Compostaggio: come farlo e quali materiali utilizzare

Il compostaggio è un processo naturale di decomposizione di sostanze organiche. Scopri come farlo in giardino e nell'orto e quali materiali utilizzare.

Dopo aver visto nella prima parte in cosa consiste il compostaggio e quali sono le differenze fra compostiera e cumulo, in questa seconda parte vediamo cosa utilizzare per creare un buon compost. Nella terza parte scopriremo come utilizzare il materiale e distribuirlo a ogni tipo di pianta.

Come fare il compost in casa o nel giardino

Per ottenere un corretto compostaggio occorre preparare la giusta miscela di “ingredienti”, combinando in maniera equilibrata i materiali contenenti carbonio (quali gli scarti legnosi: segatura, paglia, potature, foglie secche...) con quelli azotati, ovvero gli scarti umidi: erba verde, resti di cucina, fondi di caffè ecc.: il rapporto ideale carbonio-azoto è di 1 g del primo per 20-30 g del secondo.

Indicativamente si deve miscelare in volume il 50% di scarti da giardino (ricchi di carbonio) e il 50% di scarti da cucina (ricchi di azoto). È bene triturare tutti gli ingredienti (per compiere questa operazione vi potete avvalere di un buon biotrituratore, in grado sia di sfibrare il materiale duro che di sminuzzare quello tenero, riducendone il volume) e mescolarli assieme prima di introdurli nella compostiera e/o nel cumulo. Per garantire il drenaggio e facilitare il passaggio dell’aria, alla base della compostiera o del cumulo occorre sistemare uno strato di 15-30 cm di materiale legnoso di lunghezza variabile (10-15 cm).

Per favorire l’aerazione (che fa vivere i batteri incaricati della biotrasformazione), è importare rivoltare periodicamente la massa in trasformazione, soprattutto negli strati inferiori, in modo da facilitare il ricambio d’aria e garantire sufficiente porosità (a questo scopo potete inframmezzare strati di materiale triturato sommariamente, come rametti di potatura, ramaglie ecc.). Il materiale non va mai compresso.

Per assicurare il giusto grado di umidità (compreso tra il 45 e il 65%), può essere opportuno annaffiare se c’è poca acqua, arieggiare e rivoltare il cumulo per far evaporare l’acqua se ce n’è troppa. Il contenuto di umidità è ideale se strizzando il materiale con una mano il palmo resta umido; è eccessivo se scendono gocce d’acqua.

È inoltre indispensabile controllare la temperatura, che tende a innalzarsi all’inizio del processo di compostaggio a causa dell’attivazione delle trasformazioni microbiche (55-60 °C permettono l’igienizzazione del compost, uccidendo germi patogeni, larve, uova di parassiti, semi di piante infestanti), per poi diminuire fino a raggiungere la temperatura ambiente (o di poco superiore) via via che gli scarti vengono decomposti.

Compostaggio domestico: i materiali da utilizzare

Da usare liberamente: avanzi vegetali di cucina (scarti di ortaggi e frutti, fondi di caffè, bustine di tè e camomilla, pane vecchio ecc.); residui organici del giardino (fiori appassiti, foglie secche, erba tagliata, piante erbacee a fine ciclo ecc.); residui legnosi della potatura, previa triturazione (occorre invece fare attenzione a evitare le erbe infestanti tenaci); prodotti biodegradabili, come le salviette di carta, i tovagliolini o il cartone tritato, senza eccedere (gli ingredienti base sono quelli di natura organica).

Da usare in piccole dosi: foglie dure e coriacee (aghi di pino, magnolia, lauroceraso, che resistono alla degradazione); bucce di agrumi (se trattate con conservanti rallentano il processo di compostaggio domestico).

Da non usare mai: parti di piante malate vanno scartate, come pure gli sfalci di erba trattata con diserbanti e le erbe infestanti; materiali vegetali trattati con sostanze tossiche o fitofarmaci; avanzi animali di cibo che, anche se degradano velocemente, possono attirare insetti e animali indesiderati; lettiere usate di cani, gatti, roditori, uccelli perché, anche se di tipo ecologico, con il compostaggio domestico non si vengono a creare le condizioni per l’igienizzazione necessaria, con potenziali pericoli patogeni per l’uomo; vetro, plastica, alluminio, pile scariche, vernici, farmaci scaduti, legno trattato, tessuti, cenere di carbone, scarti legnosi non sminuzzati.

Come produrre compost sano

A seconda della natura del materiale di partenza da decomporre, si otterrà un compost avente caratteristiche diverse. Va da sé che, se si parte da materiali che, degradandosi, sviluppano sostanze tossiche, anche il compost finale avrà buone probabilità di risultare nocivo. La poca salubrità del compostaggio casalingo può derivare dallo sviluppo endogeno di funghi o muffe, a partire sovente da un focolaio di materiale infetto iniziale: in questo caso tuttavia, il problema è dato da un processo di lavorazione non ottimale (le alte temperature sviluppate dal materiale durante la decomposizione in genere inibiscono la crescita di funghi e batteri).

Nel caso di produzione familiare di compost, va selezionato il materiale di partenza, eliminando tutto ciò che desta sospetti: i residui vegetali con tracce di malattie o parassiti, i materiali contaminati con prodotti chimici (parti vegetali irrorate entro i 3 mesi precedenti, legno o segatura trattati con impregnanti, erba trattata con diserbante, bucce degli agrumi trattati ecc.), i materiali non decomponibili (ossi molto grandi, plastica, metallo, alluminio, lettiera), in modo da partire da materie salubri.

Poi naturalmente si deve condurre il procedimento di compostaggio con la massima attenzione: errori (come il mancato, periodico rivoltamento) apparentemente banali possono portare a sviluppo di cattivi odori o a un prodotto poco conservabile, instabile, e dalle caratteristiche fisico-chimiche non ottimali (p. es. un prodotto poco maturo che tende a bruciare le radici anziché nutrirle).

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