Biotrituratore: cos’è e come sceglierlo

Il biotrituratore serve a sminuzzare i residui di potatura per riutilizzarli in vario modo. Scopri come funziona.

Fra l’autunno e l’inverno in giardino e nel frutteto si effettuano le potature, che determinano quantità anche grandi di rami e rametti da smaltire in discarica, con dispendio di tempo e di fatica.

Per evitare questa corvée, il consiglio è di acquistare un biotrituratore, che sminuzza i materiali legnosi restituendo un prodotto riutilizzabile, il cippato (o chippato o tritume). Questo, se è grossolano, serve come pacciamatura o come pellet accendifuoco nel camino e nella stufa; se è minuto, si unisce al cumulo di compostaggio come parte secca.

Anche se non si utilizzano né il compost né la pacciamatura, con il biotiruratore comunque si riduce il volume dei detriti prodotti dal proprio giardino fino a 20 volte, riducendo l’ingombro e il fastidio del conferimento.

Biotrituratore: che cos’è

È un attrezzo con motore a scoppio o elettrico (per piccoli giardini), che muove un apparato rotante su cui sono fissate lame o masse oscillanti (martelli o catene): da una tramoggia o da una bocchetta si inserisce il materiale da triturare, che esce poi da uno scarico.

I modelli tra cui scegliere sono parecchi, differenti tra loro per potenza, caratteristiche tecniche, accessori ecc. Quale scegliere? Per un giardino di 5-600 mq, può essere sufficiente un piccolo biotrituratore elettrico, o con motore a scoppio di limitata potenza (2-5 kW). Nel caso in cui la superficie sia maggiore, e se ci sono anche un frutteto o un piccolo bosco, occorrerà passare a modelli superiori, con motore a scoppio se prevedete di lavorare a distanza dall’abitazione: è più pratico triturare ramaglia e foglie sul posto, e trasportare alla compostiera il materiale già sminuzzato e assai ridotto di volume.

Biotrituratore: come funziona

L’utilizzo è molto semplice. Nella tramoggia si inseriscono i materiali meno grossolani e le foglie, mentre la bocchetta è riservata ai rami di diametro superiore al centimetro, e di solito a partire da 3-4 cm.

Molti modelli consentono di dimensionare la finezza del macinato, ossia del prodotto finale: con dimensioni inferiori ai 2-3 cm la massa tende a compattarsi in modo eccessivo, mentre parti superiori agli 8-10 cm rallentano il processo di trasformazione.

Il legno fresco è più adatto rispetto a quello secco. È conveniente inumidire le foglie secche prima di triturarle. Non si devono usare parti di piante che potrebbero ospitare forme svernanti di parassiti.

Biotrituratore: come usarlo in sicurezza

Per lavorare in sicurezza, piazzate la macchina in una posizione in cui gli appoggi siano saldi a terra, in piano, e non traballino.

L’azione del cilindro non va forzata né si deve rischiare che le mani entrino in contatto con gli organi di triturazione: ogni modello dispone di accorgimenti al proposito, ma se proprio doveste spingere verso le lame materiale leggero o di piccola dimensione usate una stecca di legno tenero (per esempio staccata da una cassetta della frutta). In ogni caso, non introducete mai le mani nude nell’imbuto del biotrituratore, né premete con le mani il materiale per farlo scendere meglio: l’ideale sarebbe spegnere la macchina, prima di agire…

Per evitare che lo scarico si intasi, ogni tanto spostate all’indietro la macchina di 10-15 cm: se lavorate però con materiale umido, per evitare otturazioni sollevate del tutto il deflettore orientabile.

Durante l’uso, non indossate indumenti ampi, bigiotteria o altro che si potrebbe impigliare. Liberate lo spazio di lavoro, senza che vi circolino bambini o animali. Se avvertite rumori o vibrazioni insoliti, spegnete subito la macchina e verificate l’eventuale presenza di corpi estranei o di guasti.

Tutti gli interventi di pulizia vanno fatti a motore spento, e la macchina deve essere spenta anche se non la si userà per un tempo relativamente breve: prima di farlo, però, attendete che il gruppo di taglio sia vuoto (quando il funzionamento dei coltelli è più silenzioso), in modo da evitare che rimangano residui che potrebbero ostacolare il successivo avviamento.

La manutenzione è semplice, e consiste nella pulizia di tramoggia, organi di taglio e prese d’aria. Periodicamente, verificate l’affilatura delle lame e, all’occorrenza, ripristinatela o sostituitele.

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Biotrituratore: cos’è e come sceglierlo - Ultima modifica: 2018-12-10T11:01:43+01:00 da Elena Tibiletti