Nelle piante con fusto legnoso, in particolare negli alberi, che raggiungono determinate altezze, ma anche negli arbusti, a ogni primavera è necessario riattivare la circolazione della linfa, che d’inverno è del tutto inesistente nelle specie caducifoglie e molto rallentata nei sempreverdi.
Poco al di sotto della cosiddetta “corteccia” (che però botanicamente si chiama “scorza”), gli alberi possiedono un “cilindro”, che si estende dalla base lungo tutto il fusto e nei rami, che si chiama “cambio”. Il cambio è la zona deputata alla produzione di nuovi vasi per il trasporto della linfa e presenta due “facce”: il cerchio rivolto verso l’interno produce vasi larghi, nei quali scorreranno l’acqua e i sali minerali (linfa grezza) assorbiti dalle radici; questi vasi si chiamano “legno” e in essi il flusso sarà sempre ascendente. Il cerchio orientato verso l’esterno crea invece vasi più sottili, nei quali scorrerà la linfa elaborata, cioè contenente zuccheri, pigmenti, ormoni e altre sostanze necessarie al nutrimento delle cellule di tutta la pianta; questi vasi si chiamano “libro” e in essi il flusso è discendente.
All’inizio della stagione le pareti del legno e del libro sono molto sottili, ma già in estate si ispessiscono, per poi occludere progressivamente il lume dei vasi in autunno, interrompendo ogni flusso.
L’ispessimento autunnale risulta visibile, tagliando orizzontalmente un tronco, sotto forma di un cerchio più scuro circondato da tessuti più chiari di sostegno del tronco. Quindi, se gli anni e le stagioni fossero regolari durante tutta la vita della pianta, contando i cerchi scuri si potrebbe ricavare il numero di anni di vita dell’esemplare. Esistono però possibili eccezioni legate a estati fredde e autunni caldi, primavere ritardate, annate molto fredde o molto calde ecc., per cui il metodo va preso con beneficio d’inventario.