Due alberi e un arbusto favolosi per il nostro giardino, molto facili da coltivare e che associano alle conosciutissime qualità estetiche tanti pregi meno noti. Mettiamoli a dimora in autunno, prima che arrivi il freddo intenso: ne vale la pena perché così, ai semi edibili provenienti da Paesi lontani, possiamo affiancare quelli prodotti dagli alberi del nostro giardino!
Il mandorlo
Il mandorlo (Prunus amygdalus) è un piccolo albero nativo della Cina, molto somigliante per portamento e fioritura alle Rosacee da frutto più comuni come il susino, il pesco o l’albicocco. Predilige terreni asciutti, calcarei e ricchi di fosforo e, poiché non risponde bene al trapianto, il mio suggerimento (per chi vuole far da sé) è quello di seminarlo e dopo 3 anni provvedere all’innesto. Per riprodurre la varietà, un consiglio che mi hanno svelato frutticoltori di lunga data è quello di adoperare un ramo di pianta adulta e innestarlo su pesco o meglio ancora albicocco.
Il frutto è una drupa appiattita composta da un epicarpo+mesocarpo peloso che avvolge un endocarpo legnoso nel quale è alloggiato il seme commestibile (la mandorla) che è ricchissima di sali minerali, vitamine (A, B1, B2) e proteine. Grazie proprio al contenuto di calcio e fosforo, è raccomandata da sempre nell’alimentazione delle donne in gravidanza e l’olio (ottenuto con la torchiatura) ha un forte potere emolliente e addolcente per la cute.
Il noce
Il noce (Juglans regia) è invece un albero che si coltiva in Europa sin dalla notte dei tempi per i frutti ma anche per l’ottimo legno: nelle credenze popolari questo albero ospitava le danze delle streghe, era un albero “temuto” e con noci, cipolla e sale si preparava un intruglio contro il morso dei cani randagi.
Molto nutriente, il suo frutto è ricco di grassi ben assimilabili e sali minerali (tra questi ultimi zinco e rame, molto rari negli altri vegetali commestibili). Richiede terreni asciutti e climi temperati, ma si trovano in vendita varietà selezionate per la vita “ad alta quota”. Mi piace in forma libera, un vero protagonista del giardino, a patto che vi sia spazio.
Il nocciolo
Ultimo, ma non meno importante, il nocciolo (Corylus avellana): le nocciole sono tra i frutti secchi più digeribili e nutrienti perché, oltre a un’alta percentuale di grassi e a vitamine del gruppo A e B, contengono un 25% di calcio, potassio, magnesio e tanti altri minerali che hanno un benefico effetto rimineralizzante e depurativo dell’organismo.
Il frutto è un seme biancastro rivestito da un tegumento rossiccio protetto a sua volta da un achenio legnoso allungato e tondeggiante. Matura da metà agosto a fine ottobre (a seconda della varietà).
Oltre che per la produzione di frutti, il nocciolo viene coltivato nei giardini nelle varietà a foglie rosso cupo o a rami elegantemente contorti (poco o niente fruttificante, quest’ultima).
In primavera suggerisco di tagliare leggermente solo i rami vecchi, danneggiati o spezzati, e in estate asportare i polloni. Concimiamolo lautamente.
Nella notte tra il 23 e il 24 giugno, ancora oggi nei luoghi più remoti del mondo, i rabdomanti tagliano un ramo di nocciolo che servirà loro per cercare l’acqua.