dure, fibrose o farinose e asciutte.
Bagnate verso sera o al mattino presto, quando la terra non è calda, per evitare shock termici. Irrigando la sera, le piante rimangono fresche per tutta la notte e affrontano meglio la calura del giorno successivo. Molto dipende anche dalla temperatura dell’acqua a disposizione: se è acqua di pozzo o di acquedotto, sarà fredda, quindi meglio bagnare di notte o di mattina presto; se è di botte (a temperatura ambiente), va bene anche per l’irrigazione pomeridiana o serale. Su terreni sabbiosi, che non trattengono l’acqua, è meglio bagnare poco e spesso; su quelli pesanti o argillosi si può distanziare l’intervento fino a 5-6 giorni, se non fa caldo.
Cocomero, melone, zucchina, zucca, pomodoro, melanzana, peperone, cetriolo, lattuga e insalate in genere, finocchio, sedano, fagiolini e fagioli sono gli ortaggi con maggiori esigenze idriche. Attenzione: i pomodori non vanno innaffiati molto quando sono ormai maturi, altrimenti si gonfiano e si spaccano.
La modalità di somministrazione migliore è l’infiltrazione laterale: si riempiono d’acqua, mediante la canna o l’irrigatore per aspersione (con ugelli che lasciano uscire un piccolo getto d’acqua che va a bagnare solo il terreno nei pressi delle piante) i solchi ai lati dei quali sono coltivati gli ortaggi.
Concimazione regolare
Un’altra cura importante per l’orto estivo è la concimazione: ogni ortaggio ha precise esigenze e alcuni, come pomodori e melanzane, non possono fare a meno di nutrimento per tutta la fase di crescita, e particolarmente adesso, in giugno, quando sono in un ciclo di rapido sviluppo. Preferite i prodotti organici e biologici per conservare alle piante un regime di crescita basato su criteri di ecosostenibilità.
Malattie e parassiti nell'orto in giugno-luglio
... e i parassiti? È proprio in questo mese che si fanno notare maggiormente le infestazioni di parassiti, favoriti dal clima mite ma ancora non troppo arido e dalla grande quantità di cibo che hanno a disposizione. Se non siete certi di aver capito qual è il problema che affligge i vostri ortaggi, prelevate dei campioni delle parti colpite e fatevi consigliare dall’esperto del vostro garden center, per scegliere un prodotto idoneo, preferibilmente di matrice biologica.
Oggi esistono molte linee di antiparassitari ammessi in agricoltura biologica, che combattono gli insetti con estratti del fiore di piretro (ottimo contro afidi e insetti simili) o con Bacillus thuringiensis, un batterio efficace contro le larve di lepidotteri defogliatori. Non dimenticatevi di controllare con cura il tempo di carenza: è l’intervallo che deve passare dal giorno in cui avete somministrato l’antiparassitario al momento in cui mangerete gli ortaggi. Nel caso di antiparassitari biologici, questo tempo è breve, e l’ortaggio non porterà in tavola che il suo ricco sapore, genuino e “pulito”.
Come non far montare a seme gli ortaggi
La produzione di semi, che avviene in estate, fa perdere qualità agli ortaggi e riduce produzione. Il processo, innescato da cambiamenti nella lunghezza delle giornate e da variazioni nel regime delle irrigazioni, inizia molto prima che l’ortaggio sia pronto per il raccolto, e non può essere fermato.
In giugno, con i primi caldi, molte produzioni orticole primaverili vanno incontro a questo problema. Le colture come lattuga, rapanelli e spinaci iniziano a fiorire a giugno quando le giornate si allungano, quelle seminate in primavera vanno a seme in estate: occorre assicurarsi un buon raccolto prima che questo accada.
Un metodo di prevenzione consiste nel mantenere costante l’umidità nel terreno: i suoli aridi incoraggiano la produzione di semi, soprattutto in cavolfiori, rucola e spinaci.
Aspettate che la temperatura sia stabile per seminare le specie sensibili al freddo, come rape, indivia e bietole da coste. Seminate precocemente in serra cipolle, barbabietole e cavolo, per trapiantarli quando il clima è mite.
Attenzione alle cipolle, che diventano sensibili a un certo stadio di crescita: seminatele a fine estate per trapiantarle in autunno, in modo che non raggiungano lo stadio critico prima dell’inverno e non vadano a seme in tarda primavera. A metà inverno somministrate 70-100 g per mq di nitrato di calcio: una carenza di azoto può favorire la produzione di semi nelle cipolle piantate in autunno. Ricordatevi infine che le cipolle rosse sembrano più suscettibili ad andare a seme di quelle bianche o dorate.
Raccolto abbondante? Ecco come conservarlo
In piena estate i pomodori si possono seccare: si tagliano a metà, si salano leggermente e si lasciano sgocciolare un paio d’ore in uno scolapasta e si pongono su un asse di legno a faccia in su al sole, ritirando l’asse di notte. Dopo una settimana si rivoltano e via proseguendo per un mese intero. Si possono riporre in un barattolo di vetro da conservare al fresco e al buio, oppure mettere sott’olio con erbe, sale e spezie. I peperoncini, con il loro picciolo, si seccano al sole, su assi di legno. Dopo 20 giorni si ripongono in barattoli di vetro o si infilzano con ago e filo (attraverso il calice verde) a formare una “collana” da appendere in cucina. Agli e cipolle si fanno asciugare al sole per due settimane, poi si conservano in trecce oppure adagiati a testa in su in cassette di legno in cantina o in magazzino, purché freschi e bui.
Sempre validi sono anche i diversi metodi di trasformazione: la passata di pomodoro (o il concentrato); la conservazione sott’aceto o sott’olio (previa scottatura in acqua e aceto bollente) con aggiunta di erbe e spezie; le salse (scottate in acqua e aceto le verdure mondate e pulite, passatele al passaverdura o con il frullatore a immersione, fatele ritirare sul fuoco e, quando hanno raggiunto consistenza cremosa, mettetele in vasetto).
(A cura di Mara Garian - Pubblicato su Giardinaggio 6/2010)