In Italia, nel corso del XVIII secolo, non c’era parco nobile senza le sue magnolie, in genere Magnolia grandiflora, destinate a diventare esemplari giganteschi, alcuni dei quali ancora oggi esistenti.
Le antichissime magnolie
Prima ancora che apparissero le api sulla Terra, in epoche remotissime, le magnolie già popolavano i boschi di 20 milioni di anni fa, come testimoniano reperti fossili di Magnolia acuminata, ma ci sono tracce dell’esistenza delle magnolie che contano ben 100 milioni di anni.
La necessità di garantirsi la possibilità di fecondazione e riproduzione aveva indotto le antiche specie di magnolia ad affidarsi dunque non alle api e ad altri insetti impollinatori oggi presenti sul pianeta, bensì a insetti camminatori, simili a scarabei; per evitare che essi si cibassero dei fiori, l’evoluzione ne ha determinato l’ingrossamento: ecco il perché della carnosità dei petali e degli stami induriti e coriacei, non graditi agli insetti.
Nel tempo, le magnolie hanno assunto direzioni evolutive diverse; dove il clima lo consentiva sono nate le specie sempreverdi, come l’americana Magnolia grandiflora, con le sue foglie lucide e i fiori spettacolari dal profumo intenso.
La magnolia giapponese
In Oriente, sulle montagne della Cina e del Giappone, hanno preso piede invece le specie caducifoglie. E in questo scorcio di fine inverno, fino ad aprile, è a loro che dobbiamo alcuni dei più affascinanti spettacoli della stagione. Sono infatti le magnolie di origine orientale a regalarci l’esplosione di corolle rosa, bianche o violette sui rami ancora nudi.
Le magnolie a fioritura primaverile sembrano avere il dono di racchiudere una fonte di luce, in realtà è l’effetto della luce solare sui petali carnosi, quasi opalescenti in certe varietà, sfumati di rosa come quelli di Magnolia x soulangeana, oppure bianchi come per la Magnolia stellata e talvolta di un viola porpora intenso (come per la Magnolia nigra).
Le magnolie a fioritura molto precoce, come la M. stellata e la fragrante ‘Leonard Messel’, vanno piantate in zone protette dal vento e non esposte al sole del primo mattino, che favorirebbe uno sviluppo dei boccioli troppo precoce e quindi più soggetto all’azione del gelo.
Nei climi freschi, con suolo tendenzialmente acido e mai arido, con generose irrigazioni estive nei primi due-tre anni, l’attecchimento e lo sviluppo sono favoriti, ma da adulta la pianta resisterà bene anche alla siccità estiva.
Il bello delle magnolie primaverili è la loro chioma irregolare ammantata di fiori: è dunque necessario lasciare spazio a sufficienza per un ottimale sviluppo, anche perché è meglio potare il meno possibile; i tagli si limitano esclusivamente alla pulizia da rami danneggiati o troppo sporgenti.
Le magnolie caducifoglie consentono un’ottimale illuminazione del suolo in inverno: potrete quindi coltivare sotto la loro chioma fioriture precoci quali tulipani, narcisi, crochi e anemoni, piante che sbocciano in simultanea con la magnolia e poi vanno in riposo quando appare la fitta corona di foglie, che renderà però difficile se non impossibile la crescita di un prato impeccabile.
In autunno, le foglie coriacee cadono dopo aver assunto sfumature gialle; vanno raccolte subito perché difficilmente si decompongono e non sono adatte al compostaggio se non in piccola proporzione con altro fogliame, e solo ben tritate.
La riproduzione della magnolia non è faccenda per frettolosi. Il seme germoglia con estrema lentezza e la riproduzione per margotta è altrettanto lenta; si tratta però di una pianta ampiamente coltivata in Italia, e i giovani esemplari hanno costi accettabili. Conviene, quindi, acquistare piante già pronte per il trapianto nella posizione definitiva, in quanto non amano i traslochi.
La magnolia sempreverde
La magnolia sempreverde (Magnolia grandiflora) a fiore estivo è un albero a grande sviluppo, che può raggiungere i 20 m d'altezza (esistono anche forme nane, a crescita lenta). Pianta resistente, tollera anche occasionali severe potature per conservare una forma definita; nei piccoli giardini è spesso usata nelle varietà coniche, che però sono senz’altro meno belle rispetto agli esemplari lasciati a chioma espansa.
I fiori, profumatissimi, sono seguiti dalla formazione dei frutti simili a pigne, che possono trovare impiego decorativo nelle composizioni floreali estive e autunnali.
Le belle e coriacee foglie durano sull’albero circa due anni, poi cadono; il ciclo non è uguale per ogni foglia, pertanto il risultato è che c’è una perdita con ricambio di foglie pressoché costante, più accentuata in giugno-luglio con l’arrivo del caldo.
Poco soggetta alle malattie, tollera anche posizioni semiombreggiate, ma se volete avere tanti fiori, grandi e intensamente profumati, trovate un luogo molto soleggiato e irrigate tanto, nei primi anni, avendo cura di evitare ristagni idrici radicali.