Arbusto sempreverde della macchia mediterranea, a crescita lenta, il mirto è una pianta ornamentale e aromatica al tempo stesso.
La storia del mirto
Ad Atene e a Roma, con serti dei suoi nobili rami si incoronavano gli atleti vittoriosi e gli eroi di ritorno dalle guerre; abbondanti rametti accompagnavano i defunti nell'ultimo viaggio, come segno di affettuoso e perpetuo ricordo; numerosi rametti fogliosi venivano bruciati durante le cerimonie religiose al posto dell’incenso per via del suo aroma; gioiose ghirlande consacrate a Venere beneauguravano ai novelli sposi una lunga vita assieme.
Il mirto era sacro ad Afrodite, alla quale i suoi rami diedero rifugio quando emerse dal mare. La dedica alla dea dell'Amore gli regalò la fama di afrodisiaco, proprietà che in effetti non possiede, dal punto di vista biochimico. Ciò non toglie tuttavia che, ancora oggi, nel Medio Oriente venga impiegato nei bouquet da sposa e in Gran Bretagna si usi, la prima notte di nozze, collocare un mazzetto di mirto sul talamo nuziale.
Quanto al nome, secondo la mitologia greca, una giovane di nome Myrsine venne uccisa per invidia dopo una gara da un giovane da lei sconfitto nei giochi ginnici. La dea Pallade Atena, impietosita dalla sorte della ragazza, decise di trasformarla in un arbusto profumato che prese il nome di Myrtus.
Anche nel Vecchio Testamento si racconta che con il mirto si intrecciavano le ghirlande delle giovani spose d’Israele.
Secondo alcune etimologie, il nome "mortadella" deriva dall’aggiunta all'impasto del salume di qualche bacca e rametto di "mortella", ossia il mirto.
Com'è fatto il mirto
Il mirto (Myrtus communis) è un arbusto sempreverde, a portamento eretto e cespuglioso, alto fino a 2 m ma dalla crescita molto lenta.
Le foglie, di forma ovale appuntita, sono piccole (2-3 cm), lucenti, coriacee e odorosissime, di colore verde scuro.
I fiori piccoli, candidi e solitari, dai numerosi stami giallastri e con cinque petali, sono profumatissimi e nascono a partire da giugno e fino a ottobre.
Da agosto in poi maturano i frutti, piccole bacche ovali, grandi fino a 1 cm, di colore rosso violaceo nerastro, contenenti 6-8 semi, dolciastre e aromatiche, molto appetite dagli uccelli.
Come si coltiva
- Nonostante la crescita lenta (ma è molto longevo), è una deliziosa e profumata pianta ornamentale, che si ambienta bene anche al Nord attorno ai grandi laghi, ferma restando la sua vocazione per il caldo Sud. Nelle zone fredde va comunque protetto d’inverno e in montagna va coltivato in vaso e ricoverato in veranda in inverno.
- Predilige le posizioni soleggiate e riparate, perché non ama il vento.
- Il substrato deve essere a base di torba e di sabbia, fertile, umido ma ben drenato, assolutamente non acido.
- Va annaffiato con regolarità ma senza esagerare solo nelle estati torride.
- Si concima in primavera e autunno con un prodotto a lenta cessione per arbusti.
- In genere non richiede potatura.
Come si raccoglie e si conserva
Tipico abitante della macchia mediterranea, profuma spontaneamente le coste occidentali, dalla Liguria alla Sicilia (dove non abbonda) e alla Sardegna. Poiché difficilmente si trova in zone inquinate, la raccolta segue le normali precauzioni igieniche e di sicurezza.
Le parti utilizzate sono le foglie, i fiori, i frutti e l’olio essenziale. Le foglie si raccolgono tra agosto e settembre, i fiori tra maggio e luglio, le bacche da ottobre e fino a che ne rimangono sulla pianta. Tutte le parti si essiccano, separatamente, all’aria e a mezzo sole, e si conservano in sacchetti di carta o barattoli di vetro al buio e all’asciutto.
In erboristeria è reperibile l’olio essenziale, così come la polvere e la tintura madre.
Proprietà benefiche del mirto
La capacità di stimolare l’appetito e favorire la digestione è conosciuta fino dall'antichità, così come sono da tempo note le proprietà balsamiche (grazie alle resine), espettoranti e antisettiche (in virtù dell’olio essenziale a base di mirtolo, mirtenolo, mirtenilacetato, geraniolo, α-pinene, limonene, canfene, cineolo), utili nella terapia di affezioni delle vie respiratorie, al cui buon esito partecipa anche la vitamina C. La medicina popolare (e la scienza moderna lo conferma) impiegava il mirto anche come antinfiammatorio per lenire gengiviti, emorroidi, irritazioni di pelle e mucose (anche della zona genitale), e come astringente in caso di diarrea (è ricchissimo di tannini). Un tempo serviva perfino come tenifugo!
Non ha alcuna interazione con farmaci, né controindicazioni, anche se dosi elevate di olio essenziale possono provocare mal di testa o nausea.
Con i fiori si preparava nel Medioevo l’"Acqua degli angeli”, un distillato di bellezza dalle virtù toniche e astringenti.
Rimedi naturali con il mirto
- Come aperitivo e digestivo: masticate lentamente prima del pasto 2-3 bacche fresche.
- Per favorire la digestione: in una tazza d’acqua bollente infondete per 10 minuti un cucchiaino di foglie secche, filtrate, lasciate intiepidire, bevete all’occorrenza dopo il pasto.
- Per arrestare la diarrea: infondete 50 g di foglie secche in 1 l d’acqua bollente per 10 minuti, filtrate, fate raffreddare, dolcificate con miele di castagno, bevete fino a 4 tazze al giorno. In alternativa, 10 gocce di tintura madre su una zolletta di zucchero 3 volte al giorno.
- Per lenire gengiviti, mucose irritate o emorroidi: infondete 30 g di fiori e foglie secche in 1 l d’acqua bollente per 10 minuti, filtrate, fate raffreddare, fate degli sciacqui o applicate per 10 minuti alla parte irritata una pezzuola imbevuta; ripetete il trattamento 3 volte al giorno.
- Per lucidare i capelli neri: preparate un decotto di 150 g di bacche schiacciate e bollite in 2 litri d'acqua per 15 minuti, lasciate raffreddare, filtrate e utilizzate per l'ultimo risciacquo.
Il mirto in cucina
I rametti fogliosi si utilizzano, soprattutto in Sardegna, per spennellare d’olio le carni e i pesci e per cuocerli, sia in tegame sia alla griglia. Le bacche aromatizzano il ragù di carne, la cacciagione e le carni arrostite, si aggiungono all’impasto della salsiccia fatta in casa e alle spezie del vin brulé.
• In Sardegna sono famosi due deliziosi liquori a base di mirto: dall'infusione delle foglie in alcol si ottiene il liquore al mirto bianco (macerate al sole per 2 settimane 200 g di foglie in 1 l d’alcol, aggiungete 300 g di zucchero e lasciate altre 2 settimane scuotendo il barattolo ogni giorno, filtrate e imbottigliate), mentre quello rosso deriva dalla macerazione delle bacche mature (macerate al buio per 40 giorni 150 g di bacche in 1 l d’alcol, filtrate, aggiungete 150 g di zucchero sciolto in 150 g d’acqua e imbottigliate). In entrambi i casi attendete 2 mesi prima del consumo.
• In Corsica si prepara la grappa al mirto: macerate al sole per 2 settimane 150 g di bacche mature in 1 l di grappa, filtrate e aggiungete 250 g di zucchero sciolto in 250 g d'acqua; riponete in un luogo buio e asciutto per almeno sei mesi.
• Sempre dalla Sardegna viene la marmellata di mirto: lavate e fate asciugare 1 kg di bacche di mirto, poi mettete a macerare per 12 ore in una ciotola con il succo di limone e 800 g di zucchero. Mettete sul fuoco e lasciate cuocere a fiamma lenta per almeno un’ora e comunque finché non raggiunge la giusta consistenza. Versate la marmellata nei barattoli, lasciate raffreddare e chiudete ermeticamente. Se desiderate una marmellata più densa, unite un po’ di pectina in fase di cottura.